Dopo settimane di indiscrezioni e voci su una presunta vendita o affitto dell’azienda, la Edileco, cooperativa valdostana che opera nell’edilizia privata sostenibile, rompe il silenzio e chiarisce la propria posizione: «non siamo in vendita, non siamo in affitto. Il nostro obiettivo è continuare a generare valore per il territorio e per tutte le persone che da vent’anni credono in noi», ha affermato il presidente Davide Trapani.
La società, fondata a Nus nel 2005 e cresciuta fino a superare il centinaio di dipendenti, vive un momento complesso dopo anni di forte espansione legata al superbonus 110%, che aveva quintuplicato il fatturato tra il 2020 e il 2023. La fine degli incentivi e il rallentamento del mercato dell’edilizia green hanno però messo a dura prova la liquidità aziendale, portando Edileco a ricorrere alla composizione negoziata della crisi, un percorso volontario e non giudiziale che consente di rinegoziare i debiti mantenendo la continuità operativa.
Il Piano di risanamento
Affiancata da un pool di consulenti e con l’avvocato torinese Maurizio Irrera come esperto terzo nominato dalla Camera di commercio, Edileco presenterà mercoledì 26 novembre 2025 al Tribunale di Aosta un Piano di risanamento che punta a rinegoziare le scadenze dei debiti con banche, fornitori e fisco.
L’obiettivo dichiarato è restituire tutti i debiti senza alcuno stralcio, salvaguardare i posti di lavoro e mantenere attive le linee di credito. La proposta prevede una moratoria biennale sui debiti bancari e la ripresa regolare dei pagamenti da luglio 2027, mentre i soci hanno già avviato una ricapitalizzazione di oltre 2 milioni di euro, più della metà dei quali già versati.
Attualmente, la cooperativa conta 85 dipendenti e circa 200 lavoratori dell’indotto. Una trentina di impiegati amministrativi sono in cassa integrazione al 50% per tredici settimane, fino al 15 dicembre, una misura, ha spiegato l’azienda “a tutela del reddito dei lavoratori in un periodo di temporanea flessione del lavoro amministrativo”.
«Un periodo di difficoltà, ma non una crisi irreversibile»
Davide Trapani ha ammesso che «il 2024 è stato un anno terribile, con una perdita di oltre 4 milioni di euro», dovuta alla fine del superbonus ed ai ritardi negli investimenti nel settore delle rinnovabili, ma ha precisato che «oggi l’attività è ripartita con un volume di commesse di circa 1,5 milioni di euro al mese e con prospettive di ulteriore crescita tra fine 2025 e inizio 2026», con i cantieri tutti operativi e con i dipendenti che vengono regolarmente retribuiti.
Trapani ha definito «impropria e inaccettabile» la proposta di affitto con opzione d’acquisto triennale arrivata da un imprenditore privato: «non siamo stati neppure contattati direttamente e quella proposta è stata inviata per errore al professionista che ci assiste – ha aggiunto – la cooperativa non è in liquidazione, non è commissariata e continuerà a operare in autonomia».









