Le raccomandazioni del vescovo di Aosta ai fedeli per la riprese delle celebrazioni liturgiche: «ci è chiesto un grande sforzo per non vanificare i sacrifici»

Scritto da aostapresse

15 Maggio 2020 - 10:00
La cattedrale di Aosta

«Carissimi fratelli e sorelle, giunge l’ora in cui potremo ritrovarci nelle nostre chiese per celebrare insieme la Liturgia. La data fissata, come sapete, è lunedì 18 maggio. È questo un segno di speranza: il contagio, pur non ancora sconfitto, sembra essere maggiormente sotto controllo».
Inizia così la lettera ai fedeli che il vescovo della diocesi di Aosta, monsignor Franco Lovignana ha diffuso dopo la firma, giovedì 7 maggio, del protocollo tra la “Conferenza episcopale italiana – Cei” e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

«Di questo vogliamo ringraziare anzitutto il Signore che abbiamo invocato in questi due mesi, chiedendo l’intercessione della Vergine Maria, Regina della Valle d’Aosta, e dei nostri Santi Patroni, Grato e Orso» aggiunge il vescovo di Aosta ringraziando tutti coloro che, a diverso titolo, si sono impegnati durante il confinamento. «Al riguardo mi sento di dover correggere un’immagine un po’ distorta della vita ecclesiale in questo tempo di restrizione – precisa Lovignana – Sembra che, essendo sospese le celebrazioni liturgiche con il popolo, tutto si sia fermato, ma non è stato così. Dal punto di vista liturgico, abbiamo cercato di favorire la partecipazione a distanza alla Liturgia, mentre i sacerdoti hanno continuato la celebrazione dell’Eucaristia e della Liturgia delle Ore a favore di tutti; le famiglie hanno riscoperto la dimensione domestica della Liturgia con piccole celebrazioni della Parola, con la preghiera condivisa, in modo particolare la recita del Santo Rosario. Dal punto di vista dell’annuncio, non sono mancati i sussidi offerti a vari livelli (“Cei”, diocesi, aggregazioni ecclesiali) e gli incontri on line per continuare la catechesi e la formazione. Dal punto di vista caritativo, l’azione della Caritas diocesana, delle Caritas parrocchiali e delle associazioni ecclesiali non solo non si è fermata, ma è cresciuta trovando nuovi canali, innovative modalità di attuazione e anche nuove forme di collaborazione. Tutto questo è sotto gli occhi di tutti e ogni comunità è invitata a non lasciar cadere gli aspetti positivi emersi in questa lunga esperienza di isolamento».

«La ripresa delle celebrazioni comunitarie non rappresenta un allentamento dell’attenzione e della prudenza – avvisa il vescovo di Aosta – Al contrario ci è chiesto un più grande sforzo per non vanificare i sacrifici fatti e non precipitare in situazioni che ci auguriamo di non vivere più. Per questo motivo ognuno faccia la sua parte nell’osservanza della normativa e, in particolare, delle prescrizioni che accompagneranno il nostro tornare a celebrare insieme. Esse sono contenute in un Protocollo elaborato dalla Conferenza episcopale italiana e approvato dal Governo Italiano».
«In questo momento il mio pensiero va alle tante vittime che la pandemia ha mietuto anche nella nostra Valle e alle loro famiglie – ricorda poi monsignor Franco Lovignana – Abbiamo pregato molto per gli uni e per le altre. Ora potremo esprimere nella celebrazione della Messa esequiale la preghiera di suffragio, il nostro dolore e la nostra umana solidarietà verso i parenti. Lo faremo in maniera prudente, evitando assembramenti e contatti ravvicinati, ma non con minore intensità, anzi privilegeremo la verità della presenza e la preghiera. Il pensiero va poi alla difficile situazione economica che si prospetta davanti a noi e che colpirà tante persone e tante famiglie. Essa chiederà a politici, amministratori e imprenditori grande impegno e creatività, ma chiederà a tutti noi di esercitare la carità personale, politica e sociale. Cerchiamo di reagire con speranza e spirito di solidarietà perché il necessario non manchi a nessuna famiglia. Come discepoli di Gesù ci sentiamo di dover operare in prima linea su questo fronte, con le modalità proprie e/o possibili ad ognuno (impegno professionale, volontariato, offerte, …). Vogliamo contribuire con la forza del Vangelo e con tutte le nostre risorse umane alla rinascita e alla ricostruzione del Paese e, più direttamente, della nostra Valle. E vogliamo farlo in collaborazione con tutte le realtà vive della società».

«Infine il pensiero va ai bambini, ai ragazzi, ai giovani e alle loro famiglie alla vigilia dell’estate, tradizionalmente ricca di belle iniziative di socializzazione e di formazione – sottolinea ancora il vescovo – Tutte le nostre realtà ecclesiali desiderano poter realizzare qualcosa anche quest’anno. Aspettiamo però indicazioni da
parte del Governo, mentre abbiamo iniziato una interlocuzione con l’Amministrazione regionale. Dopo settimane senza esprimere comunitariamente la nostra fede vogliamo recuperare progressivamente la normalità della vita ecclesiale. Lo facciamo con grande prudenza. I fedeli che per età o per condizione di salute sono più a rischio e non si sentono di venire in chiesa sono dispensati dal precetto festivo e possono partecipare alla Santa Messa attraverso la televisione. Coloro poi che hanno temperatura superiore ai 37,5°C o presentano sintomi influenzali sono tenuti ad astenersi dal venire in chiesa e partecipare alle celebrazioni».

«Restiamo uniti nella preghiera, invochiamo lo Spirito Santo che ci aiuti a discernere ciò che Dio suggerisce alla nostra vita personale, alla Chiesa e alla società attraverso l’esperienza che stiamo vivendo – chiede Lovignana – Mettiamo a frutto ciò che tutti abbiamo percepito e cioè la necessità di rivedere il nostro modo di stare al mondo. Ci siamo scoperti non onnipotenti e capaci di prevedere e dominare tutto, ma creature fragili che hanno bisogno di contare sulla Provvidenza di Dio. Abbiamo intuito quali sono le cose importanti della vita, la fede e la preghiera, la famiglia, le relazioni di amicizia, il lavoro, il vicinato, la solidarietà, un vero stato sociale. Pongo tutti voi sotto la protezione della Vergine Santissima e invoco la Benedizione del Signore».

Nella circolare inviata ai parroci della Valle d’Aosta, il vescovo di Aosta rimarca che “Occorrerà attenersi rigorosamente al protocollo predisposto dalla Conferenza Episcopale Italiana e approvato dal Governo Italiano”, spiegando che “L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato. Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale rappresentante dell’ente individua la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale. L’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/o collaboratori che, indossando adeguati dispositivi di protezione individuale e un evidente segno di riconoscimento, favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo
di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche”.

“Le celebrazioni per ora sono consentite esclusivamente nelle chiese parrocchiali e non nelle cappelle – dispone Lovignana – Le celebrazioni previste nelle cappelle, ad esempio per le feste patronali, sono temporaneamente sospese, ma potranno essere trasferite nella chiesa parrocchiale. Allo stesso modo sono sospese in questa fase di transizione le Messe previste in montagna, i pellegrinaggi e le processioni. Le celebrazioni sono consentite nelle chiese delle comunità religiose. Le comunità religiose, confrontandosi con l’ordinario diocesano, valutano con prudenza se e quando riaprire le celebrazioni ai fedeli. Per quanto concerne i volontari previsti per vigilare sugli accessi alla chiesa per le celebrazioni festive e i funerali, le parrocchie potranno utilmente chiedere questo servizio ai giovani maggiorenni già animatori presso gli oratori o appartenenti ad associazioni e movimenti ecclesiali. Potranno anche contattare la sezione degli alpini o altre associazioni locali per chiedere una collaborazione. Quanto all’evidente segno di riconoscimento, si consiglia di indossare il giubbotto gilet di emergenza, giallo o arancione, oppure il
segno distintivo dell’associazione di riferimento (ad esempio il cappello per gli alpini)”.

“Prima di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche occorre consultare l’ordinario diocesano – consiglia quindi il vescovo – Piuttosto si prenda in considerazione la possibilità di celebrazioni all’aperto e anche la possibilità di collocare sulla porta della chiesa un altoparlante che permetta ai fedeli di partecipare alla celebrazione stando sul sagrato o sulla piazza antistante la chiesa, sempre rispettando le distanze richieste. Per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari ad almeno un metro e mezzo, si utilizzino, ove presenti, più ingressi, eventualmente distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita. Durante l’entrata e l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate. Per l’entrata è preferibile utilizzare la sola porta principale (per evitare la moltiplicazione dei volontari) chiedendo ai fedeli di formare delle file ordinate, come per l’accesso ai pubblici esercizi. L’uscita viene coordinata da colui che presiede la celebrazione o da un suo delegato che fa partire le persone un banco o un settore alla volta, chiedendo ai fedeli di attendere il proprio turno”.

“Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine – si legge ancora nella circolare di monsignor Franco Lovignana – Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5°C.  Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti. Si favorisca, per quanto possibile, l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo
luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente. Agli ingressi dei luoghi di culto siano resi disponibili liquidi igienizzanti. La Diocesi si farà carico di far giungere ad ogni parrocchia una piantana con dispenser di liquido igienizzante per mani. Per questo motivo è bene prevedere una sola entrata/uscita”.

La circolare, tra l’altro dispone le istruzione per l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti: “I luoghi di culto, ivi comprese le sacrestie, siano igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica. Si abbia, inoltre, cura di favorire il ricambio dell’aria. I banchi e i mobili antichi di legno o di pregio vengano igienizzati utilizzando un panno strizzato imbevuto di una miscela di alcol (70%) e acqua (30%). Altri detergenti potrebbero danneggiare o macchiare il legno. Al termine di ogni celebrazione, i vasi sacri, le ampolline e altri oggetti utilizzati, così come gli stessi microfoni, vengano accuratamente disinfettati. Per disinfettare i vasi sacri si consiglia una miscela di alcol (70%) e acqua (30%). Si continui a mantenere vuote le acquasantiere della chiesa”.

Le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche prevedono che “Per favorire il rispetto delle norme di distanziamento è necessario ridurre al minimo la
presenza di concelebranti e ministri, che sono comunque tenuti al rispetto della distanza prevista anche in presbiterio. Oltre al presidente dell’assemblea liturgica, normalmente siano ammessi al massimo un diacono, due sacerdoti concelebranti e due ministranti. Tutti ovviamente sono tenuti a rispettare le distanze. I sacerdoti che presiedono la celebrazione si igienizzino le mani con apposito liquido prima di uscire dalla sacrestia, prima dell’offertorio e prima della distribuzione della Comunione. Il calice, la patena e le pissidi staranno coperti durante tutta la celebrazione, anche durante la preghiera eucaristica. Può essere prevista la presenza di un organista, ma in questa fase si ometta il coro. Oltre all’organista è possibile la presenza distanziata di uno o due cantori che guidino l’assemblea nel
canto o accompagnino con il canto alcuni momenti della Liturgia. Gli altri cantori si dispongono nei banchi come previsto per gli altri fedeli e sostengono l’assemblea nel canto. Tra i riti preparatori alla Comunione si continui a omettere lo scambio del segno della pace. La stretta di mano viene per ora sostituita interiormente dal desiderio di accogliere e donare a tutti la pace di Cristo. È il momento soprattutto di esprimere interiormente la disponibilità a concedere il perdono a chi ci avesse offeso o fatto del male. La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi, indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo
un’adeguata distanza di sicurezza, abbiano cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli. I fedeli si avvicinano ai ministri non formando una processione, ma partendo scaglionati e rispettando le distanze di sicurezza (almeno un metro e mezzo). Dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo esclusivamente
sulla mano, il fedele si sposta lateralmente, abbassa la mascherina avendo cura di toccare solo l’elastico, quindi si comunica, ripristina con la stessa attenzione la mascherina e poi torna a posto”.

“Nelle concelebrazioni tutti i sacerdoti concelebranti, compreso colui che presiede, comunichino al preziosissimo Sangue di Cristo per intinzione – continuano le disposizioni per le celebrazioni liturgiche – I fedeli assicurino il rispetto della distanza sanitaria. Per ragioni igienico-sanitarie, non è opportuno che nei luoghi destinati ai fedeli siano presenti sussidi per i canti o di altro tipo. Per questo motivo viene per ora sospesa la celebrazione comunitaria della Liturgia delle Ore. Sono possibili la recita comunitaria del santo Rosario e altre pratiche liturgiche o devozionali che non necessitano di sussidi cartacei. Le eventuali offerte non siano raccolte durante la celebrazione, ma attraverso appositi contenitori, che possono essere collocati agli ingressi o in altro luogo ritenuto idoneo. I cestini delle offerte siano posti all’uscita della chiesa di modo che ognuno possa deporvi quanto ha in animo di offrire, senza bisogno di toccare alcunché né di avvicinarsi a nessuno. È utile che tutti prendiamo coscienza che l’offerta, anche piccola, è oltremodo importante in questo momento per le spese ordinarie della parrocchia e per l’aiuto ai poveri. Il richiamo al pieno rispetto delle disposizioni sopraindicate, relative al distanziamento e all’uso di idonei dispositivi di protezione personale si applica anche nelle celebrazioni diverse da quella eucaristica o inserite in essa: Battesimo, Matrimonio, Unzione degli infermi ed Esequie. È possibile prevedere una data per l’Iniziazione cristiana degli adulti, da concordare con il vescovo. Nelle unzioni previste nell’amministrazione dei sacramenti del Battesimo e dell’Unzione degli
infermi, il ministro indossi, oltre alla mascherina, guanti monouso. Per il Battesimo si usi sempre acqua nuova, benedetta appositamente. Al termine della celebrazione essa venga versata nel sacrario della chiesa o nella terra. Nelle parti del rito che prevedono un contatto più ravvicinato con il/la battezzando/a e i suoi genitori, colui che amministra il Battesimo indossi la mascherina. Nel rito di accoglienza, colui che amministra il Battesimo e i padrini tracciano il segno di
croce senza toccare la fronte del/la battezzando/a, a differenza dei genitori che possono farlo. Il parroco, sempre rispettando il divieto di assembramento, le disposizioni di protezione personale e le distanze di sicurezza, potrà curare singolarmente le famiglie che si preparano al Battesimo dei propri figli. All’incontro potranno partecipare, se le dimensioni del locale lo consentono, anche i padrini e la coppia di catechisti battesimali, ove presenti. Il parroco, con le stesse modalità sopra descritte, potrà curare singolarmente la preparazione dei fidanzati al Matrimonio. Per le unzioni previste nei sacramenti del Battesimo e dell’Unzione dei malati si può prendere in considerazione l’uso di un bastoncino monouso con cotone che viene successivamente bruciato. Per il Matrimonio si usi acqua benedetta appositamente e successivamente versata nel sacrario della chiesa o nella terra. Si abbia cura che gli anelli nuziali siano toccati esclusivamente dagli sposi. Si
mantenga la debita prudenza nella firma dell’atto di matrimonio da parte del sacerdote, degli sposi e dei testimoni”.

“Per i funerali si seguano gli stessi criteri della Messa domenicale, chiedendo ai fedeli di mantenere la distanza di sicurezza – si legge ancora – Anche per la Messa esequiale è consentita solamente la presenza dell’organista e di uno o due cantori distanziati. Per evitare assembramenti non sono previsti cortei funebri né prima né dopo la celebrazione delle esequie in chiesa; i fedeli entrano in chiesa e prendono posto man mano che arrivano; solo il parroco esce per accogliere e condurre all’altare il feretro accompagnato dai soli parenti più stretti; dopo il rito di Commiato, solo i parenti più stetti escono dalla chiesa accompagnando il feretro e, senza corteo, si avviano al cimitero, dove, se possibile, vengono raggiunti dal parroco per la sepoltura. L’assemblea si scioglie in chiesa uscendo in maniera ordinata secondo le disposizioni fornite dal parroco o da un suo delegato. Si possono prevedere, concordandole con le famiglie, le Messe esequiali (in assenza del feretro) per tutti i defunti deceduti dall’inizio della pandemia. La vicinanza alle famiglie colpite da un lutto durante il tempo di restrizione è molto importante e richiede grande attenzione e tatto pastorale da parte del parroco e della comunità.

“Il sacramento della Penitenza sia amministrato in luoghi ampi e areati, che consentano a loro volta il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza richiesta dal sacramento stesso – dispone il vescovo di Aosta – Sacerdote e fedeli indossino sempre la mascherina. I parroci ricordino ai fedeli che è ora possibile la Confessione pasquale e predispongano orari di disponibilità e un luogo adatto per rispettare riservatezza e distanziamento (ad esempio la sacrestia) avendo cura di ricambiare l’aria e di igienizzare. I fedeli in attesa siano attenti a rispettare il distanziamento e le altre precauzioni previste.
Per proteggere i malati e gli anziani che sono nelle loro case si suggerisce ancora molta cautela per le visite e le Comunioni normalmente previste. Il parroco valuti prudentemente le richieste che gli vengono sottoposte e, dove gli pare possibile, intervenga preferibilmente di persona. Ovviamente i parroci e i sacerdoti sono sempre disponibili per l’Unzione dei Malati e il Santo Viatico. In ogni caso si osservino rigorosamente le precauzioni previste (mascherine, guanti monouso, igienizzazione delle mani prima di entrare in casa e all’uscita)”.

“La celebrazione del sacramento della Confermazione è rinviata. Ugualmente è rinviata la celebrazione della Prima Comunione – informa ancora la circolare – Al momento non è assolutamente possibile prevedere come potremo procedere. Meglio non programmare nuove date e non confermare per ora quelle già previste per l’autunno venturo. L’informazione da offrire alle famiglie è che non appena sarà possibile fare una previsione le decisioni saranno tempestivamente
comunicate. Sarà cura di ogni Ordinario rendere noto i contenuti del presente Protocollo attraverso le modalità che assicurino la migliore diffusione. All’ingresso di ogni chiesa sarà affisso un manifesto con le indicazioni essenziali, tra le quali non dovranno mancare: il numero massimo di partecipanti consentito in relazione alla capienza dell’edificio; il divieto di ingresso per chi presenta sintomi influenzali/respiratori, temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5°C o è stato in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti; l’obbligo di rispettare sempre nell’accedere alla chiesa il mantenimento della distanza di
sicurezza, l’osservanza di regole di igiene delle mani, l’uso di idonei dispositivi di protezione personale, a partire da una mascherina che copra naso e bocca.
Assieme alla presente circolare verrà fornito anche un manifesto da stampare/ingrandire, uguale per tutte le Parrocchie con la possibilità di aggiungere quanto necessario localmente”.

“A partire dal 18 maggio cesserà la trasmissione radiofonica e in streaming delle celebrazioni diocesane – conclude la comunicazione di monsignor Franco Lovignana – si consiglia ai fedeli che non possono recarsi in chiesa di seguire, come d’ordinario, la Messa trasmessa dai canali televisivi. Le indicazioni contenute nel protocollo e nelle sue integrazioni sono finalizzate a permettere a  tutti i fedeli di partecipare alle celebrazioni in sicurezza e per questo motivo vanno osservate
scrupolosamente. In ultima analisi si tratta di un atto di carità sociale”

Fonte: diocesi di Aosta

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