Nel 2024 aria buona ad Aosta, ma cresce il nichel in area industriale

Gli impianti di misurazione della qualità dell'aria, in piazza Plouves ad Aosta
Gli impianti di misurazione della qualità dell'aria, in piazza Plouves ad Aosta

La qualità dell’aria ad Aosta nello scorso anno viene giudicata complessivamente buona per la maggior parte degli inquinanti monitorati, con criticità puntuali legate all’ozono nella bassa Valle e al nichel nell’area industriale del capoluogo.
Nel rapporto completo sulla qualità dell’aria 2024, realizzato da Arpa VdA, pubblicato mercoledì 26 novembre 2025, ad Aosta ed in Valle d’Aosta i limiti di legge per PM10, PM2.5, NO2 e benzene sono stati rispettati in tutte le stazioni, con valori in linea con gli anni scorsi e tendenze stabili o in lieve diminuzione. Benzoapirene, piombo, arsenico e cadmio risultano ampiamente sotto i valori di riferimento, sia nei siti urbani sia in quelli rurali.​

Le criticità

L’ozono resta l’inquinante critico nella bassa Valle: a Donnas si conferma il superamento del valore obiettivo per la salute, pur con livelli 2024 un po’ inferiori al 2023 e ad altre annualità. Ad Aosta preoccupa il nichel: 11 ng/m³ a piazza Plouves e 7 ng/m³ in via Liconi (sotto il valore obiettivo), ma 22 ng/m³ in via I Maggio, leggermente sopra la soglia di 20 ng/m³ e in crescita, connesso alle emissioni dell’area siderurgica.​

Dati in città

Per il PM10, le medie annue 2024 nelle tre stazioni cittadine oscillano fra circa 15 e 20 µg/m³, ben sotto il limite di 40 µg/m³, con pochi superamenti giornalieri rispetto ai 35 consentiti. Il PM2.5 resta sotto 25 µg/m³ in tutte le stazioni, valori urbani omogenei e inferiori ai limiti vigenti. Il biossido di azoto resta sotto 40 µg/m³ in media annua e non registra ore oltre 200 µg/m³, meglio dei livelli di metà anni 2010.​

Le emissioni di un'auto nel traffico aostano
Le emissioni di un’auto nel traffico aostano

Traffico e riscaldamento: quanto pesano

Nel fondovalle, lungo l’asse viario urbano, traffico e riscaldamento domestico spiegano gran parte dei picchi invernali di PM10/PM2.5 e dei livelli di NO2, sommando emissioni di scarico, usura di freni/pneumatici/asfalto e fumi di stufe/caldaie. A scala regionale, l’uso domestico della legna e degli altri combustibili per il riscaldamento è indicato tra le principali sorgenti di particolato, specie nei mesi freddi; in città questo contributo si somma a quello del traffico e, nelle aree vicine allo stabilimento, alle emissioni industriali.
Nelle zone rurali e di montagna il traffico pesa meno; entrano in gioco il riscaldamento e i trasporti atmosferici (Pianura Padana, episodi di polveri a lunga distanza), oltre all’ozono di origine sovraregionale.​

Dove il mix cambia

  • assi stradali e incroci urbani: prevale l’effetto del traffico su NO2 e una quota di PM10/PM2.5;
  • quartieri residenziali in inverno: il riscaldamento domestico incide sulle polveri fini, soprattutto con apparecchi a biomassa non efficienti.;
  • area industriale (via I Maggio): contributo specifico ai metalli, in particolare nichel, con valori 2024 sopra il valore obiettivo.​

Nuovi limiti UE e prospettive

La direttiva UE 2024/2881 rende più severi i limiti: PM10 annuo da 40 a 20 µg/m³, PM2.5 da 25 a 10 µg/m³, NO2 annuo da 40 a 20 µg/m³, con nuove soglie giornaliere. Con queste regole, molte stazioni valdostane, anche ad Aosta, sono vicine ai futuri target per polveri e NO2, richiedendo ulteriore riduzione delle emissioni, mentre sul nichel serviranno interventi specifici legati all’AIA dello stabilimento.​

La relazione annuale dell’Arpa VdA sulla qualità dell’aria 2024