Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge regionale con gli aiuti ai Comuni alluvionati

Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le autonomie
Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le autonomie

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale della Valle d’Aosta numero 12 del 26 maggio 2025, approvata dal Consiglio Valle il 21 maggio, all’unanimità dei 33 consiglieri presenti, che stanziava otto milioni di euro per aiutare i Comuni valdostani colpiti dall’alluvione e dalle valanghe del 16–17 aprile, motivando la decisione perché alcune disposizioni sarebbero “eccedenti dalle competenze statutarie” concesse alla Valle d’Aosta, superando i limiti del suo Statuto speciale.

La legge regionale 12/2025 stabiliva 3,33 milioni di euro di trasferimenti per i Comuni di Fontainemore, Montjovet, Quart e Doues, ed altri 4,7 milioni di euro per finanziare interventi nei restanti Comuni della Valle colpiti dall’alluvione.

Secondo Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, che ha proposto l’impugnazione, la legge sarebbe in contrasto con i poteri esclusivi o concorrenti dello Stato, in particolare per tema di finanza pubblica, sistema contabile statale e Protezione civile (ai sensi del secondo comma, lettera e, e del terzo comma), creando una possibile incompatibilità normativa con le leggi nazionali. L’impugnazione sospende l’efficacia di alcune disposizioni, fino a un eventuale giudizio di costituzionalità.

Due partiti autonomisti, Pays d’Aoste Souverain e Rassemblement Valdôtain, hanno duramente criticato la decisione, definendola un attacco all’autonomia regionale e una scelta centralistica. In particolare, per i consiglieri regionali di RV la decisione del Consiglio dei ministri rappresenta «un atto grave», che colpisce direttamente il sistema delle Autonomie regionali previsto dall’articolo 117 della Costituzione e questa impugnazione può minare l’equilibrio tra Stato e Regioni, generando sfiducia istituzionale e ritardi operativi per Enti locali e comunità colpite dall’alluvione.

Renzo Testolin, presidente della Regione
Renzo Testolin, presidente della Regione

Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha commentato l’impugnativa, esprimendo forte perplessità e preoccupazione, sostenendo che l’impugnativa dello Stato penalizzi la Regione per aver agito con rapidità nel finanziare gli interventi urgenti di ripristino dopo i disastri naturali. La legge impugnata autorizzava l’anticipazione di risorse regionali ai Comuni per i primi lavori, misura che il Governo ora contesta e, secondo Testolin, il Governo potrebbe non riconoscere alcun rimborso statale per le risorse anticipate, nonostante sia stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale.
Il presidente della Valle d’Aosta ha ricordato che una procedura identica era già stata adottata con una legge regionale del 2024, sempre per alluvioni, senza alcuna impugnativa da parte dello Stato e questo evidenzierebbe un cambio di approccio del Governo non giustificato.

L’Amministrazione regionale attende la notifica ufficiale e la motivazione dettagliata dell’impugnativa e, dopo un esame approfondito, valuterà la costituzione in giudizio per difendere la legittimità della legge.

Durante un intervento alla Camera nella giornata di giovedì 24 luglio, il deputato valdostano Franco Manes ha espresso forte contrarietà all’impugnativa decisa dal Consiglio dei Ministri contro la legge regionale 12/2025, definendo la norma «un’azione di buon senso, concreta e tempestiva, tipica delle regioni virtuose», sottolineando che le risorse erano anticipate dalla Regione e destinate a essere rimborsate dalla Protezione civile nazionale secondo procedure consolidate.

Ha poi criticato duramente il Governo per un atteggiamento che ha definito «ideologico e centralista», accusandolo di richiamarsi alla Costituzione «solo quando fa comodo», ignorando le competenze garantite dallo Statuto speciale della Valle d’Aosta.
«Qui a Roma – ha aggiunto – c’è chi pensa che se la Regione anticipa i fondi, allora vuol dire che non ne ha bisogno. Un’assurdità, soprattutto considerando i ritardi nei ristori per l’alluvione del giugno 2024, ancora non del tutto erogati».

Franco Manes ha evidenziato anche il paradosso politico: «a livello locale gli stessi partiti di governo chiedevano alla Regione di anticipare le somme, e ora impugnano la legge per farlo», ribadendo il proprio sostegno all’autonomia valdostana, affermando che «solo i movimenti autonomisti come Union Valdôtaine e SVP possono difendere con coerenza le prerogative dei territori montani, di confine e delle minoranze linguistiche».

L’impugnazione ha originato un ampio scontro istituzionale tra Governo e Regione: da un lato, il Governo nazionale sostiene l’esigenza di uniformità legislativa e coordinamento nazionale su finanza pubblica e Protezione civile, dall’altro, la Regione autonoma Valle d’Aosta, accompagnata da forze politiche autonomiste, denuncia un’ostruzione ingiustificata all’autonomia, con conseguenze tangibili per i Comuni colpiti dall’alluvione.