Aosta torna sotto la lente di ItaliaOggi e Università La Sapienza con l’edizione 2025 dello storico rapporto sulla Qualità della Vita. Il risultato? Una fotografia in chiaroscuro: Aosta (che va intesa come Regione) è una delle 32 province italiane “di eccellenza”, ben posizionata nelle aree chiave del benessere quotidiano, sicurezza, salute, ricchezza e coesione, ma con margini di miglioramento significativi nell’istruzione.
Nonostante questo, il capoluogo valdostano conferma una stabilità che molte altre città italiane oggi si sognano. Il confronto con Torino e con le altre città di montagna rafforza ulteriormente il quadro.
Un’Italia che arretra, un’Aosta che tiene botta
Il 2025 è un anno di peggioramento generale per tante realtà italiane: crisi demografica, inflazione, difficoltà dei servizi e disuguaglianze crescenti trascinano verso il basso molte province. In questo contesto, Aosta rimane in fascia alta, tra le migliori del Nord-Ovest e al fianco delle province alpine storicamente virtuose.
Il dato più evidente è che Aosta resta una città dove si vive bene, almeno secondo i grandi indicatori strutturali.
Reddito e ricchezza: Aosta nella top 20 nazionale
Il capoluogo valdostano si piazza 18ª in Italia per reddito medio, risparmio, consumi e capacità economica delle famiglie. Un risultato importante che la pone accanto a piccole province ricche come Sondrio, Belluno e VCO (Verbano, Cusio, Ossola) e alle spalle delle inarrivabili Trento e Bolzano.
Rispetto a Torino, Aosta perde qualcosa sul reddito medio (Torino è 12ª), ma vince per stabilità e minori fragilità sociali.
Reati e sicurezza: Aosta è tra le più tranquille del Paese
Qui ItaliaOggi è chiarissima: Aosta è una delle province più sicure d’Italia.
I reati sono pochi, gravi episodi ancora più rari, la microcriminalità è contenuta. Numeri che la collocano nelle zone alte della classifica, ben lontana dalla situazione dei grandi centri del Nord-Ovest.
Rispetto a Torino la differenza è abissale, con le città alpine la comparazione è più equilibrata: Aosta è simile a Belluno, VCO e Sondrio, e leggermente più sicura di Trento e Bolzano, dove il peso demografico e universitario alza le statistiche.
Sicurezza sociale: welfare forte, comunità coesa
La sicurezza sociale è un altro punto di forza netto per Aosta:
- buona tenuta del reddito;
- morosità contenute;
- servizi sociali stabili;
- comunità piccola ma solidale;
- rete di supporto ben strutturata.
Il risultato è una provincia con fragilità limitate e forte coesione, molto più di quanto accade a Torino e a molte città del Nord.
Popolazione: Aosta non cresce e non attrae
L’unico dato davvero negativo sul fronte demografico è questo: Aosta non cresce.
La popolazione resta stabile o cala leggermente, con:
- invecchiamento marcato;
- pochi giovani residenti;
- saldo naturale negativo;
- capacità molto bassa di attrarre nuovi abitanti.
Rispetto a Trento e Bolzano, che si espandono e attirano studenti e lavoratori, Aosta fatica a rigenerarsi. La mancanza di un vero polo universitario pesa su tutto: competenze, innovazione, dinamismo sociale.
Sistema salute: bene, ma non da primato
Il sistema sanitario valdostano ottiene buone valutazioni:
- servizi territoriali in tenuta;
- ospedale efficiente rispetto alle dimensioni;
- tempi d’attesa migliorabili ma non critici;
- rete socio-sanitaria capillare.
Non siamo ai livelli di Trento e Bolzano, ma Aosta supera molte province italiane di pari dimensione. Torino? Meglio in dotazione, peggio in accessibilità, complice la pressione della domanda.
Turismo: solido, ma lontano dai big delle Alpi
Aosta registra un comparto turistico in crescita moderata, con buoni indicatori di ricettività ed economia locale. Ma rispetto ai giganti trentini e altoatesini il confronto è impari:
- niente turismo congressuale strutturato;
- minor diversificazione stagionale;
- forte dipendenza dagli sport invernali;
- numeri più contenuti su arrivi e presenze.
Nonostante ciò, Aosta mantiene performance più alte di molte province del Nord-Ovest.
Istruzione e formazione: il punto debole
Il vero tallone d’Achille è l’istruzione: Aosta si colloca al 31° posto nazionale, quindi in fascia medio-alta, ma molto lontana dalle province alpine “capitali della formazione” come Trento e Bolzano.
I fattori che la penalizzano:
- basso numero di laureati tra i 25 e i 39 anni;
- formazione continua modesta;
- scarsa presenza di infrastrutture universitarie;
- limitata attrattività per studenti da fuori regione.
L’indicatore scolastico non è negativo, ma la città non produce sapere al ritmo delle grandi province alpine.
Ambiente: bene, ma non abbastanza per le “top”
Nella dimensione ambiente, dominata da Bolzano, Trento, Torino e Bergamo, Aosta non rientra tra le prime 19 province italiane.
Il punteggio è comunque buono, ma non sufficiente per l’eccellenza.
Penalizzano:
- qualità dell’aria non ottimale;
- consumi energetici pro capite;
- scarsa dotazione di verde pubblico “storico” (nuovo indicatore dal 2024);
- pressione del traffico pendolare.
Il confronto con Torino e le città alpine
Aosta vs Torino:
- meglio su sicurezza, qualità sociale, vivibilità, ricchezza;
- peggio su istruzione e ambiente;
- Aosta più equilibrata, Torino più polarizzata.
Aosta vs Trento/Bolzano:
- loro restano il riferimento assoluto;
- Aosta tiene su sicurezza e reddito;
- perde su istruzione, sanità, turismo, servizi avanzati.
Aosta vs Belluno/Sondrio/VCO:
- confronto più alla pari;
- Aosta più ricca;
- le altre più forti su ambiente e istruzione.
Il quadro generale
Lo studio evidenzia un peggioramento complessivo in Italia: le province in cui la vita è “buona o accettabile” scendono da 62 a 60, con un forte arretramento del Mezzogiorno.
Il Nord e le province montane restano i territori più resilienti, ma emergono segnali di fatica anche qui: spesa familiare crescente, pressione abitativa, costi energetici.
Il giudizio finale di ItaliaOggi è chiaro: Aosta è una delle migliori province (Regioni) italiane per qualità della vita, un luogo dove si vive bene, sicuri, con redditi stabili e servizi efficienti. Le criticità non riguardano tanto la scuola in sé, quanto attrattività, formazione superiore e capacità di trattenere giovani e competenze. La demografia, poco ricambio e poca attrattività giovanile, completa il quadro delle vere sfide dei prossimi anni.
Sono i temi su cui si gioca la capacità della Valle d’Aosta di rimanere non solo una regione dove si vive bene oggi, ma anche un territorio dove valga la pena restare e investire domani.









