La Presidenza della Regione propone un emendamento al decreto-legge per i parametri sui colori: «non contate i turisti sotto il milione di residenti»

Scritto da aostapresse

4 Agosto 2021 - 19:00
Erik Lavevaz in sala Giunta

Per evitare di perdere la “zona bianca” e rischiare le chiusure provocate dai passaggi in zona gialla, arancione o gialla, in virtù dei piccoli numeri e della particolare situazione che caratterizza la Valle d’Aosta, la Presidenza della Regione ha proposto un emendamento al disegno di conversione in legge del decreto-legge numero 105 del 23 luglio scorso con le nuove “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da covid-19 e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche”, entrato in vigore nel momento della sua firma e che dovrà essere approvato, come legge dello Stato, dal Parlamento, entro 60 giorni, vale a dire il 23 settembre.

Il decreto-legge, da non confondere con il “Dcpm – Decreto del presidente del Consiglio dei ministri”, è un provvedimento collegiale, discusso da tutto il Consiglio dei ministri, che si usa in casi di necessità ed urgenza, come catastrofi naturali ed epidemie ed entra in vigore immediatamente dopo la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.

La proposta della Presidenza della Regione, prevede al comma 16.septies dell’articolo 2 del decreto-legge, che definisce i parametri per l’applicazione del “colore”, chiede di inserire un nuovo punto, il terzo, che indica che “l’incidenza settimanale dei contagi nelle Regioni e Province autonome con popolazione inferiore ad un milione di abitanti e a vocazione turistica (oltre alla Valle d’Aosta sono sotto il milione di abitanti il Molise, la Basilicata e l’Umbria, n.d.r.) è calcolata con al numeratore i nuovi casi residenti riportati nei sette giorni precedenti ed al denominatore la popolazione residente”.

I numeri per la zona “bianca”, “gialla”, “arancione” e “rossa”

L’attuale normativa prevede che la “zona bianca” venga mantenuta quando “l’incidenza settimanale dei contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive” oppure, nel caso sia superiore a questo valore, “il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da “covid-19″ è uguale o inferiore al 15 per cento” o “il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da “covid-19″ è uguale o inferiore al 10 per cento di quelli comunicati alla Cabina di regia”. Viene consentito di aggiornare la disponibilità di posti letto, “con cadenza mensile”, aggiungendone altri “che non incidano su quelli già esistenti e destinati ad altre attività”.

Il valore per la “zona gialla”, se non si verificano le eccezioni per la “zona bianca”, prevede “l’incidenza settimanale dei contagi pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti”, con la possibilità che “il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da “covid-19″ è uguale o inferiore al 30 per cento” oppure “il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da “covid-19″ è uguale o inferiore al 20 per cento”.

Per la “zona arancione” il valore della “incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti” mentre si va in “zona rossa” quando anche “il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da “covid-19″ è superiore al 40 per cento” o “il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da “covid-19″ è superiore al 30 per cento”.

La proposta della Valle d’Aosta, che potrà interessare anche Molise, Basilicata ed Umbria

“Il comma 16-septies del decreto-legge – si legge nella breve relazione di accompagnamento dell’emendamento – prevede alla lettera a) i criteri per l’applicazione alle Regioni della “zona bianca”, dove è sancito che l’incidenza settimanale dei casi venga rapportata alla popolazione di 100.000 abitanti. Tale parametro, però, se continua ad essere calcolato con al numeratore i casi totali, anche di persone non residenti, ed al denominatore la popolazione residente, risulta da un lato un rapporto tra dati non coerenti e dall’altro, in una Regione o Provincia autonoma con una popolazione inferiore ad un milione di abitanti e a vocazione turistica, altamente sfavorevole e sbilanciato, non tenendo conto dei flussi turistici che in alcuni mesi dell’anno ne triplicano la popolazione”.

“Pertanto l’emendamento propone – conclude – di prevedere nel calcolo dell’incidenza al numeratore solo i casi di persone residenti”.

Fonte: decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105

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