Nuovo allarme occupazionale tra Valle d’Aosta e Canavese. La TeleContactCenter (Tcc), società del gruppo Tim che si occupa da oltre vent’anni dei servizi di assistenza clienti, si prepara a chiudere le sedi di Aosta e Ivrea, trasferendo le attività e i circa 130 lavoratori (40 nel capoluogo valdostano e 90 a Ivrea) nella nuova società Dna, controllata dal gruppo Distribuzione.
La notizia, anticipata lunedì 24 ottobre 2025 ai sindacati, è arrivata con l’apertura della procedura ex art. 47 per la cessione di ramo d’azienda, che riguarda complessivamente 1.599 dipendenti in tutta Italia. L’operazione, formalmente presentata come un progetto di aggregazione industriale, è stata definita dalle organizzazioni sindacali come “l’ennesima esternalizzazione mascherata” destinata a indebolire ulteriormente il gruppo Tim e il tessuto produttivo dei territori.
Le sedi di Aosta e Ivrea nel mirino
Ad Aosta, Tcc aveva aperto nel 2022 negli spazi dell’ex sede Sip di corso XXVI Febbraio, dopo la chiusura del centro storico di Pont-Saint-Martin, che occupava 87 persone. Parte del personale era stato trasferito a Ivrea, nell’ex stabilimento Olivetti di via Monte Navale, che oggi rappresenta uno degli ultimi poli occupazionali legati alla telefonia nel Canavese.
Ora, con la nascita di Dna, società con sedi operative tra Caltanissetta, Catanzaro, Napoli e Roma, il rischio concreto è che nessuna garanzia venga data sul mantenimento delle sedi locali: «l’azienda ha proposto ai sindacati un accordo per salvaguardare i livelli occupazionali per quattro anni, ma senza tutele territoriali – ha spiegato Barbara Capelli, segretaria generale della Slc Cgil Valle d’Aosta – il rischio è che oltre 1.500 lavoratori vengano dispersi senza una prospettiva chiara».
Le tre sigle sindacali di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, hanno proclamato lo stato di agitazione nazionale e avviato le procedure di raffreddamento come primo passo verso uno sciopero: «siamo pronti a difendere ogni posto di lavoro – ha dichiarato Ivan Corvasce della Slc-Cgil – e a tutelare l’occupazione nei territori più esposti, come Ivrea e Aosta. Questa partita non è chiusa».
Per Ivana Laurora, segretaria della Fistel Cisl VdA, «siamo davanti a lavoratori che arrivano da oltre dieci anni di contratti di solidarietà. Lo scorso giugno Tim aveva accennato all’ipotesi di esternalizzazione, poi rientrata. Oggi si torna al punto di partenza, ma con un rischio più alto».
Le organizzazioni sindacali chiederanno un incontro urgente alla nuova Giunta regionale e intendono coinvolgere anche i parlamentari valdostani e piemontesi.

Una crisi nazionale con radici locali
TeleContact, che opera nei servizi di customer care per Tim, si trova al centro della più ampia ristrutturazione del gruppo dopo la cessione della rete e l’ingresso di Poste Italiane tra i nuovi azionisti. Secondo i sindacati, la cessione a Dna replica uno schema già visto nel settore: “le esternalizzazioni nel customer care – hanno ricordato Slc, Fistel e Uilcom – si sono sempre rivelate errori strategici. Fastweb, Vodafone e Wind hanno poi dovuto rispondere in tribunale delle proprie scelte”.
Sul piano politico, la vicenda approderà in Parlamento: il deputato del Movimento 5 Stelle Antonino Iaria presenterà un’interrogazione urgente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per chiedere al Governo di intervenire “a tutela della continuità dei servizi pubblici e dell’occupazione”.
«Non si può continuare a smontare pezzo per pezzo il gruppo Tim mentre il Governo resta a guardare – ha stigmatizzato – prima di qualsiasi passaggio societario servono trasparenza e garanzie reali per chi lavora».
I sindacati locali parlano di “un colpo pesante per due territori già provati da decenni di ridimensionamento industriale”.
«Chiederemo alla Regione Valle d’Aosta di attivarsi subito – ha concluso Barbara Capelli – perché qui non si tratta solo di 40 posti di lavoro ad Aosta, ma di una presenza strategica di un servizio pubblico che rischia di sparire dal territorio».
Le prossime settimane saranno decisive: i 25 giorni previsti per l’accordo sindacale scadranno a fine novembre. Se non verrà trovata un’intesa, i lavoratori di Aosta e Ivrea potrebbero trovarsi senza una sede e con un futuro ancora più incerto.










