Un grave episodio di violenza si è verificato il 27 ottobre 2025 nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Aosta, nella sede distaccata dell’ex maternità di corso Saint-Martin-de-Corléans. Uno psichiatra è stato aggredito da un paziente di 25 anni, aostano, sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio (Tso).
Secondo la ricostruzione, il giovane, già noto alle Forze dell’ordine, avrebbe reagito con violenza al momento di assumere una terapia orale, colpendo il medico con un pugno alla nuca. Lo specialista, soccorso dai colleghi e trasportato al pronto soccorso, ha riportato un trauma del rachide cervicale, con prognosi di 24 giorni.
Il 25enne, fuggito nei giorni precedenti da un precedente ricovero e poi rintracciato in bassa Valle dai carabinieri di Saint-Vincent – Châtillon, è stato nuovamente condotto in ospedale, dove si è consumata l’aggressione. Dopo l’intervento delle Forze dell’ordine, la Procura di Aosta ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari la custodia cautelare in un luogo di cura, in attesa di un posto presso una Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza).
Al momento, l’uomo è piantonato dalla Polizia penitenziaria nella struttura di via Saint-Martin-de-Corléans. È in corso una perizia psichiatrica per valutare la sua imputabilità.
L’episodio si inserisce in un quadro preoccupante: nel 2025 si sono già verificati tre casi di aggressione ai danni di operatori sanitari nelle strutture dell’Usl valdostana, mentre nel 2024 erano stati quattordici. In Italia, secondo i dati forniti dall’Ordine dei medici, si registrano oltre 2.000 denunce all’anno per aggressioni fisiche contro personale sanitario, numero che sale a 20.000 se si includono le violenze verbali o le minacce.
La situazione è resa ancora più complessa dalla mancanza in Valle d’Aosta di una Rems. Dopo la chiusura nel 2014 degli ospedali psichiatrici giudiziari, la Regione ha stipulato una convenzione con la struttura di Castiglione delle Stiviere (Mantova), ma la lista d’attesa è lunga e i posti disponibili a livello nazionale sono insufficienti.
Attualmente, i pazienti con disturbi psichiatrici autori di reati vengono ospitati nel carcere di Brissogne o nei reparti psichiatrici dell’ospedale regionale, due strutture che, ribadiscono gli operatori, non sono progettate né attrezzate per gestire situazioni di elevata pericolosità.










