Mercoledì 4 giugno 2025, il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha discusso il referendum confermativo sulla legge elettorale approvata il 27 febbraio, che introduce tre preferenze, inclusa una di genere, per l’elezione del Consiglio Valle.
Il Comitato referendario, il giorno precedente, aveva depositato 2.273 firme, ma 158 sono state invalidate perché raccolte senza la necessaria dichiarazione preventiva da parte del consigliere regionale Luca Distort. Le firme valide risultano quindi 2.110, inferiori alle 2.117 necessarie per richiedere il referendum tramite iniziativa popolare.
Il consigliere regionale della Lega VdA, Luca Distort, ha quindi rilasciato una nota in merito all’invalidazione di 158 firme raccolte per il referendum confermativo sulla legge elettorale regionale, ammettendo la propria responsabilità, spiegando che la mancata presentazione della richiesta di autorizzazione a svolgere il ruolo di certificatore ha impedito il superamento del numero minimo di firme necessarie per la validità della richiesta referendaria. Ha espresso le sue più profonde scuse al Comitato per la riforma elettorale e ai cittadini che hanno sottoscritto la petizione, riconoscendo l’impegno profuso nella raccolta delle firme. Distort ha inoltre sottolineato che, nonostante l’errore procedurale, il referendum si terrà comunque grazie alla richiesta presentata da sette consiglieri regionali, inclusa la sua firma.
In aula le opposizioni hanno sollevato preoccupazioni sulle tempistiche e sull’incertezza delle regole elettorali a pochi mesi dalle elezioni regionali previste per fine settembre mentre la maggioranza ha difeso la riforma, sottolineando il sostegno popolare alle tre preferenze e la conformità alle procedure legislative. Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha dichiarato che il referendum sarà indetto entro i termini di legge e che il suo esito sarà vincolante per le prossime elezioni regionali.

Giovedì 5 giugno il presidente della Regione ha quindi firmato il decreto che indice la consultazione per domenica 10 agosto 2025, data che ha scatenato forti critiche. Diversi movimenti politici, tra cui Forza Italia e Fratelli d’Italia, hanno accusato la maggioranza di aver fissato la consultazione in piena estate per scoraggiare l’affluenza. Fratelli d’Italia ha annunciato un ricorso al TAR per contestare la legittimità del referendum mentre il Comitato per la riforma elettorale ha definito la scelta una “provocazione” e ha annunciato possibili azioni legali per contrastarla.
Un altro punto critico riguarda l’incertezza sulle regole che saranno applicate alle elezioni regionali di settembre. Secondo alcuni esponenti politici, come Chiara Minelli (PCP), se il decreto di convocazione delle elezioni viene emanato prima dell’esito del referendum, si rischia di andare al voto con una legge elettorale che potrebbe essere abrogata successivamente, creando confusione e minando la certezza del diritto.
Trattandosi di un referendum confermativo su una legge statutaria, non è previsto un quorum minimo di votanti. La legge sarà promulgata se la maggioranza dei votanti si esprimerà a favore; in caso contrario, decadrà.
In sintesi, il referendum confermativo del 10 agosto è al centro di un acceso dibattito politico e istituzionale, con critiche che spaziano dalla scelta della data alla legittimità della procedura seguita, fino alle accuse di strumentalizzazione politica.