Sono in Valle d’Aosta i dodici pellegrini della staffetta “Road to Rome”, partita a giugno da Canterbury che arriverà il 18 ottobre a Santa Maria di Leuca

Scritto da aostapresse

2 Agosto 2021 - 19:00
I dodici pellegrini di 'Road to Rome' al loro arrivo ad Aosta

È arrivata in Valle d’Aosta domenica 1° agosto la staffetta organizzata dalla “Associazione europea delle Vie Francigene”, passando per il Colle del Gran San Bernardo, cominciando a percorrere così il tratto italiano della Via Francigena. Il gruppo, partito da Canterbury lo scorso 16 giugno, attraverserà nelle prossime settimane dieci regioni da nord a sud, per arrivare il 10 settembre a Roma e il 18 ottobre a Santa Maria di Leuca, completando così i 3.200 chilometri che compongono lo storico itinerario che da secoli collega Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia.

«Abbiamo iniziato la nostra discesa dal Passo del Gran San Bernardo avvolti dalla nebbia, ma nel momento in cui abbiamo lasciato la parte più alta del Passo la nebbia è lentamente scomparsa, permettendoci di ammirare la magnificenza della Valle d’Aosta – si legge nel blog dell’iniziativa – nei paesi di Saint-Rhémy-en-Bosses ed Étroubles è molto chiaro che siamo sulla Via Francigena: ci sono raffigurazioni di pellegrini (in legno) ovunque! A camminare con noi in queste prime tappe in Italia ci sono il dj Diego Passoni di Radio Deejay, nonché lo scrittore/giornalista Sergio Valzania».

Le prime sensazioni di Diego Passoni, mentre scende dal Colle del Gran San Bernardo

«Partiti come dalle città sacre himalayane in una nube colma di pioggia e conoscenza – ha scritto Diego Passoni sul suo profilo Facebook – portate nei quattro angoli delle valli, siamo passati dai ponti romani ( sì, li hanno costruiti anche qui) dai castelli e dagli hospice in cui i canonici di San Bernardo ospitano pellegrinə da sempre. Ho chiesto loro se mi tenevano per l’inverno, quando restano isolati dalla neve per otto mesi, a fare uncinetto, a leggere, a cantare i salmi, a fare yoga, ma hanno detto che non era possibile. Così sono sceso con gli altri. Deliziosi. Questo cammino è pieno di tesori. Soprattutto umani».
«Il cammino segue i “rue”, i ruscelli incanalati dagli antenati per gestire con sapienza la portata delle acque che scendono dai nevai – ha aggiunto il conduttore radiofonico, ambassador ufficiale del progetto – e con i frutti d’acqua si saltella tra i paesi. La fitta rete costruita dai canonici di San Bernardo nei secoli ha insegnato segreti agricoli, ha gestito i pellegrini e ha vegliato alle belle chiese di barocco montanaro animate da processioni e feste patronali. Oggi abbiamo visto il museo dei giocattoli a Gignod e ora miriamo ad un prosaico aperitivo senza scarpe».

Diego Passoni al Colle del Gran San Bernardo

Diego Passoni al Colle del Gran San Bernardo

«La Regione Valle d’Aosta ha organizzato tutto il nostro viaggio attraverso la regione – scrivono ancora i pellegrini, raccontando la 42esima tappa del percorso, dal Passo del Gran San Bernardo ad Étroubles – dandoci una sensazione di serenità nel sapere che tutto era già ben organizzato per noi per i prossimi giorni. Abbiamo iniziato la nostra avventura italiana del 1° agosto con 2°C e una nebbia fitta, non riuscivamo a vedere il lago del Passo ed era necessario camminare vicini, altrimenti potevamo perderci. Abbiamo camminato in discesa tutto il giorno, per un totale di circa 1.200 metri, e la valle si è schiarita rapidamente, mostrandoci la strada (bellissima!) verso Aosta. Abbiamo fatto una sosta veloce a Saint-Rhémy-en-Bosses, il primo grazioso paesino che si incontra scendendo dal Passo. Qui abbiamo assaggiato il prosciutto tipico locale al Prosciuttificio De Bosses. Mentre facevamo il pieno di energie, ci siamo guardati intorno e ci siamo resi conto di quanto sia evidente e importante la Via Francigena qui. Tutti i lampioni hanno un piccolo pellegrino “VF” su di essi, e l’hotel principale ha un cartello all’esterno che indica che questo è il luogo dove la credenziale può essere timbrata. È la prima volta che sento la Via Francigena così presente e viva lungo il cammino: la rende molto più tangibile e dimostra che il percorso esiste, che è qui da molto tempo e che molte persone prima di noi hanno seguito il suo corso. Non solo: significa anche che la comunità locale ci tiene e si preoccupa di accogliere i passeggeri, il che è una risorsa molto importante per lo sviluppo dell’intero itinerario e per l’attrazione di nuovi pellegrini. Una fonte d’ispirazione, e un arrivo in Italia caratterizzato da una calda accoglienza!».

«Abbiamo fatto un giro veloce e poi il nostro pranzo a Château Verdun – raccontano ancora i pellegrini – infine abbiamo visitato anche Étroubles, al nostro arrivo. Entrambi i villaggi hanno delle belle chiese e un paio di piccoli musei che non ricevono più di mille visitatori all’anno e meritano davvero una sosta. Questa zona è pittoresca, tanto da sembrare di essere in una cartolina ed è incredibilmente tranquilla e autentica. Spero sinceramente che l’iniziativa “Road to Rome”2 aiuti questi tesori nascosti a guadagnare visibilità e ad attirare nuovi visitatori!

L’arrivo ad Aosta e l’incontro nel Salone Ducale dell’Hôtel de Ville

Nella giornata di lunedì 2 agosto i pellegrini sono scesi da Étroubles ad Aosta: «dai 2.500 ai 1.200 metri di altitudine della tappa di ieri, oggi siamo scesi quasi a 700 metri sul livello del mare – scrivono – al momento della partenza da Étroubles il gruppo era composto da 14 persone, ma quando siamo arrivati a Gignod passando per i boschi, si sono uniti a noi molti camminatori locali, compreso il sindaco del paese. Quando siamo giunti a Gignod, abbiamo visitato il museo locale, che attualmente ospita una mostra interattiva sui giochi e il gioco, al “Main – Maison de l’artisanat international”, è una mostra sull’artigianato divertente, creativa e a misura di bambino, molto apprezzata da tutto il gruppo, ed è stata anche un’occasione per far riposare le nostre gambe. I Comuni che abbiamo attraversato, Étroubles e Gignod, segnalano il passaggio della Via Francigena mettendolo in evidenza, proprio come abbiamo potuto vedere a Saint-Rhémy-en-Bosses. Nella piazza principale di Étroubles, per esempio, il nome della Via Francigena è scritto a caratteri cubitali, e delle rappresentazioni pittoriche dedicate mostrano alcuni dei punti più importanti del percorso».

I pellegrini di 'Road to Rome' ricevuti dal sindaco Gianni Nuti nel Salone Ducale

I pellegrini di ‘Road to Rome’ ricevuti dal sindaco Gianni Nuti nel Salone Ducale

«Ci aspettiamo che il tempo diventi improvvisamente molto caldo nel giro di poche tappe, quindi ci stiamo godendo le fresche temperature dei boschi e delle montagne – aggiungono – abbiamo fatto la nostra pausa pranzo a Gignod, un altro pranzo a base di formaggio. Possiamo ancora sentire le influenze francesi e svizzere in questo territorio, sia in termini di cibo ma soprattutto di lingua: la maggior parte delle persone parla perfettamente il francese! Abbiamo anche chiesto ai nostri compagni di viaggio informazioni sui canali, che abbiamo costeggiato per la maggior parte della passeggiata di oggi. Si tratta di un affascinante sistema di approvvigionamento idrico e di irrigazione che si è sviluppato in questa zona e che la gente del posto ci ha descritto. L’acqua viene raccolta e trasportata attraverso piccoli fiumi, o canali, chiamati “Ru”, giù dalle montagne e attraverso villaggi, fattorie e campi coltivati. Questo in particolare, che scorre accanto alla Via Francigena, si chiama “Ru Neuf”. Alcuni del nostro gruppo sono del posto e si sono fermati a Gignod, mentre noi abbiamo continuato il nostro cammino verso Aosta tornando ad essere un gruppo più ristretto. Un po’ prima di arrivare ad Aosta, l’assessore del Comune ci ha incontrato e ci ha accompagnato in città; quando siamo arrivati, siamo stati accolti sia dal Comune che dal Consiglio regionale, in particolare dal presidente della Regione Valle d’Aosta (in realtà era il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, n.d.r.); queste Istituzioni stanno sostenendo fortemente il programma e l’organizzazione di “Road to Rome” e ci hanno dato un caldo benvenuto ufficiale in Italia. Ma la parte migliore, per me, è il clima qui ad Aosta. La città è circondata da montagne, quindi l’aria è ancora fresca, ma la differenza è che ora non devo più preoccuparmi della pioggia e dei temporali in arrivo, posso sentire il calore del sole italiano farsi largo, finalmente! Lo adoro!».

La tappa tra Aosta e Châtillon ed i castelli della “provincia” di Aosta

«Posso dire ufficialmente che oggi ci siamo lasciati le Alpi alle spalle – si legge nel report di martedì 3 agosto – invece di scendere per tutto il tempo, siamo andanti su e giù tra le splendide colline della Valle d’Aosta, sempre in direzione est, con un clima piuttosto ventilato ma soleggiato. Una giornata lunga quella di oggi, piuttosto faticosa, non solo perché era una tappa di 27 chilometri, ma anche perché era una giornata ricca di incontri. Questa volta è stata letteralmente una marcia a staffetta: ogni Amministrazione locale si è unita a noi, per un tratto della tappa, portando il bastone del pellegrino di città in città, e ogni rappresentante ha consegnato il bordone al rappresentante successivo una volta raggiunto il punto d’incontro. Siamo partiti da Aosta abbastanza presto, visitando alcuni monumenti sulla nostra strada, come l’Arco d’Augusto e Porta Pretoria. Ci siamo poi diretti verso Saint-Christophe, città successiva e punto d’incontro organizzato per oggi, seguita da Quart, dove siamo passati davanti a un bellissimo castello».

I pellegrini di 'Road to Rome' durante il loro passaggio a Nus

I pellegrini di ‘Road to Rome’ durante il loro passaggio a Nus

«Quello di Quart non è stato l’unico castello che abbiamo visitato oggi – evidenziano i pellegrini – l’intera provincia di Aosta (sic!) è costellata di splendidi castelli, alcuni dei quali sono molto ben mantenuti, altri necessitano di restauro, altri diventano progressivamente delle rovine. In passato, tutti questi castelli non avevano solo uno scopo di guardia, ma erano anche punti di passaggio obbligati che raccoglievano le tasse dai passeggeri, come i mercanti e i pellegrini. Sì! I viaggiatori pagavano una tassa se volevano usare il comodo passaggio per le montagne, un po’ come la tassa che paghiamo noi per usare le autostrade, altrimenti dovevano passare sulle punte rischiose e impegnative delle montagne! Nella città successiva, Nus, beh… Indovinate un po’? Abbiamo visitato un altro castello, il castello di Pilato, e abbiamo fatto una pausa per il pranzo. Abbiamo poi proseguito per la città di Chambave, dove siamo stati accolti con del delizioso vino moscato, e poi ci siamo diretti a Châtillon, dove durante un incontro istituzionale è stata consegnata la targa ufficiale “Aevf” del “Road to Rome” al comune. Un’ultima nota. Andando a Châtillon, ci siamo imbattuti in una casa decorata in un modo meraviglioso, con coloratissime opere d’arte scolpite nel legno, dove vive un uomo anziano, molto probabilmente l’artista. Raccoglie le firme dei pellegrini su un grande libro e ha un timbro ufficiale per le credenziali. Sicuramente vale la pena fermarsi!»

«Dovrei indagare – ha aggiunto Diego Passoni su Facebook, postando diverse immagini di devozione – che ma credo che tra le antiche popolazioni aostane, cresciute su rocce da cui sgorga acqua, e la dea madre ci sia un legame antico. Che risuona nella devozione di queste valli per Maria, simbolo di misericordia e protezione. Oggi abbiamo salito e sceso vialetti boschivi, costeggiando vigneti e lambendo rovine di gloriosi castelli, e percorrendo 28 chilometri. I piedi dicono basta. E lo stomaco dice «ma allora!»’ Insomma, il corpo non mi ha mai parlato così tanto».

Il passo quotidiano che diventa cammino interiore

«Oggi ci siamo immersi nel nostro ritmo, nei nostri silenzi, nei nostri dolori. A gambe, schiena, piedi – ha poi aggiunto, commentando la tappa da Châtillon a Verrès – finiti i discorsi e i gesti del primo momento, i convenevoli e i complimenti, si entra in una confidenza non formale e molto sostanziale, quella del passo quotidiano. E si diventa più veri nella semplicità e nella banalità dell’istante presente. Più veri agli altri e più veri a sé stessi. Oggi è cominciato il cammino interiore».

Giovedì 5 il gruppo di pellegrini si sposterà da Verrès a Pont-Saint-Martin mentre venerdì 6 agosto lasceranno la Valle d’Aosta alla volta di Ivrea.

Fonti: sito viefrancigene.org, pagina Facebook “Via Francigena” e profilo ufficiale di Diego Passoni

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