Dopo quasi 35 anni di attività, la “Sanguinetti comunicazione” ha alzato bandiera bianca: mercoledì 4 marzo, l’amministratore delegato della società, Enzio Sanguinetti, ha portato i libri contabili in Tribunale ad Aosta, per presentare l’istanza di fallimento proprio. Come liquidatore è stato nominato l’avvocato aostano Federica Gilliavod e giovedì 19 marzo si è tenuto il primo incontro per definire la situazione: «la crisi del momento ha fatto sì che io prendessi questa decisione – racconta Sanguinetti – la produzione richiedeva, in continuazione, dei costi ed in questi anni l’attività era diventata solamente un produrre senza avere assolutamente utili. Dal milione e 200mila euro che fatturavamo cinque anni fa siamo scesi ai 300mila euro dello scorso anno. È un momentaccio, con il curatore ci organizzeremo per finire i lavori in corso e per vedere cosa fare della grande banca dati che l’agenzia ha accumulato in questi anni di attività».
La “Sanguinetti comunicazioni” è stata fondata nel 1980 diventando, nel 1982, “Baratti & Sanguinetti”, con l’ingresso in società di Bruno Baratti, che resterà fino al 1990, occupandosi di campagne pubblicitarie prevalentemente in ambito turistico ma anche della realizzazione di marchi, eventi, consulenze, video ed editoria: «ricordo l’entusiasmo di 35 anni fa, quando abbiamo aperto – aggiunge Sanguinetti – ma ora il mondo della comunicazione è molto cambiato. Come è successo a noi, anche a Torino, agenzie storiche hanno chiuso da tempo. Io ho fatto tutto quello che potevo per difendere i posti di lavoro dei quattro dipendenti che ero riuscito a tenere, sono tre anni che non prendo stipendio e lavoravano con me mia moglie Daniela e mia figlia Elena, ma ad un certo punto anche loro si sono dovute allontanare ed ho preso in mano tutto io, diventando amministratore unico. I dipendenti erano però diventati un costo troppo alto e quando si arriva a non avere più la possibilità di pagare loro gli stipendi bisogna prendere una decisione. Dobbiamo incassare tante fatture, sono in causa con diversi clienti che non mi hanno pagato, ho dovuto subire anche il fallimento della “Brilla” (azienda agroalimentare di Pont-Saint-Martin, che ha chiuso i battenti nel 2011, n.d.r.) che mi è costato cinquantamila euro. Ho l’amaro in bocca, anche se sono tranquillo e sereno, perché ho dovuto subire tante promesse di gente che voleva subentrare: diverse agenzie di Torino e Milano ci volevano acquisire, ma non volevo far volatilizzare la mia azienda così».
La sede di Pollein, al centro commerciale “Les Corbeilles” dove Sanguinetti, insieme all’agenzia viaggi “Nuovo mondo”, aveva dato vita alla società “Enjoy events” per la gestione di eventi, hostess e steward, è stata lasciata, con l’agenzia viaggi che acquisito la totalità delle quote, per un ufficio più sobrio al complesso “Le Miroir” in regione Borgnalle ad Aosta, fino a quando ad un certo punto, anche le banche hanno deciso di chiudere i rubinetti: «un istituto bancario nazionale mi ha dato la botta definitiva – sottolinea ancora il titolare e fondatore dell’agenzia – chiedendomi il rientro immediato di una fidejussione per un importo importante, che ha provocato questo stato di crisi. Mi ha invece aiutato molto, finché ha potuto, la “Bcc Valdostana”, ma anche loro subiscono il controllo della “Banca d’Italia” e quindi oltre certi limiti non si può andare».
L’udienza per la verifica dei crediti della “Sanguinetti comunicazioni” è stata fissata per mercoledì 3 giugno: «abbiamo fermato tutto e prenderemo le relative decisioni – conclude Enzio Sanguinetti – io, per non staccare totalmente sto facendo da “consulente” a mia figlia, che ha una sua struttura totalmente fuori dalla mia (la società “Congress set up”, attiva da tre anni, che organizza eventi e congressi nel settore medico-scientifico, n.d.r.). Mi servirà da “polmone”».
Aggiornamento: il decreto di conclusione del procedimento di fallimento della “Sanguinetti comunicazioni” “per intervenuta ripartizione dell’attivo” è stato firmato il 15 gennaio 2020 dal presidente del Tribunale di Aosta Eugenio Gramola, che ha ordinato quindi la “cancellazione della società dal registro delle imprese”.