Termovalorizzatore e discarica di Pompiod: in Consiglio Valle spiegate le prospettive

La discarica di Brissogne
La discarica di Brissogne

Il Consiglio Valle ha dedicato, durante la riunione di martedì 2 dicembre 2025, un ampio confronto alle prospettive di gestione dei rifiuti in Valle d’Aosta e al futuro della discarica di Pompiod, con una linea chiara della Giunta contro l’ipotesi del termovalorizzatore e un richiamo dell’opposizione alla necessità di decisioni rapide e rassicurazioni ai territori.​

Ribadito il “no” all’inceneritore

L’interpellanza del consigliere Marco Carrel degli Autonomisti di Centro, ha riportato in Aula il tema dell’economia circolare partendo dalle criticità note della discarica di Brissogne e chiedendo numeri sui rifiuti esportati fuori regione, relativi costi e l’eventuale valutazione di un termovalorizzatore per produrre energia e ridurre le tariffe a carico di cittadini e imprese. Carrel ha ricordato che la legislatura scade nel 2030 e che, con l’orizzonte di esaurimento della discarica nel 2035, è compito dell’attuale Consiglio scegliere in tempi brevi una strategia chiara, evitando di continuare «a riempire la Valle di discariche».​

L’assessore al territorio e ambiente Davide Sapinet ha evidenziato che, secondo il rapporto annuale di Cittadinanzattiva, la Valle d’Aosta rientra tra le poche regioni italiane dove la spesa per la gestione dei rifiuti è diminuita, con un calo dell’8,4%. La vita utile della discarica di Brissogne è stimata fino al 2035, grazie alla progressiva riduzione dei conferimenti di rifiuto residuo; una parte significativa delle frazioni differenziate (frazione organica del rifiuto solido urbano – forsu, plastiche, legno, verde, Raee, pneumatici, farmaci, toner, vernici, materassi, spazzamento stradale) viene invece inviata fuori regione a consorzi e impianti specializzati, per un costo stimato in circa 2,265 milioni di euro nel 2024 per trasporto e conferimento extra-regionale.​

Sul fronte industriale, Sapinet ha spiegato che la gestione dell’impianto di Brissogne da parte di EnVal è regolata da una concessione basata su un Piano economico-finanziario: i margini d’impresa «non sono profitti liberi», ma rientrano in un equilibrio contrattuale che viene periodicamente riequilibrato ed eventuali utili o scostamenti vengono corretti nelle revisioni del Piano, in modo da rispettare gli equilibri fissati e garantire trasparenza.​

Il termovalorizzatore di Torino nord
Il termovalorizzatore di Torino nord

Le alternative al termovalorizzatore secondo la Giunta

Rispondendo alla sollecitazione sull’inceneritore, l’assessore ha ribadito che il Piano regionale dei rifiuti approvato nel 2022 non punta sulla valorizzazione termica, ma su altre tecnologie considerate più coerenti con le dimensioni e le caratteristiche della Valle d’Aosta. Tra queste sono citati il trattamento integrato aerobico–anaerobico della forsu e dei fanghi, l’ottimizzazione dei processi di digestione per produrre biogas e ridurre i conferimenti esterni, la selezione spinta per aumentare il recupero di materia e un compostaggio di qualità. Il confronto in corso nell’Osservatorio regionale rifiuti conferma, secondo la Giunta, che l’impianto attuale assolve alle funzioni di pretrattamento del residuo prima dell’invio in discarica e che esistono margini di miglioramento per aumentare i tassi di recupero.​

Sapinet ha definito «legittimo» interrogarsi anche sulla valorizzazione termica, ma ha elencato diversi limiti strutturali: un termovalorizzatore necessita di alti investimenti, funzionamento continuativo a pieno regime e volumi di rifiuti che la Valle non ha, con un rifiuto indifferenziato intorno alle 18-20mila tonnellate annue, peraltro in diminuzione. Impianti troppo piccoli, sotto le 20mila tonnellate/anno, rischiano di non essere sostenibili, quelli di taglia intermedia (tra 50 e 100mila tonnellate/anno) hanno costi per tonnellata più elevati, minor recupero energetico e un impatto tariffario potenzialmente più pesante per utenti e imprese, specie in un contesto dove l’aumento della differenziata riduce ulteriormente il residuo disponibile da trattare. La Giunta regionale ha quindi confermato la scelta di rafforzare raccolta differenziata, riciclo, selezione e compostaggio, proseguendo con gli enti locali un percorso che sta già facendo diminuire la quota di indifferenziato.​

Da parte sua, Carrel ha preso atto dei dati e della posizione dell’Esecutivo, ma ha insistito sulla necessità di non perdere tempo: prevenzione e riduzione a monte sono fondamentali, ha detto, ma non bastano a portare la produzione di rifiuti sotto una certa soglia, e per questo serve un quadro completo delle opzioni e dei costi per decidere entro la fine della legislatura.​

Pompiod, tra contenzioso e prospettive di acquisizione pubblica

Nella stessa seduta del Consiglio Valle la discarica di Pompiod è stata oggetto di un’interpellanza di Fulvio Centoz, consigliere del Partito Democratico – Federalisti Progressisti VdA. Il punto di partenza è un provvedimento dirigenziale del giugno 2025 che ha escluso il progetto di rinnovo dell’autorizzazione della discarica dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via): il documento è stato impugnato dal Comune di Jovençan e dal Comitato discarica sicura Pompiod, che contestano la presenza, tra i codici EER richiesti, anche di rifiuti pericolosi come fanghi rossi e mercurio, giudicati incompatibili con una discarica per soli inerti.​

Centoz ha sottolineato che la questione non è più solo amministrativa ma politica, perché tocca la fiducia delle comunità di Aymavilles e Jovençan e denuncia, a suo avviso, l’assenza di una visione regionale sulle partite ambientali più complesse. Ha chiesto alla Giunta una conferma della presenza di codici di rifiuti pericolosi, se abbia valutato la coerenza con l’autorizzazione vigente, se intenda intervenire in autotutela qualora tali codici risultino contrari al quadro autorizzatorio e quali siano le intenzioni sul futuro del sito, alla luce del contenzioso amministrativo e della riorganizzazione complessiva del sistema di cave e discariche per inerti.​

L’assessore Sapinet ha precisato che l’atto di giugno non è un’autorizzazione ma una verifica di assoggettabilità a Via, finalizzata soltanto a valutare gli impatti ambientali del rinnovo di una discarica per inerti: la vera autorizzazione arriverà con un successivo provvedimento, in cui saranno definiti in modo puntuale i codici EER ammessi. Il proponente, ha ricordato, ha già ridotto i codici richiesti da 129 a 68, e lo stesso provvedimento del 10 giugno 2025 prescrive un maggior raccordo tra vocazione del sito e fabbisogni territoriali, aprendo alla possibilità di ulteriore riduzione dei codici in fase autorizzativa; due codici errati, contenenti rifiuti non compatibili, sono stati corretti con un atto successivo dell’ottobre 2025.​

La discarica di Pompiod
La discarica di Pompiod

Discariche inerti e ruolo della Regione

Sul piano della pianificazione, Davide Sapinet ha ricordato che cave e discariche seguono strumenti diversi: il Piano regionale per le attività estrattive – Prae per le prime e il Piano regionale di gestione dei rifiuti – Prgr per le seconde. Il Prgr 2022-2026 prevede una riorganizzazione delle discariche per inerti concertata con gli Enti locali, supportata da uno studio Arpa che ha raccolto le osservazioni dei Comuni e che invita a considerare anche i siti privati come Pompiod all’interno di una rete di impianti equilibrata sul territorio. In particolare, i sindaci dell’Unité Grand-Paradis hanno chiesto che Pompiod diventi sito di riferimento in attesa dell’attivazione della discarica di Arvier, evidenziando l’esigenza di soluzioni specifiche per le vallate interessate.

In questo processo, l’Amministrazione regionale rivendica un ruolo di supporto alle scelte del Celva, ma annuncia anche una prospettiva politica più ampia: nei documenti di programmazione strategica (Defr 2026 e programma di legislatura 2025-2030) rientra infatti la possibilità di acquisire discariche private, come Pompiod, all’interno di una pianificazione condivisa con gli Enti locali. Secondo Sapinet, il passaggio a una proprietà pubblica potrebbe fornire ai cittadini di Aymavilles e Jovençan quelle garanzie di controllo e trasparenza che oggi reclamano, collocando il sito dentro «una visione complessiva» della gestione degli inerti corroborata dagli studi tecnici di Arpa.​

Fulvio Centoz, nella replica, ha preso atto della correzione dei refusi sui codici e delle spiegazioni tecniche, ma ha insistito sulla necessità di una risposta politica forte, fatta di rassicurazioni e certezze sul futuro della discarica e sul ruolo della Regione in un contesto dove comitati e Comuni hanno scelto di impugnare gli atti davanti al giudice amministrativo.