Il soccorso sanitario “118” ha ricevuto in donazione cinque defibrillatori semiautomatici – “DAE” – da parte di Davide Bochet, paziente colto da arresto cardiaco e “ripreso” grazie all’intervento tempestivo del medico e all’impiego di un “DAE”. L’evento è accaduto al termine di una gara di corsa in montagna, il “Vertical del Mont Mary”, martedì 13 ottobre 2019.
«Ho terminato la gara, mi sentivo piuttosto bene, mi preparavo a riposarmi e a godermi il ristoro – spiega, ancora emozionato, Davide Bochet – quando mi sono accorto di non riuscire più a vedere nulla. Tutto buio. Giusto il tempo di appoggiarmi ad un masso. Non ricordo altro. Ho avuto fortuna perché c’era tanta gente intorno a me e qualcuno si è accorto che avevo perso conoscenza. E poi, ma questa non è solo fortuna, c’era il dottor Cavoretto e c’erano i volontari e soprattutto c’era un “DAE”».
Un defibrillatore è stato affidato al “Sagf” di Valtournenche, uno è stato installato in una teca nel centro di Saint-Pierre (paese in cui abita Davide) e tre sono stati consegnati al “118”.
«È stato un intervento delicato e difficile come tutti i casi di arresto cardiaco – spiega il dottor Luca Cavoretto, il medico dell’emergenza (e anche rianimatore) che è intervenuto su Davide – ma comunque gestito secondo le procedure standard. Personalmente, ho iniziato subito le manovre di rianimazione cardiopolmonare, (il cosiddetto “massaggio cardiaco”) insieme ai soccorritori della Guardia di Finanza che erano sul posto. Intanto i Volontari del soccorso di Valpelline, presenti per assistenza alla gara, hanno portato un “DAE” e in tempi brevissimi lo abbiamo utilizzato, riuscendo così a ricondurre il ritmo alla normalità. Poi, l’arrivo dell’elicottero, la presa in carico del Pronto soccorso che è sempre operativo per i casi gravissimi come questo, la sala operatoria e, infine, il ricovero in Unità coronarica, l’Utic. Mi sembra doveroso sottolineare l’importanza di avere un medico dell’emergenza, specificamente addestrato e preparato, nelle manifestazioni sportive e soprattutto in quelle che si svolgono in ambiente che presenta difficoltà di intervento rapido. Poi, naturalmente, la disponibilità di un “DAE” sul posto. Se il primo intervento avviene con tempi e modalità appropriate, come in questo caso, con il soccorso avanzato e l’iter ospedaliero possiamo condurre l’evento grave all’esito positivo. Ritengo che la storia che stiamo raccontando ne sia un esempio perfetto. Il gesto di generosità di Davide è meraviglioso e significativo. Voglio ringraziarlo pubblicamente, a nome di tutti».
«Voglio davvero ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato: Luca Cavoretto certamente, e anche gli organizzatori della gara, i volontari del soccorso, il Pronto soccorso, i medici dell’équipe di terapia intensiva Utic. Tutti, insomma – dice Davide Bochet – e così ho pensato che donare alcuni defibrillatori potrà aiutare i soccorritori nel loro importante e prezioso lavoro e, magari, contribuire a salvare una vita umana, come è successo a me».
Fonte: Ufficio stampa Azienda Usl Valle d’Aosta