Brignone tra paura e speranza: cosa dice davvero Ninna sulla gamba, il rientro e Milano-Cortina

Federica Brignone alle ATP Finals di Torino con Jannik Sinner e Glaison Bremer
Federica Brignone alle ATP Finals di Torino con Jannik Sinner e Glaison Bremer

Sette mesi dopo l’incidente di Val di Fassa, Federica Brignone è ancora nel limbo: cammina, lavora duro, sogna di tornare sugli sci, ma non ha l’idoneità per tornare in squadra né per gareggiare. A mettere ordine fra voci, “via libera” sbandierati e smentite è la persona che ha visto da vicino l’inferno di questi mesi: la madre Maria Rosa “Ninna” Quario, ex azzurra della Valanga Rosa, giornalista, autrice del libro “Due vite. Lo slalom parallelo con mia figlia Federica Brignone”, pubblicato il 5 novembre 2025 per Minerva Editore.
Le sue parole restituiscono un quadro molto più crudo, e molto più serio, di quello filtrato da certi titoli.

«La gamba staccata dal corpo»

Il 3 aprile 2025, ai Campionati italiani in Val di Fassa, Federica Brignone cade nella seconda manche del gigante. La TAC all’ospedale Santa Chiara di Trento evidenzia una frattura scomposta pluriframmentaria del piatto tibiale e della testa del perone della gamba sinistra, un quadro da intervento immediato e da lunghissima riabilitazione. Trasferita alla clinica “La Madonnina” di Milano, viene operata e inizia un percorso riabilitativo che, fin dall’inizio, i medici stimano in dieci mesi solo per tornare a camminare.
Ninna non ha edulcorato nulla: «i medici mi dicono che Fede ha la gamba staccata dal corpo e che rischia seriamente di perderla. Ho visto solo una volta le immagini della sua caduta. Orribile, non le guardo più».

A poco meno di otto mesi dall’incidente, la madre ha fotografato così lo stato fisico della figlia: «dopo sette mesi ha di nuovo la gamba, con i suoi muscoli, il ginocchio. Cammina e per me è già tantissimo. Ora bisogna capire se è tornata anche come sciatrice».
Tradotto: la persona sta andando meglio del previsto, l’atleta è tutta da verificare.

La copertina del libro di Ninna Quario
La copertina del libro di Ninna Quario

Tra “via libera” e smentite

Nei giorni scorsi alcuni media hanno parlato di “via libera medico” per il rientro sugli sci tra fine novembre e inizio dicembre, alimentando l’idea di un ritorno-lampo. Su questo punto sono intervenuti la Federazione italiana sport invernali – FISI e Ninna Quario, riportando tutto a terra: la Federazione ha smentito un via libera formale, e la madre ha chiarito che «l’idoneità per i raduni e per le gare ovviamente non c’è ancora».
E ha spiega anche il malinteso nato alle ATP Finals di Torino: «Federica era alle ATP Finals e lì, con interviste e gente che gira, lei ha detto “Spero di sciare la settimana prossima”, intendendo quella che verrà, non questa. Qualcuno ha interpretato che avesse già l’ok. Ma stiamo ancora aspettando il consulto: medico del “J Medical”, fisioterapista, preparatore. Il disco verde non c’è stato».
Federica Brignone, insieme a Gleison Bremer, difensore della Juventus, anche lui infortunato, ha parlato con Jannik Sinner della sua situazione fisica, in un video poi postato sui social che si può vedere in fondo all’articolo.

Il punto, ribadito più volte, è semplice: nessuna idoneità agonistica per ora.
Possibile, a breve, un test sulla neve “da privata” (a Cervinia con la mamma, come dice Ninna) se i medici lo riterranno compatibile con lo stato di malattia da carabiniere.

«Da mamma spero che smetta»

Nel mezzo di questa incertezza c’è un sentimento che Ninna non prova nemmeno a nascondere: «come mamma che smetta. Ha vinto tutto, va bene anche se la chiude qui. Si è distrutta una gamba, il ginocchio le è esploso, sarebbe già fantastico vederla tornare in gara e basta».

Da una parte la realtà clinica, una gamba ricostruita dopo un trauma violento, con un recupero che ha già “bruciato” i tempi previsti, dall’altra l’enormità di una carriera:

  • 2 Coppe del Mondo generali,
  • 7 Coppe di specialità,
  • 3 medaglie olimpiche,
  • 5 medaglie mondiali.

La stessa Federica, nei giorni di presentazione della stagione, aveva avvertito tutti: non sarà questo Olimpiade a definire la sua vita sportiva: «quello che ho fatto l’ho già fatto, molto più di quanto sognassi. Se Milano-Cortina ci sarà, sarà un bonus, un bellissimo sogno».

La domanda è ovvia: Brignone ce la farà per i Giochi? Ninna taglia corto: «nessuno può saperlo, credo nemmeno lei».

Ninna Quario con Federica e Davide Brignone
Ninna Quario con Federica e Davide Brignone

I paletti oggettivi, sono quelli di una frattura gravissima, pluriframmentaria, sul ginocchio “di carico”, con i medici avevano stimato 10 mesi solo per camminare, lei ci è arrivata in poco meno di otto, ma Federica Brignone deve ancora riportare forza, esplosività e simmetria sulle due gambe: «sta cominciando a sollevare pesi, a usare la gamba in modo vero, non solo riabilitazione. Ma per sciare oggi servono due belle gambe, più che preparate atleticamente» e non c’è ancora idoneità FISI per entrare nei raduni o gareggiare.

Da qui a febbraio 2026 il percorso, in teoria, sarebbe questo:

  • test sulla neve (probabilmente in campo libero, niente pali all’inizio);
  • valutazione di dolore, stabilità, fiducia mentale;
  • eventuale rientro in raduno con la squadra, se l’idoneità arriverà.

Solo alla fine, dopo eventuali gare di Coppa del Mondo, si potrà capire se la partecipazione ad un’Olimpiade abbia senso o sia solo accanimento.
Se uno di questi passi salta, Milano-Cortina diventa un miraggio. Se fila tutto, resta comunque l’incognita principale: la testa. Andare forte tra i pali con una gamba “rifatta” è un altro sport.

L’immagine che resta: meno epopea, più realtà

Ninna insiste su un punto che, in tempi di storytelling facile, vale doppio: «non c’è dietrologia, non c’è nessuna voglia di fare l’eroina che dice “ce la faccio, non ce la faccio” per poi arrivare e farsi trattare da eroe. Non è il modo di fare di Fede: era veramente grave l’infortunio».
In un ambiente che spesso costruisce miti sulla retorica del “rientro impossibile”, il messaggio è quasi controcorrente: prima la persona, poi il risultato, e se il corpo o la testa diranno basta, nulla toglierà a quello che Federica Brignone ha già scritto nella storia dello sci.

Per ora, l’unica notizia certa è questa: la campionessa di La Salle che, secondo i medici, doveva ricominciare a camminare a febbraio, oggi cammina, lavora, pensa alla neve. Il resto, Milano-Cortina compresa, è ancora tutto aperto. E va bene così.