La mozione della Lega sulla sicurezza al Quartiere Cogne respinta dal Consiglio comunale

La zona interessata dai lavori del 'Pinqua' nel quartiere Cogne di Aosta
La zona interessata dai lavori del 'Pinqua' nel quartiere Cogne di Aosta

Non è stata approvata, nel pomeriggio di mercoledì 26 novembre 2025, la mozione presentata in Consiglio comunale dalla consigliera Sylvie Spirli della Lega Vallée d’Aoste che, prendendo spunto da alcuni episodi recenti avvenuti nell’area delle case Giacchetti, nel quartiere Cogne avrebbe, impegnato l’Amministrazione comunale ad ampliare la videosorveglianza, predisporre un piano di intervento per la sicurezza nella zona e migliorare l’illuminazione pubblica, in particolare nella piazzetta davanti alla scuola primaria del quartiere, indicata come quasi al buio.​

Il dibattito in aula

Nell’illustrare la mozione, Sylvie Spirli ha collegato il tema del quartiere Cogne a quello più generale della sicurezza urbana, richiamando classifiche nazionali sulla qualità della vita e sottolineando che in città alcune aree periferiche ma anche zone del centro sono percepite come più esposte a episodi di violenza o microcriminalità. La consigliera ha ribadito che la sicurezza non può essere garantita al 100%, ma ha chiesto interventi concreti e rapidi su telecamere, pattugliamenti mirati delle Forze dell’ordine e illuminazione, ricordando che la società Arer gestisce le case popolari e che il Comune può comunque sollecitare la Regione.
La vice sindaca Valeria Fadda, al suo primo intervento in Consiglio comunale, ha riconosciuto apertamente che ad Aosta esiste un problema di sicurezza e di percezione di insicurezza, giudicando il tema trasversale e non di parte. Nel quartiere Cogne, ha spiegato, è già stato realizzato un ampio progetto di videosorveglianza cittadino con Inva, che copre la parte nord delle case Giacchetti ma non ancora l’area sud, dove si valuteranno nuovi punti critici. Sull’illuminazione ha ricordato la sostituzione di oltre 6.400 corpi illuminanti con tecnologia LED, anticipando un controllo delle zone più buie e una possibile implementazione.

“Pinqua” e presidi sociali

Valeria Fadda ha insistito sul fatto che la sicurezza non può essere solo «repressiva», ma anche «preventiva», fatta di illuminazione, telecamere e soprattutto presidi sociali nei quartieri. Ha richiamato il grande cantiere del “Pinqua”, il progetto di rigenerazione urbana che sta ridisegnando il quartiere Cogne con nuovi spazi verdi, aree di socialità e una riprogettazione dell’illuminazione, chiedendo di attendere la fine dei lavori per valutare eventuali ulteriori interventi mirati. Tra i presidi sociali citati: la futura sede del Csv in quartiere, la presenza di associazioni e attività che possano dare vita quotidiana alla zona e offrire opportunità ai più giovani.

Il Consiglio comunale di Aosta in riunione
Il Consiglio comunale di Aosta in riunione

 

Le posizioni politiche

Nel dibattito sono emerse letture diverse. Katya Foletto di AVS – Rete Civica VdA ha annunciato voto contrario, criticando un approccio basato quasi solo su telecamere e luci e rifiutando la narrazione del quartiere Cogne come luogo «immerso nel disagio». Secondo lei, illuminazione e videosorveglianza migliorano al massimo la percezione, ma gli episodi di criminalità avvengono spesso in spazi privati o poco visibili. La strada principale per cambiare il quartiere passa da scelte sull’assegnazione delle case popolari, dalla qualità dei lavori fatti, dalla presenza di attività produttive e da interventi di integrazione sociale e culturale.

Manuel Cipollone di Fratelli d’Italia, pur criticando quella che ha definito «retorica» sui progetti sociali e ricordando episodi gravi di violenza e spaccio, ha difeso strumenti concreti come telecamere aggiornate, illuminazione migliore e un dialogo con Arer per evitare concentrazioni di casi più problematici nello stesso quartiere. Giovanni Girardini della Renaissance Valdôtaine ha parlato di un «muro abbattuto» sul tema sicurezza, ringraziando la vice sindaca per aver riconosciuto apertamente l’esistenza di problemi in città e chiedendo che maggioranza e opposizioni collaborino su soluzioni che vanno dalla videosorveglianza ai presidi sociali, fino alla prevenzione del disagio giovanile.

«Il disagio ha diverse sfaccettature, una delle quali sfocia poi in delinquenza – ha ribattuto Valeria Fadda, ricordando la sua professione di avvocato penalista – non possiamo negarlo, non è il quartiere Cogne, la delinquenza c’è dappertutto, in tutta Italia, in tutta Europa, in tutto il mondo. Si è capito che spesso la delinquenza è la fine di un disagio sociale che nasce da famiglie complesse, magari con componenti che hanno disturbi psichiatrici, ma anche da determinati fattori assai diversi fra loro. È anche stato studiato in qualche modo si può intervenire partendo dalle scuole, partendo dai bambini più piccoli, cercando di dare un’opportunità ai ragazzi che in alcuni casi magari non l’avrebbero, perché magari la famiglia non è abbastanza colta da dargliela. Questo è quello che io intendo come “presidi sociali”, se un quartiere, come può essere il quartiere Cogne, ma come tutti quelli di Aosta, compreso il centro storico, dà delle opportunità alle persone, queste, soprattutto in giovane età, magari quando sono ad un bivio, scelgono la strada dell’opportunità e non quella del disagio».

Esito del voto

Al termine del confronto, nelle dichiarazioni di voto, Manuel Cipollone ha invitato a sostenere la mozione «come base per interventi successivi e più mirati nelle aree sensibili», ritenendo che su telecamere e illuminazione ci fosse in fondo un consenso di massima. La votazione dei 27 consiglieri presenti ha visto 8 favorevoli, un contrario e 18 astenuti, respingendo così la mozione.