Per le leggi di bilancio regionale sono stati presentati, in Consiglio Valle, undici ordini del giorno e 138 emendamenti

Scritto da aostapresse

28 Gennaio 2020 - 20:20
Alberto Bertin ed i consiglieri del 'Movimento Cinque Stelle'

I lavori del Consiglio straordinario dedicato ai documenti di bilancio della Regione per il triennio 2020-2022 sono proseguiti nella seduta pomeridiana del 28 gennaio 2020 con la discussione generale.

«La nostra astensione sul bilancio – ha detto il Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Luigi Vesan – è nota: una posizione che abbiamo ribadito con coerenza in ogni occasione, confrontandoci però su tutti i tavoli disponibili. Relativamente alla proposta di stamattina, non siamo disponibili a partecipare a nessun tipo di accordo con la maggioranza, non siamo certo disposti a scambiare il voto anticipato di pochi giorni con il voto sul bilancio: ci siamo confrontati solo nel merito, e sosterremo in questo senso quegli emendamenti che riteniamo positivi. Ribadiamo infine di essere assolutamente disponibili a rassegnare le nostre dimissioni quando ci saranno altre 14 firme. Le elezioni non sono un risultato da sbandierare: sono l’unica soluzione a questa terribile situazione».

La Consigliera Manuela Nasso (M5S), avanzata la proposta di «osservare un minuto di silenzio per celebrare la Giornata della Memoria, vista la giornata di ieri e i fatti accaduti in questi giorni», ha affermato: «Nonostante sia trascorso più di un anno dall’inizio della Legislatura, certi atteggiamenti ancora mi stupiscono; ad esempio, alcuni Consiglieri non hanno mai smesso di fare campagna elettorale, magari con inutili teatrini in Aula dettati dallo streaming. La politica è mediazione ma non c’è spazio per i ricatti: non accetterò mai di votare qualcosa in cambio di qualcos’altro se non ne condivido l’impianto. I vari corteggiamenti da parte di una maggioranza che perde pezzi non portano da nessuna parte. Le elezioni sono necessarie ma non risolveranno nulla, purtroppo. Rappresentano la soluzione per portare stabilità a questo Consiglio e mi auguro che il vincitore sia il partito della partecipazione. Non possiamo sostenere questo bilancio, a partire dal fatto che sia viziato dalla ‘ndrangheta. Ma altri aspetti non ci trovano d’accordo: ci sono mancanze nel settore della cultura e dei beni culturali, che non solo è un volano per la regione, ma consente di dare un’occupazione a tanti valdostani. Auspico che questo Consiglio ritrovi la dignità che merita. La comunità valdostana deve essere posta davanti a tutti i personalismi e a tutti i giochi di potere, nei fatti e non solo nelle parole».

«Avremmo potuto seppellire di emendamenti il bilancio – ha sostenuto il Capogruppo di Mouv’, Elso Gerandin – invece abbiamo scelto il buon senso facendo proposte puntuali, di sostanza. Di fronte a fallimenti come quello di questa amministrazione spesso non c’è un solo colpevole. Ma c’è una differenza tra una maggioranza, per quanto decimata, e la minoranza. In questa fase è stato evidente: l’unica cosa che non è venuta meno è il narcisismo di chi governa, come è dimostrato dalla relazione del presidente. A dicembre sarebbe dovuto iniziare un percorso di apertura: invece si è continuato con il manifestare una volontà superba. La proposta è stata quella di dare un “milioncino” all’opposizione per redistribuirlo: questo conferma la mancanza di disponibilità e di visione. Si poteva creare un bilancio di Commissione, ma la Giunta non ha voluto fare un passo indietro. Nella crescita del bilancio non c’è nessun merito da parte della maggioranza uscente: è mancata anche l’umiltà di ammettere che questo sia un risultato del Governo Spelgatti. La gestione dei mutui Finaosta è un esempio di questa incapacità di cogliere le vere esigenze dei valdostani; ma lo stesso vale per il destino segnato del settore agricolo, o per l’estrema confusione nella gestione degli Enti locali, o per la dimenticanza del sociale con l’eccezione dei fondi destinati al J.B. Festaz. Ed è triste che il mondo autonomista sia venuto a patti con chi dice che 1.200 milioni per la Valle d’Aosta sono troppi, o vuole rinunciare alle peculiarità delle prerogative prefettizie».

Per il Consigliere Alessandro Nogara (Alliance Valdôtaine) «denigrarsi a vicenda non serve a niente e chi ne paga le conseguenze sono i cittadini valdostani. Oggi ci vuole serietà e responsabilità e votare questo bilancio. Non ho mai visto una maggioranza che approva un bilancio e un’opposizione che batte le mani, così come non credo che le proposte avanzate siano marchette, da una parte o dall’altra: è il ruolo della politica avanzare idee diverse. Ognuno porta avanti ciò in cui crede e ciò che rappresenta. Portando avanti questo bilancio si risolvono tante cose, mentre altre rimangono irrisolte e chi sarà chiamato a governare dovrà deliberare le misure che vi sono contenute. Mi auguro che il prossimo Governo si occupi immediatamente di CVA: se non si agisce per tempo, sarà lo Stato a prendere in mano le concessioni delle acque e ne deciderà le sorti, tenendosi anche il 10% per sé. È importante che oggi si discuta di questo bilancio e spero che sia approvato, al fine di dare risposte alla comunità».

Il Capogruppo di RC-AC, Alberto Bertin, ha sottolineato: «Tecnicamente la maggioranza non esiste più da dicembre: le maggioranze sono in funzione di un Governo e senza Governo non c’è maggioranza. Su questo però pare proprio essersi ingenerato un equivoco. Quello che sarà approvato sarà un bilancio virtuale, i cui contenuti politici saranno alimentati dal prossimo Governo; oggi in effetti non c’è corrispondenza tra maggioranza, Governo e bilancio. Negli ultimi mesi ho assicurato la continuità amministrativa essenzialmente con due obiettivi: fermare il processo di quotazione in borsa di CVA attraverso una norma di attuazione e approvare una riforma in merito all’elezione della Giunta separatamente da quella dell’Assemblea per dare possibilità ai cittadini di decidere e anche per dare seguito a un referendum del 2007 alla cui promozione avevo partecipato. In questo senso, la mia parte l’ho fatta: sono stati approvati la preferenza unica e l’aumento delle quote di genere che erano previste in quel referendum. Altre riforme andrebbero fatte, ma questi equilibri molto precari non lo hanno consentito. Ora, lo scenario più accreditato è quello delle elezioni in primavera: al riguardo, la soluzione più praticabile, nonché più comprensibile per i cittadini, è un election day che permetterebbe non solo un risparmio dal punto di vista finanziario, ma anche di arginare la disaffezione al voto. Ci troviamo in una situazione oggettivamente complicata, e la mancata approvazione del bilancio provocherebbe ulteriori fermi burocratici, con ricadute sui cittadini. Ulteriori problemi ad una Valle che di problemi ne ha già a sufficienza».

Il Consigliere Claudio Restano (gruppo Misto) è intervenuto dichiarando che «sarebbe attualissimo e calzante l’intervento del Presidente Testolin del 18 ottobre 2018, dove lamentava al Governo Spelgatti la mancanza di programmazione e il ritardo nel presentare il DEFR. Questo Governo si era presentato con ambizioni diverse rispetto a quelle che poi si sono rivelate reali: si parlava di cambiamento, condivisione, ascolto del territorio, esperienza. Tutto questo è mancato. A luglio, a una mia interpellanza è stato risposto che il DEFR sarebbe stato completato entro la fine del mese: sei mesi dopo, siamo ancora qui. Perché si è arrivati a questo punto? Non per i problemi giudiziari, ma per contrasti interni alla maggioranza, che aveva al proprio interno diverse velocità. Dopo un anno intero, i documenti di bilancio che vengono presentati dimostrano debolezza e confusione. Forse ci sono obiettivi comuni tra minoranza e maggioranza, ma sono i metodi e le priorità le differenze. Il settore sanitario è l’evidenza di queste carenze, con la mancata approvazione del piano socio-sanitario: alle richieste che arrivano dall’azienda mancano le risposte politiche, che il Governo dovrebbe dare. Non è più possibile agire per atti singoli: occorre una riforma sistemica. Nel DEFR è anche assente lo sport, con una legge vecchia di 15 anni in un mondo che è completamente cambiato. Poche righe liquidano il turismo, perché non è sufficiente dire che la riforma è stata avviata ma non è stata approvata: allora vi provoco chiedendovi di trasferire l’Office du Tourisme all’interno dell’Assessorato al turismo, una soluzione rapida ma molto efficace, gradita al personale e che porta dei risparmi. Parlando quindi degli impianti a fune, anziché fermare i collegamenti intervallivi, occorre continuare per cercare nuove soluzioni, fare nuove valutazioni, per cogliere le opportunità che si aprono senza perdere altro tempo. In conclusione, spiace apprendere che in maggioranza, come lo scorso anno, non vi sia stato un confronto preliminare sul bilancio».

Il Consigliere Jean-Claude Daudry (AV) ha evocato «la mole di lavoro enorme in Commissione per affrontare il percorso del bilancio: è stato difficile mettere a fuoco i punti di forza, così come gli aspetti di debolezza dei vari documenti. C’è stata una doppia velocità: alcuni dossier hanno avuto un’accelerazione, altri sono purtroppo rimasti fermi. Il dibattito odierno non poteva prescindere dal fatto che questo è un Consiglio “sospeso”, in attesa della scadenza naturale del 14 febbraio o delle 18 dimissioni che porteranno ad elezioni anticipate; elezioni alle quali guardiamo con serenità. Il nostro gruppo è sempre stato favorevole ad un percorso ordinato per giungere all’approvazione del bilancio per cui respingiamo con forza ogni tentativo approssimativo di fare pronostici elettorali sui risultati che otterranno le forze autonomiste, mettendo in circolo il messaggio che noi eletti siamo distanti dai nostri movimenti. Oggi abbiamo anche assistito a diversi spot in favore della carica di “Consigliere di opposizione” quale massima aspirazione per un candidato. Entrando nel merito del bilancio, voglio rilevare alcuni dati positivi che rischiano di rimanere in secondo piano e che riguardano l’industria, i trasporti, l’occupazione, l’agricoltura, il turismo e le attività culturali: settori cruciali in cui abbiamo lavorato e ottenuto passi in avanti. Confidiamo pertanto di uscire da questa impasse e di poter procedere all’approvazione del bilancio regionale».

In Aula sono stati depositati undici ordini del giorno collegati ai documenti di bilancio, di cui sette del M5S, uno della presidente Rini, uno di ADU VdA e due di RC-AC. Gli emendamenti presentati sono in totale 138.
Gli emendamenti al DEFR sono 41: due approvati dalla seconda Commissione; 39 depositati in Aula, di cui quattro di RC-AC, uno di ADU-VdA, quatto del M5S, uno di  Mouv’-Misto-Lega VdA, uno di  Marquis-Barocco-Daudry, 28 di Mouv’-Misto-Lega VdA-Vdalibra.
Gli emendamenti alla legge di stabilità sono 68: 36 approvati dalla seconda Commissione; 32 depositati in Aula, di cui cinque di Vdalibra, due di Misto-Lega VdA-Mouv’-Vdalibra-Rini-Daudry, due di RC-AC, uno degli assessori Bertschy e Certan, due dell’assessore Chatrian, tre di ADU VdA, quattro del M5S, quattro di Mouv’-Misto-Lega VdA, due della Lega VdA; sette di Lega VdA-Vdalibra.
Gli emendamenti al bilancio sono sette: quattro approvati dalla seconda Commissione; tre depositati in Aula, di cui uno dall’assessore Bertschy, uno di Lega VdA, uno di RC-AC.
Gli emendamenti alle disposizioni collegate alla legge di stabilità sono ventidue: dodici approvati dalla seconda Commissione; dieci depositati in Aula, di cui due di RC-AC, uno dell’assessore Certan, due di Vdalibra, uno di ADU VdA, uno della Lega VdA, uno di AV-UV-SA-GM.

Fonte: Ufficio stampa Consiglio regionale della Valle d’Aosta

segui aostapodcast

aostapresse sul sito
aostapodcast su spotify
aostapodcast su Google Podcast
aostapodcast su Apple Podcast
aostapodcast su Anchor

Potrebbe essere interessante anche…

correlati

La Presidenza della Regione propone un emendamento al decreto-legge per i parametri sui colori: «non contate i turisti sotto il milione di residenti»

Per evitare di perdere la “zona bianca” e rischiare le chiusure provocate dai passaggi in zona gialla, arancione o gialla, in virtù dei piccoli numeri e della particolare situazione che caratterizza la Valle d’Aosta, la Presidenza della Regione ha proposto un emendamento al disegno di conversione in legge del decreto-legge numero 105 del 23 luglio scorso con le nuove “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da covid-19 e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche”, entrato in vigore nel momento della sua firma e che dovrà essere approvato, come legge dello Stato, dal Parlamento, entro 60 giorni, vale a dire il 23 settembre.

Massimo Occhiena è il nuovo presidente della Commissione paritetica: «alto profilo, ma noi avevamo indicato Barbara Randazzo» lamenta Erik Lavevaz

Massimo Occhiena, 53 anni, originario di Torino, avvocato cassazionista e professore ordinario di Diritto amministrativo nell’Università di Sassari, è stato eletto, nella prima riunione del nuovo organismo, come presidente della Commissione paritetica Stato – Valle d’Aosta, che definisce le norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma Valle d’Aosta.

X