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Arrestato un pusher in monopattino nel capoluogo: un’inchiesta di Venezia cita la Valle d’Aosta

redazione aostapresse.it

sabato 13 Dicembre 2025 • h. 17:00

Arrestato un pusher in monopattino nel capoluogo: un’inchiesta di Venezia cita la Valle d’Aosta

di redazione aostapresse.it | Sab 13 Dic 25 – h. 17:00

Gli investigatori della Squadra mobile di Aosta lo avevano notato da settimane: quel monopattino che usciva regolarmente dal portone di casa e si fermava, poco distante, accanto alle auto in sosta non era solo un mezzo di trasporto “green”, ma il vettore di un piccolo servizio di consegna a domicilio di droga.
Quando nel pomeriggio di venerdì 12 dicembre 2025 hanno visto Sebastian Luhring, 42 anni, tedesco da anni residente ad Aosta, fermarsi in un parcheggio e incontrare un uomo appena uscito dal suo stesso stabile, hanno deciso che era il momento di intervenire.
Alla perquisizione personale sono spuntati alcuni grammi di crack, sufficienti a far scattare la perquisizione domiciliare: nell’appartamento la Polizia ha sequestrato oltre un etto di cocaina, pasticche, crack e hashish, insieme a un bilancino di precisione e a un coltello da difesa personale. Luhring, già denunciato in passato per spaccio e coinvolto nell’operazione “FeuDora” del 2020 che aveva colpito la rete del quartiere Dora, è stato arrestato in flagranza per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio; il giudice ha convalidato l’arresto, disponendo gli arresti domiciliari in attesa del processo fissato per il 20 dicembre.

L’episodio si inserisce in una serie di interventi che, dall’inizio dell’anno, hanno portato la Squadra mobile del capoluogo a sequestrare chilogrammi di cocaina e crack, ma anche hashish, ketamina e lsd, con un impatto diretto sui prezzi di strada: una dose di cocaina che qualche mese fa si trovava attorno agli 80 euro oggi supera di nuovo i 100, mentre il crack, venduto fra i 40 e i 50 euro al grammo, si afferma come alternativa più economica e aggressiva sul sistema nervoso.
Gli operatori del Ser.D avevano già segnalato l’aumento del consumo di crack anche in Valle: l’arresto del “pusher in monopattino” conferma come dinamiche tipiche delle grandi città, consegne rapide e apparentemente discrete, si stiano stabilizzando anche ad Aosta, con un’offerta che punta a rendere più accessibili le sostanze più pesanti.

Lo stupefacente sequestrato dalla Polizia a Venezia

Lo stupefacente sequestrato dalla Polizia a Venezia

Sul fronte nazionale, nelle stesse ore, un’indagine della Squadra mobile di Venezia ha messo in luce il livello superiore della filiera che alimenta le piazze di spaccio locali. Coordinati dalla Procura lagunare, gli investigatori hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di quattro presunti membri di un’organizzazione transnazionale con base operativa in Olanda, accusata di importare e distribuire cocaina, eroina e anfetamine verso il Veneto e altre regioni italiane.
L’inchiesta, costruita su intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, ha mappato una rete di corrieri di varie nazionalità e depositi nella provincia di Padova, portando al sequestro complessivo di circa 50 chilogrammi di droga e a sette arresti in flagranza tra Veneto, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige.
Dei quattro destinatari dell’ordinanza, uno è stato fermato in provincia di Padova, uno all’aeroporto di Venezia mentre rientrava dall’Inghilterra, uno in Francia su mandato di arresto europeo, mentre il quarto è ancora ricercato.

L’arresto di Sebastian Luhring ad Aosta e l’inchiesta della Squadra mobile di Venezia raccontano due livelli diversi della stessa filiera della droga che attraversa il Paese. Da un lato c’è il “pusher di prossimità”, che in monopattino porta crack e cocaina sotto casa dei clienti; dall’altro un’associazione criminale transnazionale che, secondo gli inquirenti, organizza l’importazione e lo smercio all’ingrosso di cocaina, eroina e anfetamine da una base operativa in Olanda verso molte regioni italiane, tra cui il Veneto e la stessa Valle d’Aosta.

Le due vicende non vanno sovrapposte, perché diverse sono le responsabilità penali e i contesti investigativi. Ma lette insieme aiutano a capire come il contrasto allo spaccio locale passi sempre più spesso anche attraverso indagini “alte”, che risalgono la catena di approvvigionamento fino ai gruppi che gestiscono importazione, stoccaggio e distribuzione all’ingrosso. In mezzo restano le comunità, come quella valdostana, chiamate a fare i conti con sostanze sempre più aggressive e modelli di spaccio che si muovono veloci, tra un parcheggio di periferia e un aeroporto internazionale.