Bocciate del Consiglio comunale le tre mozioni sui parcheggi dopo la sentenza sulle strisce blu​

Un'auto parcheggiata su due stalli bianchi ad Aosta
Un'auto parcheggiata su due stalli bianchi ad Aosta

Tre mozioni sono state discusse insieme dal Consiglio comunale di Aosta nel pomeriggio di mercoledì 26 novembre 2025, partite dalla stessa vicenda: il ricorso, sostenuto dall’associazione “La Nave dei Disperati”, che ha portato all’annullamento di una multa da 43 euro per mancato pagamento sulle strisce blu, perché nella zona non erano presenti parcheggi gratuiti nelle immediate vicinanze, in violazione dell’articolo 7, comma 8, del Codice della Strada.
La sentenza del giudice di pace, che richiamava anche orientamenti della Cassazione e una circolare del Ministero dei Trasporti, è diventata subito un caso politico, dopo che il sindaco ha firmato il decreto n. 70/2025 dando mandato ai legali del Comune di impugnare la decisione.​

In questo contesto i consiglieri comunali Manuel Cipollone, Cristina Dattola e Sonia Furci hanno depositato tre mozioni distinte ma convergenti, chiedendo di ripensare il sistema della sosta, riequilibrare stalli a pagamento e gratuiti per zone della città e, nel caso della prima mozione, di ritirare il decreto di ricorso. Il Consiglio, su decisione dei capigruppo, ha accorpato le tre mozioni in un unico dibattito, con relazioni separate ma discussione generale comune, che si è protratta per oltre un’ora e mezza prima delle tre votazioni finali.​

Cosa chiedevano le tre mozioni

La mozione presentata da Manuel Cipollone di Fratelli d’Italia, chiedeva di annullare con effetto immediato il decreto del sindaco 70/2025 sull’impugnazione della sentenza del Giudice di Pace e di dare mandato agli uffici per uno studio sul ripristino o la redistribuzione di un adeguato numero di stalli gratuiti in tutte le aree della città, comprese quelle oggi interamente a pagamento.
La mozione a firma del gruppo della Renaissance Valdôtaine, ricordava che le opposizioni avevano già sollevato il tema nella scorsa legislatura e chiedeva di rivedere il piano della sosta equilibrando parcheggi blu e bianchi non solo su tutto il territorio comunale ma per singole zone urbane, sottolineando che la deroga all’obbligo di stalli gratuiti è ammessa solo in casi eccezionali che, ad Aosta, sembrano diventati la regola.​
La mozione presentata da Sonia Furci ha messo al centro il centro storico e gli uffici pubblici, ricostruendo il lavoro dell’associazione “La Nave dei Disperati”, richiamano la sentenza del giudice di pace e le pronunce della Cassazione e del Ministero chiedo l’impegno dell’assessore competente a verificare la conformità della distribuzione dei parcheggi all’articolo 7, comma 8, a rendere pubbliche le eventuali delibere che giustificano l’assenza di stalli bianchi e a predisporre un piano di riorganizzazione della sosta con nuove aree gratuite vicino alle zone oggi totalmente a pagamento.​

L'assessore Luca Tonino in Consiglio comunale ad Aosta
L’assessore Luca Tonino in Consiglio comunale ad Aosta

Le critiche delle opposizioni

Manuel Cipollone ha parlato di «cronaca attualissima» ed ha definito «coraggiosa» l’azione del presidente dell’associazione, accusando il Comune di aver usato per anni il sistema delle strisce blu come «strumento pedagogico» contro gli automobilisti. A suo giudizio, la sentenza applica semplicemente un articolo di legge chiaro e la prima reazione dell’Amministrazione comunale, il ricorso, manda un segnale sbagliato ai cittadini, invece di aprire una riflessione su come affiancare stalli bianchi (anche a disco orario) a quelli blu nelle immediate vicinanze.​

Cristina Dattola ha poi insistito sul tema dell’«amministrazione d’ascolto» citando la campagna elettorale del sindaco Raffaele Rocco e la vice Valeria Fadda, ricordando che il problema era stato segnalato più volte già nella scorsa legislatura e criticando l’idea che basti «ascoltare» i cittadini senza poi modificare i piani quando il malcontento è evidente. La consigliera ha contestato una visione in cui il programma di governo non si tocca anche se una sentenza e una parte della popolazione segnalano una criticità, ed ha chiesto che la revisione del piano della sosta tenga conto delle esigenze di residenti, pendolari e attività economiche, non solo degli equilibri tecnici e finanziari.​

Sonia Furci ha richiamato la Cassazione e la circolare ministeriale citate nella sentenza che confermano l’obbligo di garantire parcheggi gratuiti in prossimità delle aree a pagamento ed ha evidenziato che, in assenza di tali spazi e di delibere di deroga, le multe possono essere dichiarate illegittime. Nel suo intervento ha sollecitato una verifica specifica delle zone centrali e degli uffici pubblici (Comune, Regione, Azienda Usl, ospedale), chiedendo trasparenza sugli atti che individuano eventuali “aree di particolare rilevanza urbanistica” ed ha domandato anche quale sia il costo per il Comune dei legali incaricati di impugnare la sentenza.​

I numeri e le argomentazioni della giunta

Rispondendo a nome della Giunta comunale, l’assessore all’urbanistica Luca Tonino ha difeso la scelta di ricorrere come pienamente legittima, spiegando che in uno Stato di diritto è normale che un’Amministrazione ritenga una sentenza rivedibile e la sottoponga al giudizio di un grado superiore. L’assessore ha rivendicato l’esistenza di un piano della sosta (Puds), allegato al Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) approvato nel 2024, e di una delibera del 2021 che individua il centro storico e alcune “zone di particolare rilevanza urbanistica” come aree escluse dal computo degli stalli bianchi, ritenendo quindi rispettato l’articolo 7, comma 8, del Codice della Strada.

Luca Tonino ha portato in aula i dati complessivi: a Aosta ci sono 9.827 posti auto, di cui 6.058 gratuiti (circa il 61,5%), 3.246 a pagamento (circa il 33%) e il restante 5-6% riservato a disabili, carico-scarico, residenti, Forze dell’ordine e stalli rosa. Ha sottolineato che le zone blu non servono a «fare cassa» ma a garantire la rotazione vicino ai servizi e al commercio, come accade in molti centri storici, mentre gli stalli bianchi sono distribuiti in aree considerate ragionevolmente vicine al centro, con distanze dell’ordine di poche centinaia di metri dai principali accessi.

L’assessore ha ricordato inoltre che sono in arrivo nuovi posti auto: l’autorimessa di via Liconi al quartiere Cogne con circa 300 stalli (una parte riservata ai residenti, il resto aperto alla cittadinanza), nuove aree nell’ex stazione Eni vicino all’ospedale e sotto il voltino in prossimità della sede di CVA, per decine di posti aggiuntivi, in gran parte gratuiti o a bassa tariffa. L’idea di fondo, ha ribadito, è tenere insieme sostenibilità urbanistica, ambientale ed economica: evitare che le zone bianche a ridosso del centro si trasformino in parcheggi permanenti, mantenendo rotazione e accessibilità per chi deve recarsi in centro per brevi tempi.

Le consigliere Silvia Caveri e Sara Timpano in Consiglio comunale ad Aosta
Le consigliere Silvia Caveri e Sara Timpano in Consiglio comunale ad Aosta

Le valutazioni di Silvia Caveri e Katya Foletto

Nel dibattito è intervenuta anche la consigliera di maggioranza Silvia Caveri del Partito Democratico, avvocata esperta di diritto civile che ha concentrato il suo intervento sulla necessità del ricorso. Secondo Caveri, la sentenza del giudice di pace non ha un peso giuridico «notevole» perché il giudice di pace è un giudice onorario; una decisione di un organo superiore darebbe invece maggiore certezza sull’interpretazione delle norme e sulla legittimità del sistema di sosta adottato dal Comune.

La consigliera ha sottolineato che la scelta di impugnare non nasce solo da una valutazione politica, ma anche da indicazioni dei legali dell’ente, che evidentemente ritengono sostenibile il ricorso e non condividono le conclusioni del primo grado. Caveri introduce inoltre il tema del possibile danno erariale: una sentenza che condanna il Comune al pagamento di spese, se ritenuta discutibile, non va lasciata passare senza appello, perché potrebbe esporre amministratori e dirigenti al rischio che venga contestato loro di non aver difeso l’Ente in giudizio; per questo, a suo parere, l’appello «è necessario farlo».

Dalla minoranza, Katya Foletto di AVS – Rete Civica VdA è intervenuta per difendere sia il ricorso sia la filosofia generale della sosta regolata in centro. Riprendendo le parole dell’ex assessore Loris Sartore, Foletto ha definito le aree centrali «zone preziose» che non possono diventare parcheggi a lunga sosta, ma devono garantire rotazione per chi arriva in centro per servizi, lavoro, cultura o acquisti, in una città che, per dimensioni, si può attraversare a piedi in pochi minuti, fatte salve le esigenze di chi ha difficoltà motorie.

La consigliera ha rivendicato «l’intento pedagogico» delle politiche di sosta, visto non come punizione ma come promozione di una cultura della mobilità sostenibile: meno auto ferme in centro, più uso del trasporto pubblico e degli spostamenti a piedi o in bicicletta. In quest’ottica propone di lavorare con Regione e aziende di trasporto per facilitare l’uso degli autobus, ad esempio con agevolazioni significative per studenti e categorie fragili, così da offrire alternative credibili alla macchina.

Un dibattito lungo, tre bocciature uguali

L’accorpamento delle tre mozioni ha dato vita a un dibattito unico, con relazioni, risposte della Giunta, repliche e discussione generale che ha impegnato il Consiglio comunale per oltre un’ora e mezza: nella fase finale, le dichiarazioni di voto hanno confermato la spaccatura tra chi vede nella sentenza un’occasione per correggere la rotta sulla sosta e chi teme che sia usata per scardinare un impianto costruito negli anni intorno al Pums e a un’idea di città più pedonale.
Le tre votazioni sono arrivate una dopo l’altra, con esito identico: 29 presenti e votanti, 8 favorevoli, 1 contrario e 20 astenuti su ciascuna mozione, respinte per il peso delle astensioni della maggioranza.

Il risultato lascia immutata, almeno per ora, la linea dell’Amministrazione del capoluogo regionale: il ricorso contro la sentenza del giudice di pace proseguirà, il modello di sosta con centro regolato a pagamento e parcheggi gratuiti più esterni viene confermato, mentre l’apertura al confronto con cittadini e categorie economiche si colloca nella prospettiva di “aggiustamenti puntuali”, non di un cambio radicale di rotta sulle strisce blu.