A poche ore dal suo pensionamento, il direttore uscente del Parco nazionale Gran Paradiso, Bruno Bassano, ha messo la firma, su uno degli atti simbolicamente più forti della sua direzione: la nuova Convenzione di partenariato 2026-2032 con il Parc national de la Vanoise, sottoscritta sabato 30 agosto 2025 al Colle del Moncenisio durante la Festa delle Alpi.
Per il Gran Paradiso ha firmato anche il presidente Mauro Durbano, per la Vanoise la presidente Rozenn Hars e il direttore Xavier Eudes.
Il nuovo accordo, che rinnova una collaborazione nata nel 1972 con il gemellaggio storico, si articola su tre assi principali: avvicinare persone e Istituzioni, con iniziative condivise e momenti pubblici transfrontalieri; uniformare tecniche e modelli di gestione, favorendo standard comuni di tutela e monitoraggio e promuovere un turismo di qualità e sostenibile, con una comunicazione congiunta verso visitatori e comunità locali. Operativamente, il partenariato svilupperà scambi scientifici più intensi, progetti di ricerca condivisi, candidature comuni a programmi europei e attività di educazione ambientale rivolte a scuole e residenti dei territori del Parco. È stato inoltre istituito un Comitato paritetico che verificherà annualmente lo stato di attuazione.
Nel corso dell’evento, il Parc National de la Vanoise ha conferito a Bruno Bassano la medaglia d’onore “per la carriera e il costante impegno nel rafforzare l’amicizia e la collaborazione” tra le due aree protette. Un riconoscimento che arriva in concomitanza con il suo pensionamento e che sottolinea il valore umano e istituzionale del suo percorso.

Bruno Bassano: 40 anni di Parco
Il 1° settembre 2025 Bruno Bassano ha concluso il mandato da direttore ed è andato in pensione, dopo 26 anni nell’organico dell’Ente e 40 anni di collaborazione complessiva. Veterinario, ricercatore e manager pubblico, è stato nominato alla guida dell’area protetta nel 2021 dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dopo aver ricoperto i ruoli di ispettore sanitario e di responsabile del Servizio biodiversità e ricerca scientifica.
Bassano fa risalire l’inizio della sua storia nel Parco al 15 giugno 1982, quando incontrò il veterinario Vittorio Peracino a Pont Canavese e scoprì «un altro modo» di prendersi cura degli animali: non curandoli direttamente, ma proteggendo gli habitat. Entrato in organico nel 1999 come collaboratore tecnico, non ha mai abbandonato l’attività di ricerca: studi e pubblicazioni che hanno fatto del Gran Paradiso un laboratorio naturale osservato da università italiane e straniere (dal Nord America alla Svizzera). Tra i progetti simbolo, il monitoraggio pluridecennale dello stambecco.
Da direttore Bruno Bassano ha sostenuto una visione di turismo responsabile, «la montagna non è un set da social né una pista da trail», ed ha promosso misure di regolazione dove i dati lo richiedevano. Emblematica la limitazione del traffico sul Colle del Nivolet: dopo una campagna di monitoraggio estiva su inquinamento, rumore e impatti sulla fauna, anche sugli insetti impollinatori, è stato introdotto un tetto di 350 auto al giorno ad agosto: «i dati finali li valuterà chi verrà dopo, ma so già che saranno positivi», ha affermato.
Bassano ha osservato che durante gli anni il Parco è cambiato con il clima e con l’abbandono dei pascoli: praterie in regressione sostituite dal bosco sul versante piemontese e nuove specie come cinghiali, cervi e caprioli, e il ritorno del lupo. L’innalzamento delle temperature spinge alcune specie a quote più elevate, per altre, come l’allodola, legata alle praterie, l’adattamento potrebbe non essere possibile. Un rimpianto: «non aver riportato la lince».
Per il presidente Mauro Durbano, Bassano è stato «il primo direttore moderno», legatissimo al territorio e protagonista nel consolidare il ruolo del Gran Paradiso come riferimento internazionale per tutela e ricerca. Durbano ha sottolineato la dedizione, professionalità e coraggio e assicura che l’Ente saprà dare continuità al percorso avviato, lasciando «le porte aperte» a future collaborazioni.
Nel suo messaggio di saluto Bruno Bassano ha ringraziato il vice direttore, responsabili, capiservizio e soprattutto il Corpo di sorveglianza, con cui ha condiviso «momenti indimenticabili» anche nelle catture in alta quota degli stambecchi, tra timori e sollievo. Ora una pausa, «senza progetti specifici, lasciare quello che è stato il mio chiodo fisso per così tanti anni non è semplice: vedremo».

Il passaggio di testimone
Da lunedì 1° settembre 2025, Sonia Calderola, 56 anni, è la nuova direttrice “facente funzioni” del Parco nazionale Gran Paradiso. La nomina segna una prima storica: in 103 anni il Parco non aveva mai avuto una donna alla direzione.
La scelta assicura continuità con il mandato Bassano: profilo scientifico, formazione veterinaria e un percorso già interno all’Ente. Sonia Calderola lavora nel Parco dal luglio 2022 al Servizio biodiversità e ricerca scientifica, dopo vari anni alla Regione Veneto e precedenti incarichi di ricerca nel Parco. Di recente ha coordinato il gruppo che ha progettato e avviato il sistema sperimentale di regolamentazione del traffico sulla strada del Nivolet.
«La fauna è sempre stata la mia passione» ha dichiarato, definendo la nomina a direttrice facente funzioni «una sorpresa», ma anche un’occasione per «mettermi alla prova in un ruolo di grande responsabilità», nel segno della continuità: «l’eredità di Bruno Bassano è enorme: cercherò di portare avanti quanto iniziato».
Priorità immediata: «costruire una squadra di lavoro per una partenza ottimale» e poi affrontare «le tante sfide del territorio». Sul fatto di essere la prima donna alla guida del Parco: «spero arrivi presto il giorno in cui non farà più notizia: la mia sfida è svolgere bene il compito, indipendentemente dal genere».