La Regione ha interrotto la sperimentazione con l’acqua informata, è pseudoscienza

Marco Carrel, assessore regionale all'agricoltura
Marco Carrel, assessore regionale all'agricoltura

La Regione autonoma Valle d’Aosta ha bloccato la sperimentazione sull’acqua informata in polvere che aveva precedentemente finanziato, ammettendo, da parte dell’assessore all’agricoltura Marco Carrel, di aver commesso un errore, sulle base delle valutazioni del dirigente Fabrizio Savoye, nel finanziare una sperimentazione basata su quella che viene definita una pratica pseudoscientifica.
Il progetto sull’acqua informata è stato interrotto ma in Consiglio regionale, dove la consigliera Chiara Minelli aveva presentato un’interpellanza sulla sperimentazione, è stata espressa preoccupazione per i possibili coinvolgimenti di enti pubblici nazionali come Inail e Crea in progetti simili.

La questione ha evidenziato un contrasto tra chi promuove queste pratiche, sostenendone i benefici in agricoltura (ad esempio per sostituire pesticidi e aumentare la resistenza delle piante), e chi, basandosi sul metodo scientifico, ne contesta la validità e la mancanza di prove concrete. In precedenza, c’erano stati incontri e conferenze in Valle d’Aosta per promuovere l’uso di questa “acqua funzionale” in agricoltura, presentandola come una risorsa per coltivare in modo naturale.

L'uva trattata con 'acqua informata' in vendita nel supermercato aostano
L’uva trattata con ‘acqua informata’ in vendita nel supermercato aostano

Prima che la Regione facesse marcia indietro, ci sono state diverse conferenze e incontri in Valle d’Aosta per promuovere l’uso dell’acqua funzionale o informata in agricoltura. Questi eventi erano spesso organizzati da associazioni e aziende che sostengono questa tecnologia, e vedevano la partecipazione di ricercatori e agricoltori che affermavano di aver ottenuto risultati positivi.

Sabato 7 giugno 2025, dopo la discussione in Consiglio Valle, si è tenuto un nuovo incontro presso la sala conferenze “Maria Ida Viglino” di Palazzo regionale ad Aosta, dal titolo “Un sogno possibile: coltivare senza pesticidi – Per il rispetto della natura e il benessere delle persone”, esplicitamente dedicato alla questione dell’acqua informata dove è stato presentato il libro “L’alternativa ai pesticidi in agricoltura – Tecnologia S.M.T” di Luciano Gastaldi, sedicente ricercatore e ideatore del sistema S.M.T., con gli interventi di chi ha sperimentato questa modalità in Valle d’Aosta.
Questo incontro è stato significativo perché è avvenuto dopo che la Regione aveva già annunciato il blocco della sperimentazione sull’acqua informata. Ciò ha sollevato interrogativi sul motivo per cui la Regione abbia ospitato una conferenza “a senso unico”, senza contraddittorio scientifico, nella propria sede istituzionale, nonostante avesse dichiarato di aver interrotto le sperimentazioni “alla luce delle odierne evidenze scientifiche”.

Un momento del convegno a Palazzo regionale sull'acqua informata
Un momento del convegno a Palazzo regionale sull’acqua informata

La posizione dominante della scienza è che l’acqua informata, strutturata o vitalizzata rientra nel campo delle pseudoscienze. Ecco i punti chiave per capire perché la scienza non ne riconosce l’efficacia:

  • Mancanza di meccanismi scientificamente plausibili: i sostenitori dell’acqua informata spesso parlano di “memoria dell’acqua”, “frequenze”, “vibrazioni” o “informazioni” che l’acqua assorbirebbe e trasmetterebbe. Tuttavia, non esiste un meccanismo fisico o chimico noto che possa spiegare come l’acqua possa “memorizzare” o “trasmettere” informazioni in questo modo, specialmente dopo che le sostanze originali sono state diluite a tal punto da non essere più presenti;
  • Studi non riproducibili e/o carenti: sebbene alcuni studi siano stati pubblicati a sostegno dell’acqua informata (spesso da parte di chi ne promuove la commercializzazione), la maggior parte di essi non ha superato il rigoroso processo di revisione paritaria (peer-review) o, se lo ha fatto, non è stata riproducibile da altri laboratori indipendenti. La riproducibilità è un pilastro fondamentale del metodo scientifico: se un esperimento non può essere replicato da altri, i suoi risultati non sono considerati affidabili;
  • Test non scientifici: alcuni “test” citati a supporto dell’acqua informata (come il “Test della mela” o le “fotografie Kirlian” per il “bio-campo”) non sono riconosciuti come metodi scientifici validi per dimostrare l’efficacia di una sostanza;
  • Basato su teorie pseudoscientifiche: l’idea di “memoria dell’acqua” è strettamente legata alla teoria dell’omeopatia, che è ampiamente considerata una pseudoscienza dalla comunità medica e scientifica. Anche le teorie sui “domini di coerenza” dell’acqua, sebbene basate su concetti di fisica quantistica, sono spesso applicate in contesti pseudoscientifici senza un adeguato rigore sperimentale;
  • Rischio di disinformazione e spreco di risorse: promuovere e finanziare l’acqua informata, come nel caso della Valle d’Aosta, solleva preoccupazioni riguardo alla diffusione di disinformazione e allo spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere impiegate in ricerche con solide basi scientifiche.

La decisione della Regione Valle d’Aosta di bloccare la sperimentazione è stata motivata proprio dal fatto che “le odierne evidenze scientifiche” non supportano tale pratica, riconoscendola come pseudoscientifica. Questo è un segnale importante della posizione del mondo scientifico. Pur essendoci persone e aziende che credono e promuovono l’acqua informata (anche con la presentazione di risultati aneddotici o “studi” non convalidati), la scienza mainstream non ha trovato prove concrete e verificabili della sua efficacia.