Sui “social” lo sfogo di un’infermiera dell’ospedale “Parini”: «agiamo con il buonsenso anche se dall’alto vengono prese decisioni assurde»

Scritto da aostapresse

4 Aprile 2020 - 14:50
L'ospedale 'Parini' di notte, con i reparti 'covid-19' in evidenza

«Ad oggi non ho mai espresso pubblicamente il mio pensiero sulla situazione “covid19″…  Ma dopo quasi un mese di turni in terapia intensiva questa volta sento il bisogno di gridare anche io…»

Inizia così un lungo sfogo di Aline Dalbard, infermiera che opera all’ospedale “Parini”, pubblicato su “Facebook”: «Forse proprio perché ieri è uscita la notizia che ad Aosta oggi ripartono i mercati ma solamente per la parte alimentare. Ci mancherebbe che ripartono pure le bancarelle di vestiti o magari quelle di vestiti sportivi visto che sono diventati tutti runner e hanno bisogno di andare a correre sennò guai! Tornando alla frase precedente, mi chiedo io, non erano sufficienti i negozi che già sono rimasti aperti fino ad oggi? Non dovevamo comprare dal negozio di paese? Adesso facciamo venire bancarelle magari pure da fuori Aosta, un po’ come l’8 marzo, quando abbiamo invitato i turisti a venire in Valle a sciare perché noi eravamo al sicuro dal “coronavirus”…».

«Chissà come mai io non sono ancora andata una sola volta a fare la spesa dall’8 marzo – si chiede l’infermiera di Pollein – nonostante sia una sanitaria ed ho pure la corsia preferenziale. Forse perché quando esco dall’ospedale prendo la macchina per evitare di stare fuori il più tempo possibile (… solitamente mi reco al lavoro a piedi quasi tutto l’anno!) e vado subito a chiudermi in casa per evitare qualunque contatto con qualunque persona per la paura di infettare qualcuno… Perché chi ce lo dice che noi sanitari non siamo tutti positivi? Chi ci ha fatto un tampone? Non riusciamo nemmeno a farlo in un tempo decente a chi sta male, figuriamoci a chi sta bene…».

«Ma continuiamo pure a tagliare sulla Sanità – scrive ancora, ironicamente, Aline Dalbard – a tagliare talmente tanto da dover risparmiare sui “Dpi” in alcuni reparti piuttosto che altri quando qualunque operatore è a rischio in egual misura… E poi quando qualcuno decide di aiutarci costruendoli per filo e per segno non accettiamo questo prezioso gesto di volontariato in questo momento di emergenza per non so quale motivo. Ciò che mi interessa a me è che se dall’alto vengono prese decisioni assurde, per quanto mi riguarda, dal basso sarebbe bello che ognuno di noi agisca con il buon senso. Lo faccia per sé stesso, per la sua famiglia e per noi che siamo qui in prima linea “in trincea”, come la chiamiamo noi la corsia, a combattere per tutti voi!».

«Non sto a descrivere le sensazioni che proviamo noi infermieri e i nostri colleghi medici, “oss”, tecnici, e i vari operatori a dover lavorare per ore e ore sotto questi tutoni, camici, calzari, occhiali, visiere, cuffie, guanti, mascherine senza poter bere un sorso di acqua e senza fare la pipì! – continua l’infermiera che opera al “Parini” – Non sono nemmeno qui a farci dare degli eroi perché non lo siamo… Stiamo solo facendo il nostro lavoro durante una pandemia, durante una chiara emergenza sanitaria! Stiamo solo facendo il lavoro che abbiamo scelto di fare perché lo amiamo ed è proprio per questo che vorremmo farlo bene e nelle migliori condizioni possibili. Ma noi non siamo milioni di Sanitari in Valle e una sessantina si sono già infettati…».

«E visto che parlo di numeri farei anche un escursus sui restanti numeri ad oggi… – aggiunge, riferendosi ai dati pubblicati nel bollettino regionale – ottocento sono gli infettati in generale (quasi cento i ricoverati in ospedale di cui quasi una trentina in Terapia intensiva) 2.700 gli isolati a domicilio… Una settantina i decessi e una ventina i guariti… (i dati nazionali della Protezione civile indicano invece 106 “dimessi guariti”, n.d.r.) E voi avete ancora il coraggio di lamentarvi perché siete stufi di stare a casa! Io già solo per il fatto che ho visto purtroppo morire alcune di queste persone non ho nemmeno più voglia di ascoltarvi! Sarà che sono stanca di lavorare in determinate condizioni, sarò intollerante a tutta ‘sta ignoranza che ancora vedo, sarà che vedo ancora la strada in salita, sarà che non vedo l’ora che tutto ciò finisca…».

«Ed è per questo che ancora una volta ve lo dico: state ancora a casa! – insiste Aline Dalbard – Vi prego, fatelo! Magari voi penserete e mi direte “chi cavolo sei tu per parlare così” e io posso solo che rispondere che sono solo un’infermiera di Terapia Intensiva che però già l’8 marzo non era a sciare in mezzo alla bolgia ma a camminare nei boschi da sola, che non va a fare la spesa da un mese e non sono morta di fame, che avrei tanta voglia di uscire a correre per scaricare la testa dal lavoro come faccio d’abitudine, ma non lo faccio di nascosto, ma lo faccio chiusa in casa mia o mi alleno diversamente! Che sono solo un’infermiera che se si troverà i cento euro in più in busta paga questo mese gli userà per pulirsi quando andrà in bagno perché il lavoro che facciamo dovrebbe essere un po’ più riconosciuto sempre, non solo adesso, e non valiamo di sicuro cento euro».

«Che sono solo un’infermiera che nel mio piccolo paese ha deciso di devolvere i gettoni di presenza di consigliere comunale di tutto l’anno passato – ricorda la Dalbard, che è consigliera comunale di maggioranza della lista “Uniti per Pollein” – a chi in questo momento ne ha più bisogno, augurandomi che un gesto tale lo facciano anche altri tipi di consiglieri che guadagnano ben di più! Che sono solo un’infermiera che non si dimenticherà mai questi giorni, queste settimane di duro lavoro, non si dimenticherà mai dei suoi pazienti, delle loro famiglie, delle lacrime versate tornando a casa dai turni e del dolore al petto provato dopo aver parlato con i parenti dei pazienti al telefono perché mi metto nei loro panni che purtroppo non possono stare vicini ai loro cari».

«Non mi dimenticherò mai i miei preziosi colleghi – conclude Aline Dalbard – di chi ci ha fatto aver bere e mangiare gratis in ospedale in queste settimane, e non mi dimenticherò mai di coloro che ogni giorno mi hanno incoraggiata e mi incoraggiano a tenere duro e a non mollare… ma sappiate che non l’ho mai pensato per un solo secondo! Vinceremo, tutti insieme, ma stando ognuno a casa propria, vinceremo…».

Fonte: profilo “Facebook” di Aline Dalbard

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