Chiede un ultimo incontro, lei gli dà appuntamento sotto la Questura. Lui la aggredisce: arrestato

L'ingresso della Questura di Aosta
L'ingresso della Questura di Aosta

Si erano lasciati da mesi, e male. Lei, giovane donna aostana, aveva chiuso una relazione divenuta soffocante: gelosie, pedinamenti, insulti, umiliazioni, e almeno uno schiaffo mai denunciato. Lui, 29 anni, non aveva accettato la fine della storia e aveva continuato a cercarla, seguirla, controllarla. L’ultimo capitolo è finito nel pomeriggio di lunedì 10 novembre 2025, direttamente sotto la palazzina della Questura.

È lì che la ragazza ha deciso di dargli appuntamento: un luogo pubblico, protetto, a pochi metri dagli agenti. Un compromesso per chiudere definitivamente i conti con un passato che la tormentava, senza correre rischi. «Voglio solo spiegarti, davvero», le aveva scritto lui. Ma non era una spiegazione che cercava: era un’altra scena di prevaricazione.

Appena arrivato, infatti, l’uomo ha alzato la voce, l’ha insultata, ha tentato di bloccarle il passo quando lei ha cercato di entrare in Questura per denunciarlo. È stato in quel momento che la ragazza si è liberata dalla presa e ha chiesto aiuto. Gli agenti, usciti immediatamente, hanno fermato l’uomo e ascoltato la sua ex.

Quello che hanno sentito è il racconto di una relazione tossica e violenta:

  • divieti continui (uscire, vedere le amiche, andare in palestra);
  • controlli e pedinamenti anche dopo la rottura;
  • aggressioni verbali e almeno un episodio di violenza fisica;
  • paura quotidiana, la sensazione costante di essere osservata.

La giovane ha spiegato di non aver mai denunciato prima per paura e per l’illusione, comune in tanti casi di violenza domestica, che lui, prima o poi, avrebbe smesso. Non è successo. Dopo l’aggressione di lunedì, invece, ha trovato finalmente il coraggio di entrare negli uffici della Polizia di Stato e raccontare tutto. Gli agenti hanno arrestato il 29enne in flagranza per atti persecutori. All’udienza di convalida, la Procura di Aosta ha chiesto la custodia cautelare in carcere, ritenendo il comportamento dell’uomo attuale, pericoloso e non episodico.

La vicenda ricorda, ancora una volta, quanto sia rischioso accettare “un ultimo incontro” con chi ha già manifestato comportamenti violenti: spesso non chiarisce nulla, e può sfociare in nuove aggressioni. Stavolta, per fortuna, la ragazza aveva scelto il luogo giusto. E questa scelta le ha probabilmente evitato il peggio.