Valle d’Aosta, 25 anni dall’alluvione del 2000: la memoria diventa responsabilità

I danni dell'alluvione del 2000 a Nus
I danni dell'alluvione del 2000 a Nus

Venticinque anni fa, tra il 13 e il 16 ottobre 2000, la Valle d’Aosta visse una delle pagine più drammatiche della sua storia recente. In tre giorni di piogge incessanti, la Dora Baltea e i suoi affluenti ruppero gli argini, interi villaggi furono sommersi dal fango e venti persone persero la vita. A un quarto di secolo da quei giorni, la Valle ha ricordato le vittime, rinnovando il proprio impegno per la sicurezza e la prevenzione.

Renzo Testolin: «la memoria diventi responsabilità»

«Venticinque anni sono trascorsi da quei giorni drammatici, che resteranno per sempre scolpiti nella memoria collettiva della nostra Valle – ha dichiarato il presidente della Regione, Renzo Testolina quanti persero i loro cari va ancora una volta il nostro pensiero e il nostro cordoglio più sincero. Quel tragico evento ci ha insegnato il valore della coesione, della prevenzione e del rispetto per il territorio».
Testolin ha ricordato che «la memoria deve diventare responsabilità», sottolineando come la Settimana nazionale della Protezione civile, che si chiude sabato 18 ottobre con una cerimonia in piazza Chanoux ad Aosta, rappresenti «un momento di restituzione alla popolazione del lavoro svolto in questi anni e di riflessione sull’importanza della cultura del rischio».

Alex Micheletto, Raffaele Rocco, Renzo Testolin e Valerio Segor alle celebrazioni per la Settimana nazionale della Protezione civile
Alex Micheletto, Raffaele Rocco, Renzo Testolin e Valerio Segor alle celebrazioni per la Settimana nazionale della Protezione civile

Messa in Cattedrale e tavola rotonda a Nus

Nella serata di mercoledì 15 ottobre, il vescovo di Aosta Franco Lovignana ha celebrato una messa in suffragio delle vittime in Cattedrale, alla presenza del presidente Testolin e delle autorità regionali. Nello stesso giorno, Nus, uno dei centri più colpiti nel 2000, ha inaugurato un monumento ligneo alla memoria realizzato dall’artista Luciano Regazzoni ed organizzato una tavola rotonda con la Fillea Cgil dedicata al ricordo e alla prevenzione: «rivedere le immagini di quei giorni ci fa capire la fragilità del nostro territorio – ha detto il sindaco, Camillo Rossetnon possiamo dimenticare, né illuderci che simili eventi non si ripetano. Dobbiamo imparare a convivere con il rischio».
Dalla ricostruzione nacquero strumenti di pianificazione territoriale come gli ambiti regionali dei Piani regolatori, con limiti e vincoli pensati per ridurre l’esposizione al rischio idrogeologico: «molti cittadini non capiscono questi vincoli – ha aggiunto il sindaco di Nus – ma sono la garanzia che disastri come quello del 2000 non si ripetano».

Autorità e sindaci valdostani alle celebrazioni per la Settimana nazionale della Protezione civile
Autorità e sindaci valdostani alle celebrazioni per la Settimana nazionale della Protezione civile

La Settimana nazionale della Protezione civile

Le commemorazioni si inseriscono nel quadro della Settimana nazionale della Protezione civile, in programma dal 14 al 18 ottobre, dedicata ai temi della sicurezza e della prevenzione. Tra le iniziative: una visita didattica alla Centrale unica del soccorso di Saint-Christophe, un seminario per i sindaci sulla pianificazione comunale del rischio e, sabato 18 ottobre in piazza Chanoux ad Aosta, un open day aperto al pubblico con stand, esercitazioni e momenti di incontro con tutte le componenti del sistema di Protezione civile valdostano, dal Corpo forestale al Soccorso alpino.

«La memoria come impegno per la prevenzione – ha ricordato il presidente Renzo Testolin – perché solo trasformando il dolore in vigilanza e la memoria in preparazione attiva potremo costruire una Valle d’Aosta più sicura». Per il capo della Protezione civile, Valerio Segor, l’obiettivo è «rendere ogni cittadino parte consapevole del sistema, continuando a investire in prevenzione e opere di difesa del territorio, soprattutto di fronte alle nuove sfide dei cambiamenti climatici».

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