In una nota, il comitato “La Valle d’Aosta non è una discarica” annuncia di aver appreso, con sorpresa, che la Giunta regionale non ha intenzione di abbandonare l’idea di realizzare una pattumiera in località Chalamy a Issogne, a non più di duecento metri dall’abitato di Champdepraz, incurante delle 13.000 firme di cittadini contrari a questo scempio, raccolte in poco più di due mesi.
“Ci sono giunte voci di emendamenti alla L.R. 31/2007 relativi all’articolo 16 – si legge nel comunicato – che ribadiscono la volontà di confermare l’autorizzazione a conferire rifiuti industriali provenienti da fuori Valle, limitandone solo la percentuale. Per usare una metafora è come se ad una persona chiusa in casa, con un tornado che impazza all’esterno, venisse in mente di aprire solo un po’ la porta! Nulla cambia rispetto allo spalancarla completamente come fece la Giunta Rollandin nel 2014 con delibera numero 1381”.
“E chi sarà il garante del non superamento del limite del venti per cento? – si chiedono dal comitato – e soprattutto chi si occuperà seriamente dei controlli dei materiali effettivamente conferiti? Forse l’assessore all’ambiente? Ma a quale persona di buon senso verrebbe in mente di portare a casa propria rifiuti d’ogni dove? Solo ad un mentecatto. Non ritenendovi tali, dobbiamo pensare che ci siano altri
motivi. Sappiamo quanto è remunerativo il mercato dei rifiuti in Italia ed a ragione temiamo che la Valle d’Aosta sia diventata una nuova terra di conquista”.
“Dai mezzi di informazione abbiamo appreso che “Enval” è subentrata a “Valeco” nel trattamento dei rifiuti – continua la nota di Elvis Francisco, referente del comitato – “Enval” si è aggiudicata la commessa della durata di 17 anni, risultando vincitrice della gara d’appalto nella quale era l’unica partecipante. “Enval” è controllata da “Greenthesis Group”, che a sua volta controlla “Dimensione Green”, impegnata nella “valorizzazione” dell’area Chalamy. Stando così le cose appare chiaro a chi convenga aprire una discarica per rifiuti industriali in Valle d’Aosta. Di sicuro non conviene alle oltre 13.000 persone che hanno firmato la nostra petizione. Loro, ed in particolare quelle che rischiano di subire le peggiori conseguenze causate dalle vostre scelte, non vedono l’ora di incontrarvi per farsi spiegare, da voi, le ragioni per le quali è necessario trasformare l’area di Chalamy in una pattumiera”.
“Lei, assessore Chatrian, non è stato in grado di disinnescare la bomba ad orologeria confezionata dalla giunta Rollandin con delibera 1381 del 7 ottobre 2014 – si legge ancora – nessun consigliere si è adoperato per abolire la famigerata determina n° 2939 del 13 ottobre 2008, presidente Rollandin, quella che scardinò l’articolo 8 “deroghe alle determinazioni del PTP” della legge regionale 11/1998. Lei, assessore Bertschy, che durante l’incontro a cui ci invitaste annuiva con l’ex assessore Viérin sul fatto che la discarica non sarebbe stata realizzata, non mi pare che si sia speso in tal senso. Eppure lei proviene da quel territorio. Troppo facile scrivere emendamenti nei palazzi senza consultare i diretti interessati. Siete sempre pronti a rivendicare l’autonomia della Valle d’Aosta, poi in questo caso, vi siete comportati come il peggiore degli Stati nazionali, indifferente al territorio”.
“Ci aspettiamo che chi siede in Consiglio regionale ed è chiamato a votare questo bilancio ed i relativi emendamenti si adoperi per evitare lo scempio che comporterebbe l’apertura di una discarica – conclude la nota – per di più ubicata in una zona vincolata sia per rischio frane, sia per alluvioni. Non siate gli esecutori materiali di uno scempio i cui mandanti siedono altrove. La bassa Valle è zona di passaggio di Tir e turisti in transito. Il territorio in oggetto è stato sottoposto a monitoraggio dell’aria nel corso del 2015 da parte di Arpa ed è risultato il peggiore fra tutti i siti monitorati in Valle e da allora nessun controllo è stato fatto. Non sentiamo la necessità di accogliere una discarica che andrebbe ad appesantire ulteriormente l’attuale situazione ambientale. Da parte nostra continueremo ad opporci”.
Fonte: Comitato “La Valle non è una discarica”