Monsignor Lovignana chiede «il dono di nuove vocazioni» e ricorda ai fedeli che «le chiese sono aperte, venite a pregare singolarmente»

Scritto da aostapresse

3 Maggio 2020 - 11:30
Monsignor Franco Lovignana, vescovo di Aosta

«Oggi vogliamo pregare in particolare per le vocazioni sacerdotali di cui abbiamo tanto bisogno. Sappiamo bene che il Signore Gesù è l’unico grande Pastore delle nostre anime, ma conosciamo anche il bisogno che abbiamo di uomini generosi e santi che con la loro vita e il loro ministero Lo rendano presente e vicino».
Così il vescovo di Aosta, Monsignor Franco Lovignana ha iniziato la messa, sempre “senza popolo”, nella quarta domenica di Pasqua quella “del Buon Pastore”, domenica 3 maggio.

«Concedi alla nostra diocesi, Buon Pastore, il dono di nuove vocazioni al ministero ordinato – ha chiesto – donaci giovani coraggiosi disposti a servire Te nei loro fratelli e sorelle come sacerdoti. Te lo chiediamo proprio come segno tangibile della cura che hai verso di noi e nella quale confidiamo totalmente».
Attualmente i seminaristi sono due: nel 2019 in Valle d’Aosta era stato ordinato solo un nuovo sacerdorte, Paolo Viganò di Aosta: «nel Vangelo di oggi, Gesù descrive il suo rapporto con noi mediante l’immagine del pastore, familiare ai suoi interlocutori e anche a tanti di noi. Il pastore chiama le pecore una per una – ha raccontato nell’omelia – Gesù ha una conoscenza personale, diretta di ognuno. Per Lui non siamo un numero, ma un volto e una storia unici e irripetibili, qualcuno con cui ha fatto alleanza nel battesimo e a cui rimane fedele per sempre. In una bella pagina di Isaia leggiamo: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai (49, 15)”».

«Ricordiamocelo sempre, anche nei giorni più bui che prima o poi toccano la vita di tutti, anche in questo tempo faticoso e incerto, anche quando ci capita di allontanarci da Lui – ha aggiunto Lovignana – le promesse di Dio sono irrevocabili e per questo restano vere le parole di Gesù nell’Apocalisse: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me (3, 20)”. In qualsiasi momento apriamo la porta della nostra vita, troviamo sulla soglia il Signore pronto ad entrare».

«Le pecore conoscono la sua voce. Quand’è che si conosce la voce di una persona? Quando la si sente spesso – ha insistito il vescovo di Aosta – se vogliamo essere discepoli di Gesù e imparare a riconoscere la sua voce che risuona dentro di noi dobbiamo stare con Lui, dobbiamo frequentarlo spesso. Dove lo incontriamo, Gesù? Dove abita? Quale è la sua casa? Ovunque, certamente. Ma alcuni luoghi sono da Lui preferiti. Il nostro cuore. Qui lo incontriamo ogni volta che ci raccogliamo in noi stessi con fede. Qui lo troviamo quando meditiamo la sua Parola. Qui ci aspetta nella preghiera quotidiana. Nella comunità. L’isolamento di queste lunghe settimane, la mancanza di celebrazioni comunitarie ci hanno fatto toccare con mano quanto sia importante la comunità come segno della presenza del Risorto».

«Alimentiamo, con pazienza e senza recriminazioni – ha quindi chiesto monsignor Lovignana – il desiderio di poter tornare a celebrare insieme la Messa domenicale. E quando ciò sarà possibile, ricordiamo che siamo parte attiva della comunità che celebra: la nostra presenza o assenza alla domenica non è indifferente e non riguarda solo il rapporto con Dio, ma anche la responsabilità che abbiamo verso gli altri come segno di Gesù Risorto e testimonianza di fede. Nei fratelli e nelle sorelle. Guidati dalle parole di Gesù: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25, 40)”, Lo riconosciamo presente negli altri, soprattutto nei più piccoli e poveri, e cerchiamo di amarlo e servirlo».

«Bello a dirsi, ma tanto difficile a farsi – ha constatato – oggi ce lo proponiamo proprio in maniera vera e concreta, tutti adulti e bambini, pensando alla nostra famiglia e alle situazioni che prevediamo nella settimana che inizia. Nella nostra chiesa. Non dimentichiamo che Gesù presente nell’Eucaristia abita in mezzo alle nostre case. Facciamogli visita qualche volta. Lo possiamo fare anche in questo tempo in cui non ci sono ancora le celebrazioni con il popolo. Le chiese sono aperte e singolarmente noi possiamo entrare, raccoglierci davanti al Santissimo e pregare. Gesù abita ovunque, ma nella nostra interiorità, nella comunità, negli altri e nel Santissimo siamo sicuri di poterlo incontrare sempre».

«Fratelli e sorelle, siamo ancora in attesa di conoscere i tempi e le modalità con i quali riprenderemo a celebrare insieme – ha quindi concluso monsignor Franco Lovignana – anche la pazienza e la prudenza declinano concretamente la virtù della carità. Aspettiamo e preghiamo con fiducia. Continuiamo, soprattutto nel mese di Maria, a pregare il Santo Rosario in casa ogni sera».

Fonte: Diocesi di Aosta

segui aostapodcast

aostapresse sul sito
aostapodcast su spotify
aostapodcast su Google Podcast
aostapodcast su Apple Podcast
aostapodcast su Anchor

Potrebbe essere interessante anche…

correlati

Riparte la collaborazione tra Fontina e Tartufo: una delegazione valdostana si è recata ad Alba per rinfrescare gli accordi del 2019 e studiare nuove iniziative

Martedì 3 agosto si è svolto ad Alba un incontro per rinsaldare e riavviare, dopo lo stop per la pandemia, la collaborazione intrapresa nell’ambito del protocollo d’intesa per la promozione e la valorizzazione del binomio tra Fontina DOP e Tartufo bianco di Alba. Per la Regione autonoma Valle d’Aosta erano presenti l’assessore all’agricoltura e risorse naturali Davide Sapinet, accompagnato da una delegazione dell’Assessorato, il sindaco e l’assessore al turismo della città, Carlo Bo ed Emanuele Bolla, e il direttore e il presidente dell’Ente Fiera nazionale del Tartufo bianco d’Alba, Stefano Mosca e Liliana Allena.

Oltre 90 positivi in Valle, dove i contagi da covid-19 salgono in maniera progressiva. Quaranta ragazzi in vacanza a Gaby costringono in isolamento più di cento persone

Sono 47 i nuovi positivi al covid-19 in Valle d’Aosta, nel primi quattro giorni di agosto, mentre le persone guarite sono sedici: in 24 ore sono stati registrati 28 nuovi casi, un’impennata rispetto ai mesi di giugno e luglio dove i nuovi positivi non avevano mai superato le dodici unità al giorno: particolare attenzione è stata riservata ai comuni di Saint-Rhémy-En-Bosses ed a Gressoney-Saint-Jean, dove sono emersi due focolai, che hanno fatto attivare le procedure per il “contact tracing” i due diversi locali.

I commenti gratuiti dei no-vax sulla professionalità dei giornalisti valdostani accendono un’ampia discussione su Facebook: «imparate a leggere»

«Il “Comitato valdostano per i diritti umani e costituzionali” se la prende con noi. Sono tre giorni che riceviamo messaggi e telefonate di insulti da galantuomini di questo genere. L’ultima, una signora, ci ha definito “feccia”, probabilmente ispirata dalla sua triste situazione famigliare». Scrive così, sul suo profilo “Facebook” Stefano Sergi, caposervizio della redazione del quotidiano “La Stampa” di Aosta.

X