Dimessi 24 pazienti “covid-19” dall’ospedale “Parini”, che proseguiranno le cure a casa. Verranno distribuite 70mila mascherine alla popolazione

Scritto da aostapresse

30 Marzo 2020 - 19:30
Il dottor Luca Montagnani durante la conferenza stampa

“Sono stati dimessi 24 pazienti dal reparto “covid-19″, che non possono essere considerati definitivamente guariti, ma che clinicamente hanno manifestato miglioramenti tali da far ritorno a casa. Parallelamente due pazienti sono usciti dalla terapia intensiva e sono stati ora ricoverati al reparto covid-19”. E’ la dichiarazione di Luca Montagnani, direttore della struttura di emergenza dell’ospedale “Parini” di Aosta, riportata in una nota della Presidenza della Regione diffusa dopo la conferenza stampa dell’Amministrazione regionale sulla gestione dell’emergenza sanitaria, che si è tenuta nel pomeriggio di lunedì 30 marzo.

“Tra le informazioni fornite – si legge ancora – il nuovo percorso che si sta formalizzando all’interno dell’Azienda Usl per l’utilizzo a domicilio, con predosaggio a carico della farmacia ospedaliera, dell’idrossiclorochina (medicinale noto anche come “Plaquenil”, farmaco antimalarico facente parte dei farmaci antireumatici, utilizzato oltre che per la cura della malaria, anche dell’artrite reumatoide e del lupus eritematoso sistemico, n.d.r). Il farmaco contenente questo principio non è prescrivibile dai medici di medicina generale, per questo l’Azienda sanitaria sta intervenendo per arrivare a nuove disposizioni che lo possano rendere più disponibile sul territorio, ovviamente su indicazione medica”.

“E’ in fase di avvio un servizio di telemedicina riservato ai pazienti positivi al “covid-19”, in ossigenoterapia ed in isolamento domiciliare, distribuiti sull’intero territorio regionale – annunciano quindi dalla Regione – l’apposito applicativo, denominato “Phebo”, che rappresenta un importante sistema innovativo di “e-health Care”, è finalizzato a supportare gli operatori sanitari nelle attività di telemonitoraggio domiciliare. La piattaforma prevede la possibilità di acquisire da remoto i parametri vitali, evitando il più possibile le visite domiciliari, mantenendo comunque sotto controllo la situazione del paziente. La piattaforma è già in utilizzo presso la “Rsa” di Pontey ed a breve anche su quella di Verrès (dove ci sono numeri importanti di persone positive, n.d.r.). Nel caso in cui uno o più valori dovessero superare i parametri stabiliti, un “alert” giungerà al triage delle Unità speciali di continuità assistenziali, recentemente istituite, che avvieranno la conseguente presa in carico”.

“Con l’obiettivo di garantire sostegno assistenziale e sociale alle persone più fragili – ricorda quindi la nota – la rete regionale degli assistenti sociali dell’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali in collaborazione con l’Ordine degli assistenti sociali della Valle d’Aosta e con il supporto della Protezione civile regionale, ha istituito un servizio di “Pronto intervento sociale”, attivo tutti i giorni per rispondere alle esigenze del territorio. Le famiglie e le persone, in particolare gli anziani e i nuclei familiari con maggiori difficoltà sociale, che necessitano di un supporto di tipo sociale possono chiamare il numero verde 800 122 121 istituito dalla Protezione civile della Valle d’Aosta, che, rilevato il bisogno, attiverà gli operatori sul territorio”.

“Durante la prima settimana di attività del servizio di triage psicologico per la popolazione della Valle d’Aosta – si legge ancora – sono state rilevate complessivamente 63 telefonate pertinenti: 40 quelle effettuate da donne e 23 da uomini. L’età media delle persone che hanno contatto il servizio si aggira intorno ai 65 anni. La popolazione anziana è la più rappresentativa rispetto alle paure di un eventuale contagio da corona-virus, mentre la fascia di età meno rappresentata, in termini statistici, è quella che va dai 18 ai 50 anni. Aumentano invece le chiamate di persone che dichiarano di essere in quarantena forzata (12) o eventualmente volontaria (8). Le chiamate al triage provengono da quasi tutta la Valle anche se la maggior parte arrivano da Aosta (35). Le restanti chiamate sono persone che non si trovano al momento in regime di quarantena. La richiesta di aiuto psicologico più rappresentativa, in termini statistici, è il supporto e contenimento emotivo, segue la stabilizzazione delle emozioni e la psicoeducazione all’evento covid-19”.

Per quanto riguarda le microcomunità, l’Amministrazione regionale ha spiegato che “al fine di garantire assistenza sanitaria in ogni singola struttura socio-assistenziale della Valle d’Aosta, il gruppo di lavoro attivato per la gestione dell’emergenza sanitaria sul territorio, ha avviato, dopo aver formato il personale delle strutture secondo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e dopo aver raccolto le criticità emerse all’interno delle microcomunità, un’attività di screening e una pianificazione di visite mediche al personale sanitario e agli utenti. Nell’ambito della gestione dell’emergenza “covid-19” sul territorio regionale, è quindi operativo il Gruppo di medici referenti, anche per le micromunità, formato da professionisti volontari con il supporto dell’Area territoriale dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta. La carenza di personale per una gestione ottimale è supportata da quattro infermieri e sei operatorio socio sanitari della Croce Rossa Italiana arrivati domenica 29 e lunedì 30 marzo. Nei prossimi giorni sono previste altre venti unità di personale, tra infermieri ed “oss”, che saranno assegnate nelle varie microcomunità del territorio”.

Infine è stato reso noto che “la Protezione civile regionale ha iniziato nel pomeriggio la distribuzione ai Comuni di 70mila mascherine protettive in tessuto non tessuto da destinare alla popolazione. La suddivisione è stata eseguita in modo da poter distribuire mediamente una o due mascherine per unità famigliare. Nei prossimi giorni, pertanto, i Comuni si organizzeranno secondo le proprie specificità per la distribuzione alla popolazione. Si evidenzia che le mascherine protettive fornite non sono destinate ad un uso di tipo sanitario-ospedaliero-ambulatoriale, in quanto non certificate per tale utilizzo, ma sono comunque riconosciute “mascherine filtranti” e quindi in grado di contribuire alla riduzione dei possibili contagi, in quanto hanno una buona capacità di filtrare i cosiddetti “droplet” (micro goccioline di saliva) emessi da chi le indossa, anche in relazione alla possibile presenza di soggetti asintomatici che quindi possono inconsapevolmente essere fonte di contagio. Le stesse mascherine forniscono comunque un certo grado di protezione, anche se minore rispetto ai dispositivi per sanitari, anche nei confronti dei “droplet” emessi da terze persone, come dimostrato da recenti test di laboratorio effettuati dall’Arpa della Regione Lazio. Insieme alle mascherine verrà distribuito anche un sintetico vademecum su come vanno utilizzate e indossate”.

Fonte: Ufficio stampa Regione autonoma Valle d’Aosta

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