«Buongiorno, vi scrivo queste breve considerazioni per mettervi al corrente delle mie decisioni». Inizia così la lettera inviata da Flavio Peinetti, consigliere regionale uscente dell’Union Valdôtaine, entrato in Consiglio Valle il 7 maggio 2019, in sostituzione “temporanea” dell’ex presidente della Regione, Augusto Rollandin, sospeso dalla carica a causa delle disposizione della legge Severino, dopo una condanna, in primo grado, di quattro anni e sei mesi per il reato di corruzione: «come avevo anticipato alla mia Presidente e alla Sezione di “Aoste Ville” in era pre-covid – ha scritto Peinetti giovedì 23 luglio al presidente del mouvement, il collega e vicino di banco Erik Lavevaz, ed a Elisabetta Tubère, consigliera comunale e presidente della sezione UV alla quale era iscritto – confermo la mia indisponibilità ad una nuova candidatura alle elezioni regionali e contestualmente comunico la mia uscita dall’Union Valdotaine. Questa decisione, dolorosa e sofferta, è maturata nel tempo ed è essenzialmente legata al mio profondo dissenso rispetto alle decisioni prese a suo tempo dagli organi direttivi del Mouvement».
«Non ho condiviso la linea politica che ci ha portato allo scioglimento anticipato della legislatura, mi sono opposto nelle sedi opportune, motivando le mie scelte, anche quelle più difficili, come quella di chiedere il rinvio dell’approvazione del bilancio, in ragione del grave momento che stavamo vivendo – ha aggiunto – La nuova manovra economico-finanziaria che ne è scaturita, si è rivelata significativamente diversa e, a seguito del lavoro collegiale di revisione, si sono create le basi per riproporre un nuovo governo, anche a tempo, che ci potesse permettere di dare esecutività alla manovra appena varata. Così non è stato e sono state prese dal Mouvement altre strade che ho accettato come si fa in democrazia, ma che non ho condiviso per niente, come non ho mai condiviso l’invito ad “andarsene a casa”, pronunciato senza reali motivazioni ma con il solo intento populista e forcaiolo di fare “piazza pulita”, come se noi eletti, rimasti in Consiglio, avessimo qualcosa da nascondere o fossimo responsabili di chissà quali azioni. Anche per tutto questo ho trovato profondamente ingenerose e per certi versi immotivate, le accuse rivolte ai Consiglieri che hanno avuto il solo torto di cercare una soluzione politica alla crisi in cui siamo piombati a seguito delle note inchieste giudiziarie».
«Per quanto mi riguarda mi sono sempre messo a disposizione del Mouvement – ha ricordato il consigliere regionale UV, per il quale era stato avviato un procedimento disciplinare in seguito alle critiche espresse – come testimoniano le mie candidature nel 2008 e nel 2018, il mio lavoro nella Commission Santé, la partecipazione all’attività della mia Sezione di Aoste Ville e per l’ultimo la disponibilità ad entrare in Consiglio nel 2019 mettendo momentaneamente da parte la mia attività professionale a cui sono profondamente legato, per rispondere alla chiamata in un momento per nulla semplice dove sarebbe stato più facile rispondere “no grazie”».
Peinetti, 64 anni, medico chirurgo, già primario del Dipartimento delle discipline chirurgiche all’ospedale “Parini” di Aosta, era risultato secondo tra i non eletti, avendo raccolto 822 voti e, una volta entrato in Consiglio Valle, aveva scelto di mantenere lo stipendio base da dirigente dell’Azienda Usl, rinunciando a quello di consigliere regionale ed incassando la sola diaria: «in questi mesi la situazione è precipitata a seguito dell’emergenza sanitaria ed io sono rimasto fedele al Gruppo, cercando di dare il mio contributo, soprattutto tecnico e professionale all’interno della quinta Commissione – ha rimarcato – per varare provvedimenti tesi ad arginare l’emergenza sanitaria e sociale ed in Consiglio, per dare attuazione alle manovre di sostegno economico alla popolazione valdostana così duramente colpita. Con grande fatica siamo giunti al termine di questo percorso, il Consiglio ha terminato i suoi lavori, grazie in particolare alla ritrovata sinergia tra i Gruppi ed i Consiglieri Autonomisti e, per quanto mi riguarda, ritengo sia giunto il momento di ufficializzare la mia uscita dall’Union Valdotaine, ringraziando tutti coloro con i quali ho condiviso questa esperienza, soprattutto quelli che, come me, sperano che il mondo autonomista ritrovi una strada comune, al di là dei personalismi, nell’interesse superiore della Valle d’Aosta».