Quasi trecento persone alla quinta “Salita per il vallone delle Cime bianche”

Il gruppo dei manifestanti nel vallone delle Cime bianche
Il gruppo dei manifestanti nel vallone delle Cime bianche

Sabato 2 agosto 2025 si è svolta la quinta edizione della “Salita per il vallone delle Cime bianche”, evento organizzato dal comitato Insieme per Cime bianche, dal progetto fotografico L’ultimo vallone selvaggio e da Valle d’Aosta aperta, in difesa del vallone delle Cime bianche, minacciato da un progetto di impianto funiviario che collegherebbe i comprensori sciistici di Valtournenche e Val d’Ayas.

Secondo i dati ufficiali forniti dagli organizzatori, 250 escursionisti hanno partecipato alla camminata da Saint-Jacques fino all’Alpe Vardaz. Altri 40 hanno aderito successivamente, formando un secondo gruppo all’imbocco del vallone, dove si è svolto un simbolico “abbraccio collettivo” alle Cime bianche.
Tra i partecipanti, sezioni del Club alpino italiano (Cai) da Piemonte e Lombardia, associazioni ambientaliste come Mountain wilderness, Legambiente, Fridays for future, oltre ad altre realtà locali e internazionali. Presente anche l’eurodeputato del Movimento 5 stelle Gaetano Pedullà.

L'eurodeputato Gaetano Pedullà con Raimondo Donzel alla partenza di Saint-Jacques
L’eurodeputato Gaetano Pedullà con Raimondo Donzel alla partenza di Saint-Jacques

Nonostante cielo nuvoloso, pioggia leggera e alternanza di sole, l’entusiasmo non è venuto meno. Il comitato ha definito la partecipazione «un successo in termini di energia, resilienza e volontà collettiva», ribadendo che la priorità attuale è la tutela legale dell’area protetta, soprattutto a valle della conferenza sull’accordo di programma del 25 luglio, che ha rilanciato il progetto funiviario.
Il comitato ha sottolineato come sia l’unico ad aver già attivato una difesa legale specialistica, grazie all’avvocata Emanuela Beacco, sostenuta da una raccolta fondi ormai giunta al terzo anno.

I promotori considerano il collegamento tra Ayas e Valtournenche non solo incoerente con le direttive Natura 2000, ma anche dannoso per l’ecosistema glaciale del Vallone. L’iniziativa rappresenta un monito al progetto definito «insensato e altamente impattante».
La manifestazione non è stata quindi solo un’escursione ma un atto collettivo di resistenza civile, voluto per far sentire la voce di chi oppone tutela ambientale e legalità alla realizzazione di infrastrutture invasive.