La mobilitazione contro la riapertura della discarica di Pompiod, tra i comuni di Jovençan ed Aymavilles non si ferma. Nella mattina di sabato 22 novembre 2025, nella piazzetta des Franchises, ad Aosta, il gazebo dell’associazione Valle Virtuosa, insieme al Comitato discarica sicura Pompiod ha ripreso la raccolta di fondi destinata a sostenere il ricorso al TAR contro il progetto regionale. Un banchetto essenziale, tè caldo, striscioni e decine di volantini distribuiti ai passanti: è la fotografia di un’associazione che ha deciso di non far scivolare il tema in una parentesi tecnica, ma di riportarlo al centro del dibattito pubblico: «serve l’aiuto di tutti – sottolineano da Valle Virtuosa – perché quella di Pompiod non è una questione locale, ma riguarda la tutela dell’intero sistema ambientale valdostano».
Accanto alla raccolta in presenza rimane attiva anche quella online, ospitata sulla piattaforma BuonaCausa: l’obiettivo dichiarato è finanziare l’azione legale e le spese che accompagnano il ricorso, che potrebbe anche approdare al Consiglio di Stato o anche alla Corte europea.
Ma, come chiarito da Valle Virtuosa, durante la tradizionale conferenza stampa che ricorda la vittoria nel referendum popolare contro la costruzione del pirogassificatore, nel 2012, il nodo non è soltanto Pompiod: è l’intero sistema regionale dei rifiuti.
Pompiod: un sito per inerti che ha ricevuto rifiuti pericolosi
Il cuore della battaglia sta tutto qui: la discarica di Pompiod nasce per rifiuti inerti, ma la documentazione tecnica contestata indica la presenza di rifiuti pericolosi in diverse analisi, con valori elevati di metalli pesanti e scarti provenienti anche da fuori regione. Valle Virtuosa accusa la Regione di aver autorizzato l’ampliamento del sito senza affrontare tre criticità strutturali:
- errori e omissioni nella classificazione dei rifiuti:
- in più campioni compaiono valori che avrebbero richiesto l’attribuzione di codici EER “pericolosi”, mai assegnati;
- in altri mancano del tutto codici che sarebbero obbligatori.
Un luogo geologicamente inadatto:
- falda superficiale, gallerie e cavità residuali;
- risorgive attive e infiltrazioni;
- rischio di dispersione degli inquinanti in un territorio agricolo e turistico.
Una procedura amministrativa giudicata “leggera”:
- per il Comitato non è stato valutato l’effettivo impatto cumulativo dell’ampliamento;
- la documentazione sullo stato reale della discarica è ritenuta “insufficiente”;
- il ricorso punta a ottenere la sospensione dell’autorizzazione e l’avvio di un processo trasparente di analisi, bonifica e rinaturazione.

Brissogne non è Pompiod: ma anche la discarica regionale è al limite
Ben distinto da Pompiod è il tema della discarica regionale di Brissogne, che riguarda lo smaltimento dei rifiuti urbani della Valle d’Aosta.
Secondo i dati presentati da Valle Virtuosa, la discarica sarà esaurita entro il 2031, la qualità dei rifiuti in ingresso al trattamento meccanico biologico (tmb) è peggiorata, il project financing del 2018 non ha retto agli scenari reali e la tariffazione di Enval, la società privata che gestisce la discarica, penalizza i Comuni più virtuosi e “premia” le raccolte stradali.
L’associazione ha sottolineato che la Regione è in ritardo nell’attuazione del Programma regionale di gestione dei rifiuti 2022–2026, che impone 80% di differenziata entro il 2026, riciclo effettivo al 65% e conferimento in discarica sotto il 10%.
Oggi questi numeri sono molto lontani: nel 2023 la differenziata si ferma al 69,5% e il conferimento in discarica è oltre il 30%.
Tariffe, porta a porta e responsabilità politica
Uno dei passaggi più duri è dedicato alle tariffe di Enval: il rapporto fisso 2:1 fra indifferenziato e differenziato, fissato per 17 anni, viene definito «illogico, ingiusto e incompatibile con il principio europeo “chi inquina paga”». Secondo Paolo Meneghini, presidente di Valle Virtuosa, adottando il porta a porta ovunque e una tariffazione puntuale basata sulla qualità, i costi di trattamento scenderebbero, mentre l’attuale sistema «non premia i cittadini e i SubATO più virtuosi».
La responsabilità politica, nell’analisi dell’associazione, riguarda soprattutto i ritardi dell’Assessorato Ambiente, Opere pubbliche e Territorio, la mancanza di trasparenza sui flussi e sul monitoraggio del PRGR e la sottovalutazione della questione Pompiod.











