Il tribunale del Riesame di Torino ha dichiarato inammissibile l’appello della Procura di Aosta contro l’ordinanza del Gip che, la scorsa estate, aveva respinto la richiesta di misure cautelari nei confronti di sette indagati nell’ambito di un’inchiesta per presunta corruzione legata ad alcuni lavori della Società italiana Traforo del Monte Bianco – Sitmb.
L’indagine, condotta dai Carabinieri e coordinata dalla Procura di Aosta, ruota attorno all’ex dipendente della società, Oreste Pizzetti, 47 anni, di Legnano (Milano), che all’epoca dei fatti era responsabile del procedimento per l’affidamento dei lavori della galleria di Entrèves, al traforo del Bianco, a Courmayeur.
Secondo gli inquirenti, Pizzetti avrebbe omesso di segnalare alla propria azienda che la società Ng Strade srl, aggiudicataria di un appalto da oltre 224mila euro, aveva a sua volta subappaltato i lavori alla ditta di Pasquale e Nicola Liporace, padre e figlio, imprenditori edili di Courmayeur, senza la necessaria autorizzazione.
Gli altri indagati sono Rosario Liporace, 53 anni, di Cosenza, gli amministratori della Ng Strade, Antonella e Bruno Bortone, 37 e 50 anni, della provincia di Caserta e Massimiliano Opramolla, 56 anni, di Sesto San Giovanni (Milano), socio della società Techne spa. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, riciclaggio, rivelazione di segreti d’ufficio e reati tributari.
Secondo la ricostruzione della Procura, Pizzetti, pur “essendo a conoscenza di un subappalto non autorizzato” del valore di circa 168 mila euro, avrebbe chiuso un occhio in cambio della promessa di “utilità personali”, tra cui contatti con esponenti politici e vertici aziendali per favorire un proprio trasferimento “in un’altra sede con qualifica dirigenziale”.
Un secondo episodio contestato riguarda invece l’affidamento diretto, senza gara, dei lavori di manutenzione di una piazzola di sosta per i mezzi pesanti presso il traforo, assegnati alla Techne spa. In questo caso, l’ex funzionario avrebbe accettato la promessa di una futura assunzione con uno stipendio da 5.000 euro al mese.
La Sitmb e la presidente Emily Rini hanno annunciato che la società si costituirà parte civile nel procedimento, dichiarandosi parte offesa per gli eventuali danni economici e reputazionali.
Il tribunale del Riesame, riunitosi nei giorni scorsi, ha preso atto che il Pubblico ministero aveva nel frattempo rinunciato a sei posizioni su sette, e ha quindi dichiarato inammissibile il ricorso residuo. Restano in corso le indagini preliminari, avviate nell’autunno del 2024, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche e verifiche documentali sui contratti e sui flussi di fatturazione legati ai lavori della galleria di Entrèves e delle aree di servizio.
L’inchiesta riguarda complessivamente opere per un valore di circa 350 mila euro e rappresenta il primo caso di presunta corruzione interna alla Sitmb, società partecipata italo-francese che gestisce il traforo internazionale del Monte Bianco.













