Due udienze per l’omicidio di Auriane Laisne: la difesa ottiene la perizia psichiatrica

Il cellulare davanti al tribunale di Aosta durante il processo a Shoaib Teima
Il cellulare davanti al tribunale di Aosta durante il processo a Shoaib Teima

Due udienze ravvicinate, martedì 16 e mercoledì 17 settembre 2025, hanno segnato una svolta nel processo per l’omicidio di Auriane Laisne, la 21enne francese trovata senza vita il 5 aprile 2024 nei ruderi della cappella di Equilivaz, sopra La Salle. Sul banco degli imputati siede l’ex fidanzato Sohaib Teima, 23 anni, originario di Fermo, accusato di omicidio premeditato.

Le deposizioni della prima giornata

L’udienza di martedì 16 si è chiusa in meno di due ore. La Corte ha ascoltato il medico legale Lorenzo Varetto, consulente della difesa, e la zia dell’imputato, Aziza Choukri, che lo ha cresciuto tra Italia e Lione.
Varetto ha sollevato dubbi rispetto alle conclusioni del consulente della Procura, Roberto Testi. In particolare, ha ridimensionato l’anomalia della quantità di benzodiazepine rinvenute nel corpo della giovane, ha parlato di possibili segni di difesa sulla mano destra e ha messo in discussione la posizione del cadavere, ipotizzando che possa essere stato spostato dopo la morte.
In aula, come ad ogni udienza, anche i genitori di Auriane, visibilmente provati. La madre, che in primavera aveva portato fiori sul luogo del delitto, ha ascoltato con le lacrime agli occhi.

La decisione sulla perizia psichiatrica

Il giorno successivo, mercoledì 17 settembre, la Corte d’Assise ha accolto la richiesta, già respinta a maggio, di sottoporre Teima a una perizia psichiatrica. L’incarico sarà affidato il 13 ottobre a uno specialista nominato dalla Corte.
Determinante la testimonianza dello psichiatra Franco Freilone, chiamato dalla difesa, secondo cui la documentazione clinica evidenzierebbe «un profilo di disagio psichico rilevante» meritevole di approfondimento. Nonostante l’opposizione della Procura e della parte civile, i giudici hanno ritenuto necessario l’accertamento per verificare la capacità di intendere e volere e l’eventuale pericolosità sociale dell’imputato.

Una vicenda segnata da precedenti

Già nel febbraio 2024, durante un procedimento in Francia, la psichiatra Brigitte Font Le Bret aveva diagnosticato a Teima la necessità di un percorso terapeutico e imposto un divieto di avvicinamento ad Auriane, definita «vulnerabile». Quel divieto, però, non era stato rispettato: la coppia aveva attraversato insieme il traforo del Monte Bianco poche settimane prima del delitto.

Con la decisione della Corte, il processo si allunga di alcune udienze. La sentenza di primo grado, inizialmente attesa per il 12 novembre 2025, slitta così al 2026.
Intanto, in aula si confrontano due immagini contrapposte: da un lato la ricostruzione degli inquirenti, che parlano di un omicidio premeditato con somministrazione di farmaci per stordire la vittima; dall’altro la linea difensiva, che insiste sui punti oscuri dell’autopsia e sul profilo psichiatrico dell’imputato, proclamatosi sempre innocente.