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Muro contro muro tra Manuel Cipollone e Raffaele Rocco sul passato in APS di Valeria Fadda

redazione aostapresse.it

giovedì 18 Dicembre 2025 • h. 18:00

Muro contro muro tra Manuel Cipollone e Raffaele Rocco sul passato in APS di Valeria Fadda

di redazione aostapresse.it | Gio 18 Dic 25 – h. 18:00

È finita in coda nella riunione del Consiglio comunale di Aosta, nella serata di giovedì 18 dicembre 2025 ma è diventata una resa dei conti politica: la mozione presentata da Manuel Cipollone, consigliere di Fratelli d’Italia sul ruolo della vice sindaca Valeria Fadda, assente per malattia, sul suo passato recente nel Consiglio di amministrazione di APS Aosta SpA., la società in house del Comune.

Al centro del confronto non c’è (almeno formalmente) una contestazione di incompatibilità: il proponente l’ha incorniciato come tema «di opportunità» e di «perimetri» tra controllore e controllato, chiedendo una sorta di «cintura di sicurezza» politica e amministrativa. Il sindaco Raffaele Rocco ha ribaltato il tavolo: «questa non è una mozione tecnica, è molto politica», e l’ha liquidato come un attacco costruito sul sospetto, con un titolo «aggressivo».

Cosa chiedeva Cipollone: astensione “rafforzata” e parere ANAC

La mozione, dal titolo volutamente provocatorio (“A.P.S. fucina di talenti, dal Cd’A della società in house a Vicesindaco della città: un conflitto di opportunità per la dott.ssa Fadda?”), parte da un dato: Fadda è stata nel CdA di APS, insediatasi il 20 agosto 2024 e si è dimessa il 18 agosto 2025 dopo l’annuncio della candidatura. Da qui la richiesta: astensione rafforzata su atti con effetti “immediati e diretti” su APS finché resta in carica l’attuale CdA, con cui avrebbe condiviso responsabilità, e la richiesta di un parere urgente ad ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione sui conflitti anche solo potenziali e sul tema delle “porte girevoli”.
In Aula Cipollone ha insistito: non sarebbe «un processo alla persona», ma un precedente da regolare perché i passaggi tra APS e Comune, dice, non sarebbero rari.

La risposta di Rocco: «nessuna sovrapposizione, qui rischiate di paralizzare»

Il sindaco ha reagito su due piani: merito e metodo. Prima ha difeso la vice sindaca («si sarebbe assentata comunque») ed ha attaccato il titolo, che definisce da “taglio giornalistico” e accusatorio (Manuel Cipollone svolge attività giornalistica per un sito Internet, pur non essendo non iscritto all’Albo, n.d.r.). Poi è entrato nel merito: le dimissioni del 18 agosto 2025, ha sostenuto, «hanno risolto qualsiasi problema di incompatibilità» e la mozione chiede un’astensione preventiva «generalizzata» che diventerebbe un veto politico.
Rocco ha messo anche i paletti delle deleghe: Valeria Fadda ha gli affari legali, legalità, politiche giovanili e altre materie di staff, mentre la sovrintendenza sui contratti di servizio APS resterebbe in capo al sindaco. E richiama l’assetto del «controllo analogo» già in piedi, basato sul Comitato di controllo e sulle linee guida approvate con delibera 92/2017, per dire che «le barriere organizzative» invocate dalla mozione esistono già.
Sul “pantouflage – porte girevoli” evocato da Cipollone la linea è netta: la norma, ha ribadito Rocco, riguarda l’uscita dal pubblico verso il privato per interessi personali, qui sarebbe un passaggio «dentro il perimetro pubblico» e, anzi, la conoscenza dei meccanismi di APS sarebbe «un valore aggiunto».

Manuel Cipollone in Consiglio comunale ad Aosta

Manuel Cipollone in Consiglio comunale ad Aosta

Parole che pesano: “dottoressa”, “avvocata” e quel “la” di troppo

Nel confronto si è infilato anche un tema di forma. Presentando la mozione, Cipollone ha citato più volte Valeria Fadda come «dottoressa» e, in alcuni passaggi, anche con l’articolo davanti al cognome («la Fadda»). La risposta del sindaco è stata immediata e polemica: «se, per piacere, quando ci si riferisce all’avvocata Fadda la si definisca “avvocata Fadda” e non “dottoressa” oppure vice sindaca Fadda, “dottoressa” non va bene».
Manuel Cipollone, in replica, ha respinto l’idea che “dottoressa” fosse un’offesa: «se dico dottoressa a un avvocato che è laureata, la sto offendendo…?», rivendicando di non aver voluto mancare di rispetto.
Sul «la Fadda» è un uso colloquiale (e molto regionale) che è meglio evitare, soprattutto riferito a una donna, perché suona sminuente o da “soprannome da bar”.

Lo scontro: ANAC sì o no, e l’accusa di “processo alle intenzioni”

Il punto di rottura arriva quando Cipollone insiste: il caso «è nuovo» (o comunque delicato), chiedere un parere ad ANAC sarebbe una tutela per tutti, accusando il sindaco «di girare intorno» ammettendo di fatto che, in alcuni casi, Fadda potrebbe comunque astenersi.
Rocco ha chiuso la porta: per lui è più pericoloso introdurre un principio che limita l’azione di un’eletto «a priori» e continuare a evocare “fumus” e ipotesi varie finirebbe per minare la credibilità di una consigliera: «i processi alle intenzioni appartengono ad altri regimi», ha tagliato corto.
Da lì, lo scontro smette di essere solo tecnico-amministrativo e diventa una questione di linea politica: Cipollone rivendica il diritto dell’opposizione di “pungolare” e annuncia che, se non lo farà il Comune, chiederà lui il parere ad ANAC.

Nicolò Munier in Consiglio comunale ad Aosta

Nicolò Munier in Consiglio comunale ad Aosta

Dichiarazioni di voto: maggioranza compatta, minoranza divisa

In dichiarazione di voto, la maggioranza è andata compatta sul “no”, sottolineando anche il tema del linguaggio e del titolo. Giuseppina Bal (Union Valdôtaine) ha contestato “fucina di talenti” ed ha annunciato voto contrario; Paolo Tripodi (Partito Democratico) ha parlato di iniziativa che «costruisce sospetti» e rivendica che Valeria Fadda si è dimessa prima del percorso elettorale. Niccolò Munier (Stella Alpina) ha definito la mozione «disgustosa» e l’ha bollata come atto «ad personam».

In minoranza, posizioni diverse: Katya Foletto (AVS – Rete Civica) non ha votato a favore, astenendosi e motivando la scelta con la riflessione che le criticità vadano «valutate in generale, senza mettere in discussione le competenze personali», Giovanni Girardini (La Renaissance Valdôtaine) ha annunciato il voto a favore del suo gruppo per una questione è di ruoli e opportunità.

Nel finale la tensione si è spostata anche dentro le dichiarazioni di voto, con uno scambio diretto tra Nicolò Munier e Giovanni Girardini, dopo che il capogruppo della Stella Alpina ha accusato Manuel Cipollone di cercare «titoli ad effetto per il suo giornale».
«Quando fa atti che vengono discussi in questa assise politica – ha aggiunto il giovane consigliere comunale di maggioranza – le chiedo di non fare atti ad personam, non ci venga a prendere in giro qua».
Girardini, ha replicato che sul tema APS «scattano sempre tensioni» ed ha poi lanciato la sua stoccata a Munier: «non abbiamo bisogno di maestri né di stile» con l’invito a smettere con «le bacchettate continue» verso la minoranza, rivendicandone il ruolo di controllo e stimolo.
A quel punto è intervenuto il presidente del Consiglio comunale, Samuele Tedesco, richiamando l’Aula ricordando che maggioranza e opposizione possono esprimersi liberamente.

Il risultato: mozione respinta

Alla fine, la votazione ha chiuso il caso, almeno in Aula, su 27 consiglieri presenti hanno votato a favore in 8, i contrari sono stati 16 e gli astenuti 3, respingendo così la mozione.
Qualche ora dopo la conclusione del Consiglio comunale, il sindaco Raffaele Rocco ha ribadito, in una nota che gli stessi proponenti «hanno dovuto riconoscere l’inattaccabilità giuridica della posizione della vice sindaca», insistendo sull’assenza di sovrapposizioni tra deleghe di Valeria Fadda ed contratti di APS, definendo «amministrativamente pericolosa» l’idea di un’astensione preventiva generalizzata.
Ha concluso criticando anche il tono della mozione: «non può però passare sotto silenzio il tono utilizzato – ha ribadito – che ha assunto tratti apertamente svalutativi nei confronti della
vice sindaca. L’avvocata Valeria Fadda è una professionista che ha sempre dimostrato competenza, decoro, probità e rispetto delle Istituzioni, e ridurre la sua esperienza a una caricatura offensiva come quella di “fucina di talenti” è un atteggiamento non responsabile che ho criticato in aula e che, come Amministrazione, disapproviamo nella maniera più assoluta».