La Valle d’Aosta ha prodotto, nel 2020, oltre 1.300 tonnellate di Raee, i rifiuti elettrici ed elettronici, più di dieci chili pro capite

Scritto da aostapresse

12 Aprile 2021 - 16:30
Computer abbandonati ad Issogne

La Valle d’Aosta è la regione più virtuosa nella raccolta dei rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, “Raee”. A confermarlo è il secondo rapporto del “Centro di coordinamento Raee” pubblicato sulla raccolta dati del 2020, che registra, per la Valle d’Aosta, una raccolta di 1.328 tonnellate di rifiuti, un valore cresciuto del 2,61 per cento rispetto al risultato del 2019, con 10,39 chilogrammi di rifiuti elettronici per abitante.

«I risultati conseguiti dalla Valle d’Aosta – dichiara, in una nota, Chiara Minelli, assessora regionale all’ambiente – dimostrano l’attenzione e la sensibilità della popolazione valdostana alla raccolta differenziata, una buona pratica che è entrata nelle famiglie valdostane e che si rivela, di anno in anno strategica per la salvaguardia del nostro ambiente. Ricordiamo inoltre che i volumi regionali vengono raccolti dai centri di raccolta comunali, che ringraziamo per il loro scrupoloso lavoro».

Per l’Amministrazione regionale, “in una dettagliata lavorazione dei dati il rapporto dimostra che migliora di quasi un punto percentuale (0,9 per cento) la raccolta pro capite, con una media per abitante di 10,39 chilogrammi, un risultato significativo, se si considera che la media nazionale è pari a 6,14 chilogrammi, e che conferma la Valle d’Aosta come la prima regione in Italia”.

A livello nazionale, sono oltre 365mila le tonnellate di “Raee” avviate a corretto smaltimento in Italia nel 2020: “si tratta di un risultato estremamente positivo – commentano dal Coordinamento – in crescita di oltre il sei per cento rispetto al 2019, a conferma del trend emerso negli ultimi anni e confermato nonostante le difficoltà derivanti dalla pandemia da covid-19”.

«Questo è stato reso possibile dalla sinergia messa in atto con tutti gli operatori della filiera grazie ad alcuni provvedimenti straordinari adottati dal “Centro di coordinamento Raee” – evidenzia Bruno Rebolini, presidente del Centro di Coordinamento Raee il cui obiettivo primario è stato quello di garantire la salute di tutti gli operatori coinvolti e al tempo stesso di continuare ad assicurare il ritiro dei rifiuti dalle isole ecologiche. A seguito di questo sforzo condiviso, siamo riusciti a reagire con efficacia, tanto da riuscire a chiudere l’anno con un risultato positivo, nonostante una contrazione nei flussi di raccolta registrata tra marzo e aprile che ha toccato il -40%, e garantendo gli stessi livelli di servizio e di efficienza che contraddistinguono il sistema multi-consortile italiano fin dai suoi primi passi e che lo hanno reso una best practice a livello europeo.
Al tempo stesso i produttori di “Aee”, tramite i Sistemi collettivi, hanno continuato a incrementare i finanziamenti che annualmente mettono a disposizione dei soggetti che si occupano della raccolta e che nel 2020 si sono concretizzati in oltre 22 milioni di euro, segnando un delta positivo superiore al nove per cento rispetto all’anno precedente, dedicati a premi di efficienza, fondo per lo sviluppo delle infrastrutture di raccolta e finanziamenti per la comunicazione locale e nazionale».

Nel corso del 2020 i Sistemi collettivi hanno gestito complessivamente, compresa la raccolta volontaria, 365.897 tonnellate di Raee sull’intero territorio nazionale, quasi 22mila tonnellate in più rispetto al 2019, pari al +6,35 per cento. Cresce anche la raccolta media pro capite che si attesa a 6,14 kg per abitante, pari al +7,7 per cento. Poco più dell’81 per cento dei volumi complessivi provengono dai centri di raccolta comunali presenti in tutte le regioni, mentre il circa il 18 per cento della raccolta è stato veicolato dai luoghi di raggruppamento della distribuzione (LdR), i siti che accolgono i Raee provenienti dal ritiro “1 contro 1” e “1 contro 0”, pur con una distribuzione non omogenea sul territorio. Va sottolineato che sul totale dei volumi mossi dagli LdR, i quantitativi maggiori si riferiscono ai Raee legati al freddo e clima (R1), e ai grandi bianchi (R2), con incidenze del 22 per cento e del 34 per cento, mentre l’impatto sugli altri raggruppamenti è decisamente più basso (meno del 2,5 per cento).
I restanti volumi, legati principalmente alla raccolta di Raee della categoria dell’illuminazione (R5) e dei piccoli elettrodomestici (R4), derivano dai contributi di installatori, grandi utilizzatori e centri di raccolta privati.

Nel 2020 i Sistemi collettivi hanno gestito più di 200mila ritiri sull’intero territorio pari a 551 missioni al giorno, il 3,3 per cento in più rispetto ai ritiri eseguiti nel 2019. Un dato particolarmente significativo se si considera la situazione molto più complessa che i Sistemi collettivi e gli operatori della filiera hanno dovuto gestire, a causa della inaccessibilità di molti centri di raccolta e della limitazione nella mobilità nei primi mesi di lockdown. In questo contesto risulta ancor più apprezzabile il tasso di puntualità del servizio offerto, sempre elevato e con valori dei livelli di servizi previsti costantemente superiori al 99 per cento, con la sola eccezione del mese di maggio durante il quale il valore è sceso al 97 per cento, prestazione comunque positiva.

Nel 2020 quasi tutti i raggruppamenti nei quali è organizzata la raccolta dei Raee hanno registrato un incremento: il più significativo, pari al +9,1 per cento, spetta ai grandi bianchi (R2) il cui peso si attesta a 125.623 tonnellate, confermandosi così la tipologia di apparecchiature a fine vita più raccolte che rappresentano oltre un terzo della raccolta complessiva.
Cresce anche il raggruppamento dei piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo (R4) che con un +7,7 per cento raggiunge le 78.422 tonnellate. Prosegue quindi l’ottimo trend avviato nel 2018, sostenuto anche dalla campagna di comunicazione promossa dal Centro di
Coordinamento Raee.
Più contenuti, ma sempre positivi e pari al +4 per cento e al +3,7 per cento, gli incrementi degli apparecchi con schermi (R3), e del freddo e clima (R1) che arrivano a pesare rispettivamente 62.272 e 96.945 tonnellate. In controtendenza con i restanti raggruppamenti e in riduzione rispetto
al risultato dell’anno precedente la raccolta delle sorgenti luminose (R5) che segna un -5,8 per cento per un totale di 2.635 tonnellate, interrompendo così la crescita iniziata nel 2018.

Pur confermando l’andamento positivo della raccolta in tutto il Paese, in analogia con gli anni precedenti, il Rapporto Annuale 2020 evidenzia alcune peculiarità tra le diverse aree: sia Nord sia Centro Italia aumentano i propri quantitativi rispetto all’anno precedente, ma è nel Sud che si registra la crescita più significativa e sostenuta, si tratta di un segnale positivo che dimostra come le regioni meridionali abbiano intrapreso le azioni necessarie per raggiungere obiettivi di raccolta in linea con il resto d’Italia. Analoga la situazione della raccolta pro capite, in crescita in tutto il Paese, ma in maniera più sostenuta al Sud.
Nelle regioni del Nord la raccolta complessiva raggiunge le 191.927 tonnellate, in crescita del 3,1 per cento rispetto al 2019; si tratta di un incremento più contenuto rispetto al resto d’Italia, ma che porta a una media pro capite di 7,01 kg per abitante, migliorativa rispetto alla
media nazionale (6,14 kg/ab). Quasi tutte le regioni registrano un trend positivo nella raccolta; spicca la crescita percentuale del Piemonte pari al +6,1 per cento, mentre rappresenta un’eccezione l’Emilia Romagna che segna un calo del 2,26 per cento. Nonostante la crescita, il Piemonte si distingue per il valore più basso di raccolta pro capite tra le regioni del Nord Italia, pari a 5,67 kg/ab (+5,5%) e inferiore alla media nazionale; migliore invece il risultato di Veneto (6,88 kg/ab) e Lombardia (6,93 kg/ab), pur inferiori alla media dell’area (7,01kg/ab). Il dato pro capite più elevato rimane appannaggio della Valle d’Aosta con 10,39 kg/ab, mentre tra i migliori del Paese ci sono quello dell’Emilia Romagna con 8,07 kg/ab e del Trentino Alto Adige con 7,93 kg/ab.

Nel Centro Italia la raccolta di Raee domestici cresce del 3,7 per cento, in linea con il trend del Nord Italia, per un totale di 82.517 tonnellate. Migliora la raccolta media pro capite che si attesta a 6,37 kg per abitante, al di sopra della media nazionale. Le singole regioni registrano andamenti positivi o di sostanziale stabilità, come nel caso della Toscana (+0,3 per cento) e dell’Abruzzo (+0,7 per cento). La performance migliore spetta ancora una volta al Lazio il cui incremento dell’8,5 per cento supera le 2.500 tonnellate in più rispetto al 2019.
La Toscana si conferma prima in termini di raccolta pro capite, con 7,99 kg per abitante, ma è il Lazio a registrare l’incremento più significativo (+14,8 per cento), pur rimanendo al di sotto della media nazionale, con 5,77 kg/ab.

Come già sottolineato, è il Sud a registrare la maggiore crescita nella raccolta a livello di aree, con un incremento del 17,2 per cento rispetto all’anno precedente, confermando e accelerando così il trend positivo emerso già nel corso del 2018, che si traduce in oltre 13.330 tonnellate in più rispetto al 2019 per un totale di 90.688 tonnellate, superando così per la prima volta i quantitativi complessivi raccolti in Italia centrale.
Cinque regioni su sette evidenziano incrementi percentuali a doppia cifra, i migliori a livello nazionale; tra queste primeggia la Basilicata, con un +78,4 per cento favorito dalla importante performance di un singolo centro di raccolta. Seguono, per trend di crescita, la Sicilia (+28 per cento) e la Puglia (+21,8 per cento); il Molise registra un incremento della raccolta pari al +16,3 per cento e la Calabria dell’11,3 per cento. Più contenute le crescite della Campania con il +7,8 per cento e della Sardegna con il +3,4 per cento. Cresce anche la raccolta media pro capite che raggiunge i 4,70 kg per abitante riducendo così il divario rispetto alla media italiana.

La Sardegna conferma la seconda posizione a livello nazionale, con un dato pro capite di 8,71 kg/ab, seguita dalla Basilicata che con 8,55 kg/ab conquista anche il terzo posto nel ranking nazionale. Tutte le restanti regioni dell’area rimangono al di sotto della media nazionale, in particolare Sicilia (4,44 kg/ab), Puglia (4,26 kg/ab) e Campania (3,51 kg/ab) risultano le ultime tre regioni per raccolta pro capite, ancora ben lontane dalla media italiana.

«La strada per raggiungere la raccolta pro capite di quasi undici chili fissata dall’Unione Europea è ancora molto lunga e per nulla facile, ma il percorso intrapreso ormai 13 anni fa è quello corretto, come ha dimostrato anche la drammatica sfida recentemente vissuta. Dobbiamo
pertanto proseguire in questa direzione, considerando la necessità di sviluppare nuovi modelli organizzativi, in grado di rispondere alle mutate richieste del mercato e della società, e di mettere in campo azioni e risorse concrete con una costante e operosa collaborazione tra tutti gli attori della filiera e le istituzioni» conclude Bruno Rebolini.

Fonte: Ufficio stampa Regione autonoma Valle d’Aosta e Centro di coordinamento Raee

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