MAQi 2025: la Valle d’Aosta tra eccellenze burocratiche e criticità gestionali

Una fascia da sindaco
Una fascia da sindaco

La nuova analisi del Sole – 24 Ore sulla capacità amministrativa dei Comuni capoluogo, che per la Valle d’Aosta coincide con l’intero territorio regionale, restituisce un’immagine sfaccettata. Il MAQi 2025 mette infatti in evidenza una regione capace di esprimere una macchina burocratica di alto livello, ma al tempo stesso segnata da debolezze nella rappresentanza politica e da finanze locali sotto pressione. È una fotografia a più strati, dove convivono competenze solide negli uffici, fragilità nella governance e spazi di miglioramento nella gestione economica.

La parte luminosa: i burocrati valdostani sono i migliori del Paese

Nella dimensione dedicata ai dipendenti pubblici la Valle d’Aosta conquista il 1° posto assoluto. Un primato netto, certificato dai numeri: poche assenze, personale qualificato, uffici agili. La macchina amministrativa funziona, e funziona bene. Nei quattro indicatori dedicati agli impiegati pubblici locali, istruzione, dotazione organica, assenteismo (il minore d’Italia: 10 giorni per dipendente), turnover, Aosta svetta al 1° posto assoluto, su 112 capoluoghi. Prima in Italia, davanti a Milano, Ragusa, Roma e Rimini.

La parte buia: la politica locale è ultima, 112ª su 112

Il crollo arriva sul fronte dei rappresentanti eletti.
Il MAQi misura tre cose semplici:

  • livello di istruzione;
  • presenza di professionalità elevate (manager, tecnici, profili apicali);
  • equilibrio di genere.

Risultato: Aosta è l’ultima in Italia.

La media degli anni di studio è di 13, la più bassa tra tutti i capoluoghi italiani, contro la media dei capoluoghi di 15,91; anche la composizione socioprofessionale delle Giunte finisce nella fascia più debole, con una scarsa presenza dei cosiddetti “white collars” (manager, professionisti) e con un equilibrio di genere non brillante.
Il Sole – 24 Ore è esplicito: i politici più istruiti competono nei Comuni grandi; quelli meno formati restano nelle realtà più piccole. Per dirla chiara: la macchina amministrativa funziona, ma chi dovrebbe guidarla molto meno.

Palazzo regionale ad Aosta
Palazzo regionale ad Aosta

Finanze locali: quart’ultimi, tra rigidità e poca capacità di spesa

Il terzo pilastro peggiora ulteriormente la situazione: finanze fragili, rigidità alta, capacità di spesa e di riscossione sotto la media (79%), investimenti bassi (13% nei capoluoghi, 24% media Italia).
In questa dimensione la Valle è 108ª, davanti soltanto a Catania, Agrigento e Trapani. Per una regione che vive di infrastrutture, cura del territorio e fondi pubblici, è un segnale che pesa.

Confronto tra Aosta, Torino, Biella, Trento, Udine e Bolzano

Città Punteggio MAQi Posizione nazionale Qualità burocrazia Qualità politici Finanze locali
Aosta 105,47 56ª 1ª migliori d’Italia (istruzione, assenze, turnover) 112ª ultimi per istruzione (13 anni), professionalità e parità di genere 108ª rigidità, scarsa capacità di spesa e riscossione
Torino 107,38 13ª molto alta: 13ª nei burocrati  6ª
Biella 104,16 89ª valori medi, non top 106ª (penultima) per formazione e qualità rappresentanza in fascia bassa
Trento 103,97 94ª top nazionale (burocrazia molto sopra la media) 4ª (investimenti elevati)
Udine 107,39 12ª 12ª nei burocrati (ottima) politici medio-alti finanze buone
Bolzano 107,07 17ª alta qualità della macchina pubblica politici tra i più qualificati del Nord 2ª in Italia per qualità delle finanze locali

La classifica generale vede in testa Sondrio con un punteggio di 108,77 davanti a Savona (108,73) e Genova (108,47). In fondo Catania (100,54) davanti ad Agrigento (100,71) ed Isernia (100,77).

Note metodologiche

Il MAQi aggrega 11 indicatori, divisi in 3 aree:

  • burocrazia (istruzione, assenze, dotazione organica, turnover);
  • politici locali (istruzione, mestiere, equilibrio di genere);
  • finanze locali (capacità di spesa, riscossione, rigidità, investimenti)

L’indice non misura i servizi erogati, ma la capacità amministrativa. Penalizza gli enti che “vanno molto male” anche solo su uno dei tre pilastri.

Come emerge: Aosta eccelle nei burocrati, crolla nei politici, soffre nelle finanze e quindi il punteggio totale è basso.