In Piemonte due casi di truffa del “tampone a domicilio” per la psicosi del “coronavirus”. La Polizia ribadisce: «procedura non prevista, denunciateli»

Scritto da aostapresse

27 Febbraio 2020 - 12:15
Una 'volante' della Polizia

“In questi giorni fate massima attenzione ai finti operatori sanitari e mettete in guardia gli anziani familiari e vicini di casa così che possano avvisarci come accaduto a Torino”.
L’avviso arriva dalla Polizia di Stato, che in una nota diffusa giovedì 27 febbraio racconta che, mercoledì 26 “un uomo pensava di introdursi in un palazzo del capoluogo piemontese sfruttando l’emergenza del “coronavirus”, pensando di abbindolare una donna di 72 anni che stava rincasando. Il truffatore si era presentato come un impiegato della Asl e voleva convincere l’anziana a farlo entrare per disinfestare il palazzo, ma la donna, capito che si trattava di una truffa, non ci ha pensato due volte a chiudere la porta in faccia all’uomo mentre una vicina di casa, che aveva assistito alla scena, ha contattato immediatamente il 112 NUE per segnalare il truffatore, del quale ben presto si sono perse le tracce”.

Un altro tentativo di truffa è avvenuto a Rivoli, nella giornata di martedì 25 febbraio “nei confronti di una signora di 72 anni che stava tornando a casa. Attorno alle 13, un uomo di circa quarant’anni, ben vestito, con una valigetta “24 ore” al seguito, ha avvicinato la signora, intenta ad aprire il portone dello stabile. L’uomo faceva finta di suonare ai citofoni. La signora gli ha chiesto chi stesse cercando in particolare e il soggetto rispondeva che era stato inviato dall’Asl al fine di disinfestare il condominio per prevenire il contagio e la diffusione del “coronavirus”. Continuava dicendo che l’indomani mattina sarebbe tornato, insieme ad altri colleghi, munito di camice bianco, per sottoporre tutti i residenti dello stabile a tampone. A quel punto l’uomo ha chiesto il nome all’anziana che però, insospettitasi, non glielo ha fornito e gli ha chiesto di allontanarsi dal palazzo. Un’altra condomina, avvedutasi della scena, ha contattato il 112 e personale della Polizia di Stato è intervenuto per le ricerche del truffatore, che però si era già dileguato”.

“Si ricorda di prestare la massima attenzione a sedicenti operatori sanitari – sottolineano ancora i poliziotti – che propongono visite e tamponi domiciliari per verificare la positività al “coronavirus”. Queste procedure non sono in alcun modo previste da protocolli sanitari e dunque rappresentano un tentativo di truffa. Non esiste alcuna autorizzazione a effettuare test medici a domicilio ovvero qualsiasi intervento di sanificazione delle abitazioni. Si raccomanda pertanto la
massima prudenza, con l’invito a contattare immediatamente le Forze dell’ordine per denunciare simili episodi”.

Fonte: Questura di Torino

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