«Io non ho potere decisionale in merito ma ho ritenuto utile rendere pubblico il mio pensiero che ho già, peraltro, esplicitato al presidente/prefetto. Spero che segnalarlo in questo modo possa servire». Conclude così, la presidente del Consiglio Valle, Emily Rini, su “Facebook”, nella mattinata di lunedì 6 aprile, un post in cui si dichiara “preoccupata” per la situazione viaria in Valle d’Aosta.
«La situazione è grave, non è il momento delle mezze misure – ha scritto – se da una parte posso anche capire le esigenze di chi ha richiesto la riapertura di alcuni cantieri e di alcune attività industriali sul territorio (il riferimento è al presidente della Regione, Renzo Testolin, n.d.r.), pur rimanendo fortemente perplessa circa la sua opportunità proprio in un momento di contagio diffuso qual è quello attuale, dall’altra non riesco proprio a spiegarmi le ragioni che hanno spinto e che spingono ancora tante, troppe persone a uscire di casa, prendendo a volte addirittura l’automobile per raggiungere Courmayeur piuttosto che Pila, Breuil-Cervinia e Gressoney, soltanto per citare le località dalle quali mi sono pervenute testimonianze di quello che sta avvenendo».
«Lo trovo di un’incoscienza pazzesca, in primis nei confronti di coloro che si stanno occupando dell’emergenza in prima linea e che a casa vorrebbero, ma non ci possono stare. Trovo paradossale che questi comportamenti vengano adottati proprio in questo particolare momento, dove occorrerebbe invece uno sforzo ulteriore da parte di tutti per non rischiare di vanificare quelli già affrontati fino a oggi. È per questo che, in vista del ponte pasquale, oltre al rafforzamento dei controlli sul territorio operati dalle Forze dell’ordine, a cui va un ringraziamento speciale per lo straordinario lavoro che stanno facendo, io sono per chiudere (o quantomeno presidiare H24) i quattro varchi di ingresso alla Valle d’Aosta (autostrada “A5” e strada statale 26 a Pont-Saint-Martin e trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo), proprio in nome di quelle mezze misure che in questo periodo non ci dovrebbero assolutamente essere. Anche perché abbiamo visto tutte le difficoltà e i limiti incontrati finora nel riuscire a fare rispettare le restrizioni e le prescrizioni già disposte dai decreti statali».
«Nessuna guerra a turisti o a proprietari di seconde case, beninteso – aggiunge – Ma che senso ha continuare a mantenere il comune di Pontey in “zona rossa” e poi non riuscire a evitare nuovi arrivi in tutto il resto della Valle? Qua in gioco c’è la salute e il futuro di tutti. Perché ricordiamoci molto bene una cosa: senza soluzione all’emergenza sanitaria, non potrà esserci nessuna ripresa economico-sociale».
Fonte: profilo “Facebook” di Emily Rini