L’Isav di St-Pierre declina l’idea di diventare “covid hospital”: «ci vogliono investimenti della Regione, altrimenti si svuota la nostra attività»

Scritto da aostapresse

4 Maggio 2020 - 18:40
La clinica di Saint-Pierre

“La clinica di Saint-Pierre, ben consapevole del suo ruolo nella Regione, ha dato fin da subito disponibilità per fare fronte all’emergenza sanitaria legata al “covid-19″, con sacrificio e costruendo con grande fatica una squadra di lavoro che potesse essere impiegata nella gestione dei 35 posti letto dedicati a pazienti positivi”.

Inizia così una nota dell'”Isav – Istituto clinico Valle d’Aosta”, la società controllata dal gruppo francese “Korian”, centro sanitario da ottanta posti originariamente dedicato all’assistenza riabilitativa, neurologica ed ortopedica: “l’infezione, nonostante tutte le precauzioni prese – si legge ancora – non ha risparmiato anche alcuni (cinque, n.d.r.) operatori della struttura rendendo impossibile, come già fatto presente in più sedi, gestire un ulteriore piano di pazienti infetti. Tanto che non si è potuto dare corso alla richiesta della Regione della messa a disposizione di ulteriori posti letto. Desideriamo precisare che lo staff di “Isav” non è stato costruito per rispondere all’emergenza-urgenza, ma per portare avanti lo svolgimento del lavoro previsto dalla convenzione in atto con l’Azienza Usl. Stiamo ricevendo numerose richieste per la ripresa dell’attività chirurgica, che teniamo in lista d’attesa in ragione dell’emergenza in atto”.

https://aostapresse.it/2020/04/29/dopo-il-covid-19-lusl-riorganizza-la-sanita-valdostana-al-parini-gli-acuti-al-beauregard-i-lungodegenti-con-lisav-di-st-pierre-che-diventa-covid-hospital/

“La richiesta di dedicare la clinica per ben 18 mesi all’emergenza sanitaria appare al momento non ripercorribile – spiega la nota – in quanto la richiesta non fa alcun riferimento ad un piano progettuale che, tenuto conto anche degli aspetti strutturali e di personale, possa dare evidenza degli investimenti, che dovrebbero essere necessariamente a carico della Regione, idonei per l’adeguamento della struttura e non è presente un Pronto soccorso, non è presente una terapia intensiva, non è presente un laboratorio adeguato, non sono presenti specialisti infettivologi, anestesisti e pneumologi. Vogliamo inoltre ribadire che la clinica di Saint-Pierre è struttura che, attraverso il suo lavoro, garantisce l’occupazione di cento persone e rappresenta anche un importante volano per l’indotto locale sia per i fornitori del territorio che per il turismo”.

“Tale mutamento di destinazione comporterebbe dei gravi danni economici e finanziari alla struttura – sottolineano ancora dall’Isav – questi effetti dovrebbero necessariamente essere compensati da un impegno di spesa previsto in via preliminare da Regione, tenuto inoltre conto che, la sospensione dell’attività chirurgica, per un periodo così lungo, comprometterebbe la disponibilità delle equipe chirurgiche e anestesiologiche di qualità che hanno contribuito in questi anni a dare al territorio della Valle d’Aosta un servizio di alto livello, anche riconosciuto da altre regioni”.

https://aostapresse.it/2020/05/03/la-fase-2-in-valle-daosta-sara-monitorata-per-verificare-come-proseguira-la-diffusione-del-contagio-valuteremo-interventi-piu-cautelativi/

“Vogliamo comunque continuare a manifestare la nostra disponibilità a supportare la Regione, per quanto di nostra competenza, nella gestione dell’attività sanitaria – precisa la nota – non a caso abbiamo effettuato, nel momento del bisogno, donazioni sia di “dpi” che di ventilatori polmonari. Ma tale supporto non può
essere fatto a totale discapito di una struttura che, da sempre ha contribuito alla valorizzazione del territorio e che invece, senza le necessarie rassicurazioni, finirebbe, in una visione di medio-lungo periodo, per svuotare la propria attività. Rinnoviamo comunque la nostra disponibilità e il nostro impegno nell’emergenza in corso per i 35 posti letto attualmente gestiti, fino al 30 giugno 2020. Confermiamo anche la nostra collaborazione, nel caso in cui l’epidemia dovesse ripresentarsi nel prossimo autunno”.

Fonte: Ufficio stampa Istituto clinico Valle d’Aosta

segui aostapodcast

aostapresse sul sito
aostapodcast su spotify
aostapodcast su Google Podcast
aostapodcast su Apple Podcast
aostapodcast su Anchor

Potrebbe essere interessante anche…

correlati

Riparte la collaborazione tra Fontina e Tartufo: una delegazione valdostana si è recata ad Alba per rinfrescare gli accordi del 2019 e studiare nuove iniziative

Martedì 3 agosto si è svolto ad Alba un incontro per rinsaldare e riavviare, dopo lo stop per la pandemia, la collaborazione intrapresa nell’ambito del protocollo d’intesa per la promozione e la valorizzazione del binomio tra Fontina DOP e Tartufo bianco di Alba. Per la Regione autonoma Valle d’Aosta erano presenti l’assessore all’agricoltura e risorse naturali Davide Sapinet, accompagnato da una delegazione dell’Assessorato, il sindaco e l’assessore al turismo della città, Carlo Bo ed Emanuele Bolla, e il direttore e il presidente dell’Ente Fiera nazionale del Tartufo bianco d’Alba, Stefano Mosca e Liliana Allena.

Oltre 90 positivi in Valle, dove i contagi da covid-19 salgono in maniera progressiva. Quaranta ragazzi in vacanza a Gaby costringono in isolamento più di cento persone

Sono 47 i nuovi positivi al covid-19 in Valle d’Aosta, nel primi quattro giorni di agosto, mentre le persone guarite sono sedici: in 24 ore sono stati registrati 28 nuovi casi, un’impennata rispetto ai mesi di giugno e luglio dove i nuovi positivi non avevano mai superato le dodici unità al giorno: particolare attenzione è stata riservata ai comuni di Saint-Rhémy-En-Bosses ed a Gressoney-Saint-Jean, dove sono emersi due focolai, che hanno fatto attivare le procedure per il “contact tracing” i due diversi locali.

I commenti gratuiti dei no-vax sulla professionalità dei giornalisti valdostani accendono un’ampia discussione su Facebook: «imparate a leggere»

«Il “Comitato valdostano per i diritti umani e costituzionali” se la prende con noi. Sono tre giorni che riceviamo messaggi e telefonate di insulti da galantuomini di questo genere. L’ultima, una signora, ci ha definito “feccia”, probabilmente ispirata dalla sua triste situazione famigliare». Scrive così, sul suo profilo “Facebook” Stefano Sergi, caposervizio della redazione del quotidiano “La Stampa” di Aosta.

X