Sta richiedendo attenzione anche in Valle d’Aosta la dermatite nodulare contagiosa, (lumpy skin disease, Lsd) malattia virale dei bovini, trasmessa da insetti ematofagi come zanzare, mosche e zecche, che non colpisce gli esseri umani, e per la quale non è stato confermato nessun caso nella regione.
La malattia provoca febbre, noduli cutanei, calo della produzione di latte, infertilità e, nei casi più gravi, morte. È classificata come malattia di categoria A: in caso di focolaio, si applicano abbattimento obbligatorio del bestiame, quarantena e zone di restrizione.
La vicinanza di focolai in Savoia e Alta Savoia, in Francia, ed in Sardegna e Lombardia ha portato l’Amministrazione regionale a istituire una zona di sorveglianza sanitaria sul versante del Piccolo San Bernardo, a Courmayeur, La Thuile e Pré-Saint-Didier: la zona di sorveglianza rientra nel protocollo UE che contempla una fascia di 50 chilometri attorno ai focolai e la sorveglianza è stata estesa di altri 500 metri nei Comuni interessati.
La riunione del Coordinamento interregionale
Martedì 22 luglio scorso, si è riunita l’unità centrale di crisi, con la partecipazione delle Regioni Valle d’Aosta, Piemonte, e del Coordinamento interregionale dove sono state discusse le azioni da mettere in atto a seguito dei focolai di Lsd notificati in Francia, in conseguenza dei quali una porzione di territorio della Valle d’Aosta ricade nella zona di sorveglianza: «in considerazione del rapido avanzamento del fronte della malattia dalla Francia – ha scritto Giovanni Filippini, direttore generale della Sanità animale – e dell’elevato valore genetico del patrimonio zootecnico della Regione, costituito esclusivamente da razze autoctone, di cui una a rischio di estinzione, è stato stabilito di chiedere alla Commissione europea la fornitura dalla Banca vaccini europea delle dosi necessarie per vaccinare l’intero patrimonio bovino della Regione Valle d’Aosta. Nella stima dei vaccini saranno con ogni probabilità inclusi anche i capi provenienti dalla Regione Piemonte per l’alpeggio».
Sono stati intensificati i contatti con le autorità sanitarie francesi per ricevere costanti aggiornamenti sulla situazione epidemiologica e sullo stato di avanzamento della campagna vaccinale, avviata il 19 luglio scorso.
Annullata l’edizione 2025 di Alpages Ouverts
Proprio per evitare il rischio di diffusione della dermatite nodulare contagiosa tramite persone e insetti, è stata annullata l’edizione 2025 della festa Alpages ouverts, evento degli alpeggi, su consigli sanitari di aumentata biosicurezza. Lo ha deciso, a malincuore, l’Arev – Association régionale eleveurs valdôtains, l’associazione allevatori della Valle d’Aosta che ritiene che la Lsd «sarebbe deleteria per l’intero settore zootecnico regionale – si legge in una nota – è quindi opportuno evitare il più possibile pratiche che espongano i bovini al rischio, anche remoto, di contagio. La dermatite nodulare contagiosa non è trasmissibile all’uomo né attraverso il contatto con bovini infetti, né attraverso il consumo di prodotti, ma gli animali possono essere infettati mediante punture di insetti portati dall’uomo negli allevamenti ed è quindi per questo motivo che si è stabilito di non esporre gli alpeggi a rischio di contagio».
«Consapevoli di recare disagio agli allevatori che si sono messi a disposizione per l’organizzazione delle giornate ed ai graditi visitatori degli alpeggi – hanno aggiunto dall’Arev – confidiamo di riprendere le manifestazioni non appena le condizioni sanitarie permetteranno di farlo in sicurezza».
Al via il piano vaccinale per 38mila bovini
Venerdì 25 luglio si è svolta una riunione operativa presso l’Assessorato regionale alla Sanità, finalizzata all’organizzazione del piano vaccinale straordinario per la Lsd, con i vertici della sanità pubblica veterinaria e dell’Amministrazione regionale, insieme all’Azienda Usl Valle d’Aosta, al Corpo forestale, all’Anaborava (associazione allevatori), e all’Ordine dei veterinari. Il piano prevede la vaccinazione di circa 38 mila capi entro 60 giorni, inclusi anche bovini piemontesi presenti negli alpeggi valdostani.
Saranno impiegate 15 squadre vaccinali coordinate da un veterinario responsabile. L’Anaborava affiancherà l’Azienda Usl con 12 veterinari propri, rinnovando una collaborazione già sperimentata nella campagna contro la Bluetongue. Il Corpo forestale garantirà il supporto logistico, soprattutto per il trasferimento degli operatori nei numerosi alpeggi in quota.
Il piano darà priorità agli alpeggi situati nelle zone di sorveglianza, per costruire un “muro sanitario” a protezione dell’intero territorio. È in fase di definizione l’ordine degli interventi, che seguirà criteri epidemiologici e logistici.
L’obiettivo è chiaro: proteggere un patrimonio bovino fragile nei numeri ma cruciale dal punto di vista genetico e produttivo. La Regione punta su una risposta coordinata e rapida per contenere i rischi e tutelare un comparto chiave per l’economia agricola locale.