«Golosoni, potete star tranquilli, ma mia mamma, che vive nel Paese dei Balocchi, si è dimenticata di rinnovare l’autorizzazione all’Anas», così la figlia di Amanda Buzzi, titolare dell’eponima pasticceria di Nus, ha spiegato sui social come ma l’insegna esterna dell’attività commerciale è coperta. Il video ha riacceso una domanda ricorrente: quando un’insegna paga un canone, chi rilascia l’autorizzazione e quali sono le regole?
Le regole base
- insegna di esercizio fino a 5 m²: è esente dal canone comunale (canone unico patrimoniale) per legge nazionale, salvo diverse previsioni locali. Lo stabilisce la Legge 160/2019 (art. 1, comma 821, lett. l), che ha riformato i tributi su occupazione suolo e pubblicità;
- pubblicità e insegne lungo o in vista delle strade: servono autorizzazione dell’ente proprietario della strada (Comune, Provincia, Regione o Anas per le statali) e il pagamento del relativo canone/concessione; valgono limiti tecnici (dimensioni, distanze, luminosità) e, in caso di violazioni, sono previste sanzioni e rimozione. La cornice è l’art. 23 del Codice della Strada e il relativo Regolamento (D.P.R. 495/1992).
L’esenzione fino a 5 m² riguarda il canone comunale, restano comunque dovute le autorizzazioni stradali (e gli eventuali corrispettivi) se l’insegna è sulla pertinenza stradale o in vista della strada di competenza di un altro ente, ad esempio l’Anas per una statale.
Cosa significa a Nus
Nus è attraversata dalla strada statale 26: per insegne collocate lungo la statale o visibili dalla carreggiata si ricade in genere nell’ambito dell’art. 23 C.d.S.. In questi casi, oltre a eventuali titoli edilizi/comunali e all’eventuale esenzione comunale entro 5 m², serve il titolo autorizzativo dell’ente proprietario della strada (Anas per la SS26) con il pagamento del relativo canone; senza titolo si rischiano sanzioni e rimozione coatta.