Dopo le critiche di Erik Lavevaz, su “Facebook” Luigi Di Maio definisce «surreali» ed «inaccettabili» le funzioni prefettizie al presidente della Regione

Scritto da aostapresse

20 Dicembre 2019 - 11:00
Luigi Di Maio ad Aosta nel gennaio 2018

«Nei giorni scorsi molti di voi avranno letto la notizia relativa alle dimissioni del presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson La motivazione? Fosson è indagato per scambio elettorale politico mafioso nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda di Torino». Scrive così su “Facebook”, nella giornata di venerdì 20 dicembre, alle ore 10.01, Luigi Di Maio, ministro degli esteri, capo politico del “Movimento 5 Stelle”.

«Accuse pesanti, perché si parla di condizionamento della ‘ndrangheta nelle elezioni regionali 2018 proprio in Valle d’Aosta – continua Di Maio, il cui “Movimento”, con quattro consiglieri, è all’opposizione in Consiglio Valle – La magistratura farà il suo corso e aspettiamo di sapere la verità sui fatti. Come detto, Fosson nel frattempo si è dimesso. Ma c’è un’anomalia. Secondo lo Statuto della Regione Valle d’Aosta, il presidente della Regione ricopre anche l’incarico di Prefetto. In buona sostanza i valdostani si sono ritrovati non solo con il presidente della Regione indagato, ma anche con il Prefetto. Davvero surreale. Capirete bene che tutto questo è inaccettabile. C’è sicuramente un problema alla base che va risolto. I valdostani infatti devono avere una figura terza che possa garantire legalità e giustizia nella propria Regione. Una figura che certamente non può essere “politica”».

«Il MoVimento 5 Stelle chiede da tempo di superare questa anomalia – ribadisce il ministro, sostenendo la deputata valdostana – La nostra portavoce alla Camera, Elisa Tripodi, ha più volte presentato istanze per slegare la figura del presidente della Regione da quella di Prefetto. Questo permetterebbe di garantire “terzietà” per i cittadini. E alla luce dell’ultima inchiesta, questo passaggio sarebbe fondamentale. Ma sapete però qual è il paradosso? Che Elisa Tripodi, dopo aver presentato mercoledì un Question Time per ribadire ancora una volta la posizione sul tema del MoVimento 5 Stelle, ha ricevuto attacchi dai media e da alcuni soggetti politici. Attacchi basati su motivi inesistenti. Giusto per essere chiari: nessuno vuole mettere in discussione l’autonomia della Valle d’Aosta, ma non si può tollerare che invece di finire al centro del dibattito pubblico un fatto così grave come l’inchiesta che ha portato alle dimissioni del presidente della Regione, ci sia qualcuno che prende di mira la nostra portavoce».

L’attacco a cui si riferisce il capo politico del “Movimento Cinque Stelle” è un comunicato stampa di Erik Lavevaz, segretario dell’Union Valdôtaine, prossimo ad entrare in Consiglio Valle: «il nostro deputato sembra voler parlare o promuovere iniziative presso il Parlamento solo per mettere ostacoli sulla strada dell’autonomia valdostana – si legge nella nota del “Mouvement” che fa riferimento all’interrogazione parlamentare della Tripodi che chiedeva di sciogliere il Consiglio regionale e di togliere le funzioni prefettizie al presidente della Regione Valle d’Aosta – dall’altro lato il leader di un movimento nazionalista (Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega, n.d.r.) che viene in Valle d’Aosta per un comizio, essendo però la stessa persona che ha evitato il processo con un voto in Parlamento ed essere il leader di un movimento che ha diverse persone indagate in tutta Italia ed al quale la Magistratura ha confiscato 49 milioni di euro!».

«La situazione politica in Valle d’Aosta è spaventosamente grave – aggiunge Lavevaz – ed una reazione immediata e forte è ormai inevitabile, ma non abbiamo bisogno di falsi moralisti lombardi per rimetterci in piedi. Può invece essere utile ricordare le premesse della “Dichiarazione di Chivasso”: “questa libertà può essere esercitata e protetta solo dalle Istituzioni politico-amministrative autonome dal governo centrale; (considerato) che le popolazioni alpine hanno sofferto più di qualsiasi altra popolazione italiana, la centralizzazione politica ed amministrativa dello Stato italiano, che li ha portati all’attuale catastrofe; che un’organizzazione basata sul federalismo, o almeno in gran parte con la decentralizzazione dal punto di vista politico e amministrativo dello Stato italiano è una condizione essenziale affinché tutte le Regioni italiane possano svilupparsi spiritualmente ed economicamente e garantire, con il loro sviluppo armonico, la rinascita di tutta la Nazione”».

«Nei prossimi giorni organizzeremo un’iniziativa di sensibilizzazione proprio in Valle d’Aosta, rivolta ai cittadini, dove chiederemo anche il supporto dei media – annuncia quindi Luigi Di Maio – Perché, quando accadono fatti così gravi, nessuno deve pensare di girarsi dall’altro lato. A nessun livello, né locale né nazionale. Stare in silenzio significa essere complici di un sistema marcio e squallido che troppo spesso vede l’intreccio di interessi affaristici tra politica e criminalità. Tutto il MoVimento è accanto a Elisa Tripodi che con forza sta portando avanti una battaglia equa per garantire il rispetto della legalità in Valle d’Aosta».

Fonti: pagina “Facebook” di Luigi Di Maio e Union Valdôtaine

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