«L’emergenza “coronavirus” ci ha tolto la libertà personale, adesso facciamo in modo che non ci venga tolta anche la dignità». E’ quanto chiede Claudio Albertinelli, segretario generale del “Savt – Syndicat autonome valdôtain des travailleurs” in una nota inviata nella mattinata di martedì 21 aprile.
«”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, Così è scritto nell’articolo 1 della Costituzione italiana – ricorda – E questo vogliamo che sia la priorità e che possa tornare ad essere la normalità. Si deve lavorare per creare il prima possibile i presupposti affinché l’economia possa ripartire e le persone
siano messe nelle condizioni di potere tornare a lavorare, possano tornare a sostenere la loro famiglia. Il lavoro è dignità e noi chiediamo, nel rispetto delle indicazioni della comunità scientifica, che si possa tornare a lavorare il prima possibile, senza doversi ridurre a dover aspettare il sostegno pubblico di turno».
«Sostegni che oltretutto hanno dei tempi del tutto incerti e sicuramente troppo lunghi per la loro erogazione – stigmatizza il sindacalista valdostano – I sostegni economici pubblici alle famiglie e alle imprese possono, infatti, essere utili esclusivamente per un periodo limitato di tempo. Non si può immaginare che reggano per diversi mesi. Oltretutto ci vorrebbero risorse economiche illimitate per immaginare che il sistema pubblico possa sostenere per un periodo illimitato di tempo tutto il tessuto economico. Comunque non potendo garantire che alla fine le aziende possano riaprire e i lavoratori tornare sui loro posti di lavoro».
«E’ per questo che chiediamo che si creino le condizioni per far ripartire il mondo produttivo ed economico in tempi ragionevolmente rapidi – ribadisce Albertinelli – ovviamente avendo come primo presupposto la garanzia per la salute degli operatori e degli utenti. In tutta Italia le Regioni stanno dibattendo al loro interno su come poter affrontare la “fase 2”, quella della ripartenza. In Valle d’Aosta al momento tutto tace. Non vi è nessuna interlocuzione tra il presidente della Regione e le parti sociali per iniziare a confrontarsi sulle modalità con le quali fare ripartire il sistema, in primis garantendo la sicurezza di tutte le persone coinvolte. Il rischio è quello che, nel momento in cui arriverà a livello centrale il “via libera” per delle riaperture, noi non ci troveremo pronti per farlo e saremo obbligati a perdere ulteriore tempo. E oggi più che mai il tempo è prezioso. Molte aziende, produttive e commerciali, sono già a forte rischio chiusura e la tempestività per loro significa vita o morte, ivi compresi i posti di lavoro che ne conseguono».
«Il confronto deve partire in primis dalle misure che dovranno essere messe in campo con la prossima legge regionale di sostegno all’economia – chiede quindi il segretario del “Savt” – Ancora prima dell’approvazione della legge che ha messo in circolo i 25 milioni di euro, abbiamo sostenuto che non sarebbe stata sufficiente se non si fosse in tempi brevi approvata quella che deve essere la manovra più corposa e strutturale e che inietterà nel sistema come minimo 120
milioni di euro. E questa rimane ancora la priorità. Bisogna assolutamente integrare le misure messe in campo per i lavoratori, a partire dal prorogare l’integrazione degli ammortizzatori. Bisogna prevedere per il 2020 la sospensione totale del pagamento di tutti i tributi regionali e comunali, ivi compresa l’addizionale Irpef. Bisogna garantire ulteriore liquidità alle imprese, anche a fondo perso se necessario».
«Ad una condizione però: che le aziende continuino a garantire i livelli occupazionali – ribadisce Claudio Albertinelli – Se necessario anche prevedendo maggiori forme di flessibilità del lavoro e di incentivazione per le assunzioni. Ed è per questo che deve iniziare un confronto proficuo e continuo tra tutte le parti in causa. L’obiettivo deve essere quello di trovare a livello regionale delle soluzioni che permettano al nostro sistema economico di reggere all’urto dell’emergenza coronavirus, salvando aziende e lavoratori. Altrimenti la nostra Regione cadrà in una crisi sociale ed economica dalla quale sarà molto difficile rialzarsi».
Fonte: “Savt – Syndicat autonome valdôtain des travailleurs”