In Valle d’Aosta è in corso un acceso dibattito politico e istituzionale riguardo la recente richiesta di referendum confermativo sulla nuova legge elettorale regionale.
Il Consiglio regionale ha approvato il 27 febbraio 2025 una modifica alla legge elettorale (lr n. 3/1993) che prevede la reintroduzione delle tre preferenze (di cui una di genere) per l’elezione del Consiglio Valle, con l’obiettivo di rafforzare la rappresentanza di genere e modificare le modalità di voto. La legge è stata approvata da una maggioranza esigua (19 su 35 consiglieri), suscitando critiche da parte di opposizioni e movimenti civici, che la giudicano «una leggina» incapace di risolvere i problemi strutturali del sistema elettorale valdostano.
Trattandosi di una legge statutaria, lo Statuto speciale prevede la possibilità di sottoporla a referendum confermativo entro tre mesi dalla pubblicazione (4 marzo 2025) se lo richiedono almeno 2.117 elettori valdostani (un cinquantesimo del corpo elettorale) o almeno 7 consiglieri regionali.
Proprio sette consiglieri (i sei del gruppo della Lega, Luca Distort, Raffaella Foudraz, Erik Lavy, Andrea Manfrin, Simone Perron, Paolo Sammaritani e Diego Lucianaz del gruppo misto, eletto in Consiglio Valle nella lista dalla Lega) hanno formalizzato venerdì 30 maggio la richiesta di referendum. Parallelamente era stata avviata anche la raccolta delle firme tra i cittadini, che sono state 2.273: nonostante la richiesta dei consiglieri renda superfluo il deposito delle firme, il Comitato referendario le ha presente comunque nel pomeriggio di martedì 3 giugno, come ulteriore legittimazione popolare dell’iniziativa. Gli uffici del Consiglio Valle avranno dieci giorni per verificare la regolarità delle firme, la loro autenticazione e i certificati di iscrizione nelle liste elettorali, attestare così la legittimità della richiesta.

Se la richiesta di referendum sarà considerata valida, il presidente della Regione dovrà indire il referendum entro 30 giorni dalla comunicazione della validità, fissandolo in una domenica compresa tra il 60° e il 90° giorno successivo alla pubblicazione del decreto. Il referendum dovrebbe tenersi tra metà agosto e metà settembre, ma il Comitato promotore chiede che venga accorpato all’election day del 28 settembre (quando sono previste anche le elezioni regionali e comunali) per evitare sprechi e garantire una maggiore partecipazione.
Non è previsto un quorum: il risultato sarà valido qualunque sia l’affluenza.
I promotori del referendum criticano la riforma come tardiva, parziale e frutto di una maggioranza troppo debole, sostenendo che la consultazione popolare sia necessaria per dare legittimità a una legge così importante. Alcuni movimenti, come Rete Civica ed Europa Verde, giudicano la reintroduzione delle tre preferenze un passo indietro rispetto alle riforme del 2019 e contestano anche l’efficacia della preferenza di genere introdotta: nello specifico viene criticato il fatto che solo con le tre preferenze si dovrà metterne una di genere diverso, ma se ne vengono espresse solo due, come si potrà fare, esse possono essere dello stesso genere. Rete Civica ed Europa Verde sono a favore della “doppia di genere”, e giudicano le tre preferenze della nuova legge, così come proposte, senza neppure l’alternanza, inefficaci per una vera rappresentanza equa con il rischio «di tornare al sistema delle cordate, così caro a qualcuno».
Anche Valle d’Aosta Aperta ha espresso contrarietà al referendum, pur non essendo soddisfatta della nuova legge. Anche questa coalizione ritiene che il ritorno alla preferenza unica sarebbe un passo indietro e continua a sostenere la doppia preferenza di genere come strumento per una maggiore equità.
Secondo i promotori, anche se il referendum si tenesse in concomitanza con le elezioni regionali del 28 settembre 2025, non ci sarebbero i tempi tecnici per applicare la nuova legge elettorale già a questa tornata: si voterà quindi con la vecchia normativa (preferenza unica).
Il risultato del referendum servirà a confermare o respingere la riforma per le elezioni successive.
La Valle d’Aosta si prepara dunque al suo primo referendum confermativo sulla legge elettorale, con una forte polarizzazione politica e istituzionale. Il nodo centrale è la legittimità e l’efficacia della riforma delle preferenze e della rappresentanza di genere, mentre si discute sulla data della consultazione e sulle sue reali ricadute sulle prossime elezioni regionali.