Il Consiglio Valle ha definito i contributi ai gruppi e le indennità di fine mandato

L'ingresso dell'aula del Consiglio regionale della Valle d'Aosta
L'ingresso dell'aula del Consiglio regionale della Valle d'Aosta

La nuova legislatura del Consiglio Valle è partita con un mosaico politico in movimento, fatto di scissioni lampo, veti incrociati, gruppi ricostituiti e consiglieri “prestati” da un partito all’altro. Intanto, dagli uffici amministrativi è arrivato il provvedimento che liquida le indennità di fine mandato ai consiglieri uscenti per oltre mezzo milione di euro.

Qui ricostruiamo tutto: cosa è successo nei gruppi, chi ha incassato la buonuscita, e perché il quadro non è così semplice come sembra.

I gruppi consiliari: un inizio di legislatura tra scossoni e geometrie variabili

La delibera n. 89 dell’Ufficio di Presidenza del 18 novembre 2025 che assegna i contributi ai nove gruppi consiliari fotografa la nuova mappa dei contributi finanziari mensili ai nove gruppi consiliari, rivisti alla luce dei cambi registrati nei giorni immediatamente successivi all’insediamento.

Il contributo è composto da 518,28 euro mensili fissi per consigliere, più una quota variabile complessiva destinata al gruppo, calcolata in base alla sua composizione.

Dopo tutte le variazioni (l’uscita temporanea di Andrea Manfrin dalla Lega per creare il gruppo della Renaissance insieme a Eleonora Baccini, la scissione degli Autonomisti di Centro, con creazione del gruppo AdC-SA-RV e la successiva rinomina, il 17 novembre, in “Centro Autonomista”), i contributi risultano così composti:

Gruppo consiliare Componenti Importo mensile (euro)
Union Valdôtaine 13 6.737,64
Centro Autonomista (ex AdC-SA-RV) 5 2.591,40
Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni 4 2.073,12
PD – Federalisti Progressisti VdA 3 1.554,84
Forza Italia 3 1.554,84
Lega Vallée d’Aoste 3 1.554,84
Alleanza Verdi e Sinistra 2 1.036,56
La Renaissance Valdôtaine (Baccini) 1 518,28
Autonomisti di Centro (Carrel) 1 518,28

Il gruppo AdC–SA–RV, nato il 5 novembre e durato meno di due settimane, prima della rinomina in “Centro Autonomista”, ha rinunciato interamente al contributo per il periodo dal 5 al 16 novembre 2025.

Diego Lucianaz, uno dei due consiglieri con l'indennità di fine mandato ridotta
Diego Lucianaz, uno dei due consiglieri con l’indennità di fine mandato ridotta

Indennità di fine mandato: chi si porta a casa cosa

Il provvedimento dirigenziale n. 164 del 21 novembre 2025 liquida l’indennità di fine mandato ai 18 consiglieri della XIV legislatura che non sono stati rieletti, stanziando una somma lorda complessiva di 560.844,20 euro, oltre a 157.058,53 euro di tassazione separata IRPEF e 44.474,20 euro di IRAP.

La normativa regionale prevede un’indennità pari a una mensilità dell’indennità lorda percepita per ogni anno di mandato o frazione superiore a sei mesi, fino a un massimo di 10 mensilità complessive, come definito nella legge regionale 33/1995. Sono quindi beneficiari soltanto i consiglieri che non sono stati rieletti, oppure non si sono ricandidati, e non avevano già raggiunto il massimale di 10 mensilità in precedenti legislature.

Come si calcola l’indennità

Il riferimento è l’ultima indennità lorda mensile di carica, pari per la XVI legislatura a 5.185 euro. Due soli ex consiglieri, Alberto Bertin ed Albert Chatrian, percepiscono quote maggiori (62.652,10 euro lordi) legate agli anni svolti prima del 2012, quando l’indennità era più alta, come previsto dall’art. 16 della l.r. 35/2012. Il terzo ex consigliere regionale con 10 mensilità è Claudio Restano, per il quale è stata calcolata un’indennità di fine carica di 51.850 euro lordi. In questa stessa fascia dovrebbe rientrare anche Luciano Caveri, ma il suo nome non figura nella determina.
Due ex consiglieri, Paolo Sammaritani e Luca Distort sono gli unici che sono nella fascia delle 7 mensilità, visto che sono stati eletti nel 2018 e poi confermati nel 2020.

La fascia più numerosa è quella delle 5 mensilità, che comprende la maggior parte dei consiglieri usciti di scena alle elezioni di ottobre: coloro che erano entrati in aula nel 2020 e hanno completato l’intera legislatura. Per loro l’importo liquidato è uniforme e corrisponde alla durata standard del mandato, mentre Diego Lucianaz, subentrato nel 2022 a Nicoletta Spelgatti eletta senatrice ed Aldo Di Marco, entrato in Consiglio Valle nel 2024 dopo le dimissioni di Augusto Rollandin, presentano mensilità inferiori, con l’indennità proporzionata al periodo svolto.

Claudio Restano, uno dei tre ex consiglieri regionali con 10 mensilità
Claudio Restano, uno dei tre ex consiglieri regionali con 10 mensilità

Di seguito le indennità di fine mandato suddivise per anzianità, con gli importi netti (in euro) effettivamente liquidati.

Fascia 10 mensilità (o più):

  • Alberto Bertin: 47.039,20;
  • Albert Chatrian: 47.039,20;
  • Claudio Restano: 38.203,08;
  • Luciano Caveri: assente.

Fascia 7 mensilità (25.878,33):

  • Paolo Sammaritani;
  • Luca Distort.

Fascia 5 mensilità (18.326,38):

  • Roberto Barmasse;
  • Dennis Brunod;
  • Paolo Cretier;
  • Raffaella Foudraz;
  • Christian Ganis;
  • Erika Guichardaz;
  • Erik Lavy;
  • Antonino Malacrinò;
  • Andrea Padovani;
  • Dino Planaz;
  • Roberto Rosaire.

Fascia mandato ridotto

  • Diego Lucianaz: 10.995,83;
  • Aldo Di Marco: 7.161,52.

 

L’indennità di fine mandato non è un trattamento discrezionale, ma un istituto previsto per tutti i consigli regionali italiani, assimilabile al TFR dei dipendenti pubblici e privati. In Valle d’Aosta è regolata dagli articoli 11 e 12 della l.r. 33/1995 e, per chi aveva già maturato anni di servizio prima della riforma del 2012, dall’art. 16 della l.r. 35/2012.

Tra gruppi consiliari nati in corsa, prestiti politici di poche ore, scissioni dovute a veti interni e un quadro di maggioranza consolidato ma nato in modo turbolento, la legislatura è partita con una fotografia politica molto più complessa delle somme finali riportate nei prospetti amministrativi.
Sul fronte economico, il provvedimento sulle indennità chiude la stagione della XIV legislatura.