Il traforo del Monte Bianco, la francofonia, la formazione dei giovani e lo sviluppo sostenibile della montagna: sono i quattro assi lungo cui si è sviluppato, nella mattinata di mercoledì 3 dicembre 2025, l’incontro tra il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Renzo Testolin, e l’ambasciatore di Francia in Italia, Martin Briens, ricevuto nella Sala del Governo di Palazzo regionale ad Aosta.
La visita si inserisce nel programma del “Summit Grand Continent”, che in questi giorni porta ad Aosta studiosi, diplomatici e rappresentanti istituzionali per discutere di autonomia, Europa e nuove geografie politiche.
Martin Briens è in Valle d’Aosta per partecipare ai lavori del summit, dove è intervenuto nella sessione dedicata alla sfida dell’autonomia tra geopolitica ed economia all’Università della Valle d’Aosta, di cui ha apprezzato la nuova sede e il ruolo crescente nella formazione e nella ricerca. L’ambasciatore ha manifestato anche un vivo interesse per il Megamuseo, protagonista di una serata sull’“umanesimo del futuro” che collega cultura, innovazione e territori di montagna.
Al centro del colloquio istituzionale è arrivata subito la questione più sensibile per i due versanti del Bianco: le comunicazioni transfrontaliere e la chiusura del traforo del Monte Bianco, con le relative ricadute economiche e turistiche. Renzo Testolin è tornato sulla prospettiva di un raddoppio dell’infrastruttura, indicando come obiettivo non l’aumento dei flussi ma l’innalzamento dei livelli di sicurezza in entrambi i sensi di marcia e un miglioramento complessivo del quadro ambientale. Una visione che il presidente intende riportare anche nel perimetro del Trattato del Quirinale: le prossime riunioni bilaterali franco‑italiane previste in Valle d’Aosta nei primi mesi del 2026, ha ricordato, offriranno un’occasione per discutere di collegamenti alpini e per rafforzare il ruolo della regione come cerniera tra i due Paesi.

Il dossier Monte Bianco si intreccia con un altro fronte strategico: la francofonia. La Regione ha avviato un dialogo con l’Organizzazione internazionale della Francofonia per ottenere lo status di “Paese osservatore”, un passo che permetterebbe alla Valle d’Aosta di sedere in modo più strutturato nei tavoli dove si decidono politiche e iniziative per la promozione del francese nel mondo. Nel corso dell’incontro è stato valorizzato anche il lavoro dell’Alliance française de la Vallée d’Aoste e si sono esplorati nuovi progetti comuni: scambi di docenti e studenti tra scuole valdostane e francesi, percorsi di formazione professionale congiunti e attività che mettano in rete Istituzioni educative e culturali dei due versanti.
L’avvenire dei giovani è stato un altro capitolo forte dell’udienza. Testolin ha illustrato la volontà di trattenere e, dove possibile, riportare in Valle le nuove generazioni attraverso il potenziamento della ricerca sul territorio. I campi chiave indicati sono quelli della salvaguardia e dello sviluppo del territorio alpino , dalla gestione delle risorse naturali al contrasto agli effetti della crisi climatica , e della medicina di montagna, vista come area di eccellenza in cui la Valle d’Aosta può giocare un ruolo di laboratorio.
L’ambasciatore ha chiesto e ottenuto un quadro aggiornato anche sulle politiche regionali per la montagna: dalla riconversione sostenibile delle stazioni sciistiche alle iniziative per contrastare lo spopolamento dei villaggi di alta quota, garantendo servizi essenziali e qualità della vita per chi decide di restare. Sul tavolo anche le misure di monitoraggio e protezione di un ambiente definito da entrambe le parti “fragile”, nel quale ogni scelta infrastrutturale o turistica deve essere valutata con attenzione.

In chiusura, i due interlocutori hanno convenuto che la promozione della francofonia va ben oltre la dimensione linguistica e include pienamente temi economici, sociali e culturali. Da qui l’idea di rafforzare iniziative comuni di valorizzazione della cultura e delle manifestazioni locali, utilizzando la doppia appartenenza valdostana, italiana e francofona, come leva per costruire progetti condivisi.
L’incontro conferma così la volontà reciproca di fare della Valle d’Aosta un terreno di cooperazione concreta tra Francia e Italia, dal traforo del Monte Bianco alle aule universitarie, dai villaggi di montagna alle reti internazionali della francofonia.











