Aosta, polemica tra Fdi e Raffaele Rocco su “autosospensione”. Ma c’è davvero un conflitto?

Raffaele Rocco, candidato sindaco per la coalizione autonomista, popolare e democratica
Raffaele Rocco, candidato sindaco per la coalizione autonomista, popolare e democratica

Fratelli d’Italia Valle d’Aosta ha chiesto, sui social, a Raffaele Rocco, candidato sindaco della coalizione autonomista, popolare e democratica, di autosospendersi dal ruolo regionale di coordinatore del Dipartimento programmazione, risorse idriche e territorio dell’Assessorato regionale opere pubbliche, territorio e ambiente, per “evitare imbarazzi ed eventuali conflitti di interesse” durante la campagna elettorale, citando i 9 milioni e 750mila euro di finanziamenti straordinari regionali al Comune di Aosta per i progetti di pavimentazione della rete viaria comunale, la riqualificazione di via Sant’Orso e della piazzetta della Collegiata ed il completamento della struttura di via Brocherel, definiti “contributi a pioggia urbi et orbi”.

«Non sono il dirigente dei lavori pubblici ma del settore territorio e risorse idriche – ha replicato Raffaele Rocco – i provvedimenti citati non competono al mio ufficio e non recano la mia firma. Confondere due settori diversi è un modo superficiale di fare politica. La mia visione per Aosta si fonda su competenza e verità; confrontiamoci su questo, non su polemiche costruite».

«Nonostante questo, per spazzare via ogni pretesto e dimostrare con i fatti la mia etica, da quando è apparso il mio nominativo, mi sono astenuto e continuerò ad astenermi dall’adottare qualsiasi atto o decisione che riguardi direttamente il Comune di Aosta – ha poi aggiunto, in una specifica nota – questo va ben oltre quanto richiesto dalla legge, ma la mia imparzialità e rettitudine non sono e non devono essere messi in discussione. Voglio che questo sia evidente a tutti, al di là di ogni speculazione. Il mio impegno politico, inoltre, è e sarà sempre nettamente separato dal mio ruolo professionale. Per questo, sto svolgendo e svolgerò la mia campagna elettorale durante i miei giorni di ferie e al di fuori dell’orario di ufficio, utilizzando il mio tempo personale e non un minuto di tempo pubblico. Continuo a credere che sarebbe un’irresponsabilità sospendere completamente le mie funzioni dirigenziali, lasciando incompiuto un lavoro importante per l’intera comunità regionale. La mia competenza è un valore al servizio dei cittadini, non qualcosa da nascondere».

«Nell’organigramma regionale lei è indicato come coordinatore di un dipartimento che comprende anche programmazione dei lavori pubblici e molto altro – hanno ribadito da Fratelli d’Italia nella controreplica – l’influenza resta. Se per correre alle regionali avrebbe dovuto dimettersi sei mesi prima, candidarsi a sindaco richiede almeno un’autosospensione etica nel periodo elettorale».

I fatti verificabili

  • sul sito istituzionale della Regione autonoma Valle d’Aosta, Raffaele Rocco risulta coordinatore del Dipartimento programmazione, risorse idriche e territorio, voce autonoma rispetto al Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici;
  • il profilo professionale pubblico di Raffaele Rocco ne conferma l’inquadramento dirigenziale nell’area “difesa del suolo, risorse idriche e territorio”;
  • candidarsi a sindaco: le cause di ineleggibilità previste dal Tuel – Testo unico degli Enti locali (art. 60) non includono in via generale i dirigenti regionali, quindi, la candidatura non è vietata per il solo fatto di essere dirigente regionale. (Le norme di ineleggibilità sono di stretta interpretazione);
  • durante la campagna e l’incarico i dipendenti e dirigenti pubblici hanno l’obbligo di astensione da pratiche in cui vi sia un conflitto, anche potenziale, di interessi (Codice di comportamento, d.P.R. 62/2013; indicazioni ANAC);
  • se eletto sindaco: per i lavoratori dipendenti pubblici scatta l’aspettativa non retribuita per tutta la durata del mandato (art. 81 Tuel), con la conseguente impossibilità di continuare a esercitare il ruolo dirigenziale. Inoltre si applicano le regole su inconferibilità ed incompatibilità degli incarichi (d.lgs. 39/2013);
  • il riferimento ai “sei mesi” richiamato da Fratelli d’Italia riguarda la disciplina per le elezioni regionali (legge regionale 7 agosto 2007, n. 20, su ineleggibilità ed incompatibilità dei consiglieri regionali), non le elezioni comunali; è quindi un parallelismo politico, non un obbligo giuridico applicabile alla corsa a sindaco.