I grattacieli del quartiere Cogne ad Aosta non esistono più: dietro i teli che il Comune ha iniziato a rimuovere all’inizio di dicembre 2025 resta una distesa di macerie che ridisegna il paesaggio tra via Capitano Chamonin e via Giorgio Elter. Per chi abita nelle case Stura è un cambio di prospettiva concreto, perché dopo decenni torna la visuale delle montagne verso nord e la luce entra nelle abitazioni con un’intensità che mancava dai tempi della costruzione dei maxi condomìni.
Un cantiere simbolo
La demolizione dei due palazzi di 9 e 12 piani, realizzati negli anni Ottanta come edilizia residenziale pubblica, è stata presentata fin dall’inizio come il passaggio chiave di un più ampio progetto di riqualificazione del quartiere Cogne, in parte finanziato con fondi Pnrr e PINQuA. Il cantiere, affidato alla Armofer Cinerari Luigi, ha attirato l’attenzione della stampa tecnica nazionale per la scelta della demolizione meccanica “top‑down” in un contesto densamente abitato.
Protagonista della fase più spettacolare, iniziata l’11 agosto, è stato “Zeus”, l’escavatore Liebherr R 980 Demolition da 200 tonnellate capace di lavorare fino a 60 metri di altezza, affiancato da un secondo mezzo Liebherr R 950 da 80 tonnellate. Grazie ai bracci telescopici e alle pinze per il cemento armato, i tecnici hanno demolito i fabbricati dall’alto verso il basso per porzioni modulari, limitando vibrazioni e rischio di collassi incontrollati sulle autorimesse interrate e sugli edifici vicini.

Il cumulo delle macerie del grattacielo ‘grande’
Polveri sotto controllo, niente amianto
Prima dei “morsi” in quota, l’impresa ha eseguito strip‑out e bonifiche, rimuovendo serramenti, impianti e materiali potenzialmente inquinanti, con verifiche che hanno escluso la presenza di fibre di amianto nell’aria circostante. Durante la demolizione sono stati utilizzati teli in gomma sospesi, ponteggi schermati verso il fabbricato più vicino, nebulizzatori e un sistema di bagnatura integrato sulla pinza, mentre centraline dell’azienda e degli enti di controllo monitoravano polveri, rumore e vibrazioni.
Completato l’abbattimento delle strutture fuori terra, l’area degli ex grattacieli è oggi un grande riempimento che colma il volume delle autorimesse, con cumuli di materiali in attesa di caratterizzazione e di eventuale riutilizzo in sito o smaltimento in discarica autorizzata.
Secondo il cronoprogramma comunicato dal Comune, la fase di demolizione e gestione delle macerie si chiuderà a luglio 2026, mentre l’amministrazione punta ad avviare subito dopo il cantiere del nuovo parco urbano e del collegamento viario tra via Maggiore Cavagnet e via Capitano Chamonin, evitando “buchi” temporali tra un intervento e l’altro.










