Sprint vaccinale contro la dermatite bovina, con una copertura al 90% in ZS

Un veterinario ed un allevatore durante la vaccinazione contro la Lsd
Un veterinario ed un allevatore durante la vaccinazione contro la Lsd

Nei primi quattro giorni di campagna vaccinale contro la dermatite nodulare contagiosa (lumpy skin disease, Lsd) sono state vaccinate circa 4.800 bovine; nella giornata di mercoledì 13 luglio 2025 sono programmati altri 1.600 capi. Nel complesso, entro la prima settimana la stima è di circa 9.000 capi immunizzati, con una copertura attesa intorno al 90% nella zona di sorveglianza (ZS).
Fino al 13 agosto la campagna, che ha l’obiettivo di mettere in sicurezza gli allevamenti più esposti e limitare rapidamente vincoli e danni indiretti alla filiera proseguirà nei comuni di Courmayeur, La Thuile, Pré-Saint-Didier, La Salle, Morgex, Arvier, Avise, Rhêmes-Saint-Georges, Valgrisenche, Aymavilles, Saint-Pierre, Saint-Nicolas, Saint-Rhémy-en-Bosses, Saint-Oyen e da giovedì 14 si sposterà a Rhêmes-Notre-Dame e Sarre per andare, entro venerdì 15 ad Etroubles, Doues, Ollomont, Cogne, Gressan e Charvensod.

«Si sta lavorando in squadra, molto bene, con 15 équipe a turnazione con i veterinari dell’Azienda Usl, dell’Anaborava, operatori dell’Institut agricole, Arev e personale aziendale – ha raccontato Enrica Muraro, veterinaria della Regione – è un gioco di squadra che sta dando buoni risultati. Eravamo già partiti tranquilli grazie all’esperienza francese e sarda: su 4.800 inoculi non abbiamo registrato alcuna reazione avversa ed andiamo avanti con ancora più serenità».
Se il ritmo resta quello attuale «si può chiudere la campagna in un mese e poco più».

Enrica Muraro, veterinario della Regione
Enrica Muraro, veterinario della Regione

«Nessuna conseguenza su consumo di carne e latte di capi vaccinati, in zona di sorveglianza o eventualmente malati che speriamo di non avere – ha chiarito la veterinaria – resta tuttavia in vigore una norma ministeriale di derivazione UE (un vincolo è precauzionale che riguarda la commercializzazione, non la sicurezza degli alimenti già di per sé) che dispone che in zona di sorveglianza non si possono produrre lattiero-caseari a latte crudo. La Regione ha chiesto una deroga, si continua a produrre, ma le forme di Fontina sono sotto vincolo. Auspichiamo una liberazione del vincolo a breve».

Sul fronte degli eventi zootecnici e turistici, la Giunta regionale ha confermato lunedì 11 agosto, con un’apposita delibera, che i contributi resteranno ammissibili anche per spese già commissionate o sostenute e non annullabili legate a manifestazioni sospese (Batailles de Reines, des Moudzon, des Chèvres ed Alpages ouverts), con la condizione di riutilizzare materiali e servizi alla prima data utile, con nessun onere aggiuntivo oltre gli impegni già assunti. In sostanza, si evita che la necessaria prevenzione sanitaria si trasformi in perdita secca per organizzatori e filiera.

 Il “modulo” no-vax

Non ci sono evidenze sulla richiesta da parte degli allevatori, della sottoscrizione di un modulo diffuso sui social da alcuni esponenti no vax. Dopotutto far firmare ai veterinari un “modulo di responsabilità personale”, filmare tutto e chiamare i Carabinieri non serve a nulla e può mettere nei guai.

  • Le vaccinazioni contro la Lsd funzionano e sono lo standard internazionale: l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha evidenziato come la vaccinazione di massa nei Balcani ha contenuto con successo i focolai, con oltre 1,8 milioni di bovini vaccinati nel 2019 e zero focolai nell’area sud-orientale in quell’anno;
  • la Woah, World organisation for animal health (Organizzazione mondiale della sanità animale) raccomanda l’uso di vaccini di alta qualità conformi agli standard, con un capitolo tecnico con requisiti di sicurezza/efficacia dei vaccini Lsd;
  • rassegne scientifiche (peer-reviewed) evidenziano che la vaccinazione estesa è lo strumento più efficace per fermare la malattia e ridurre le perdite con l’efficacia dimostrata dei vaccini omologhi (ceppo Neethling).

Parlare quindi di “tentato massacro del bestiame” è privo di base fattuale alla luce di evidenze e standard internazionali.

La responsabilità e la sicurezza dei vaccini sono già regolate per legge e non da “modulini”. Il regolamento (UE) 2019/6 fissa l’intero quadro su qualità, sicurezza, efficacia dei medicinali veterinari e la farmacovigilanza. La gestione degli eventi avversi è compito delle autorità competenti e, soprattutto, del titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio (Aic), che ha obblighi di monitoraggio e segnalazione (artt. 73-77). L’European medicines agency (Ema) nelle linee guida 2024 chiarisce i requisiti di dati per dimostrare sicurezza ed efficacia dei vaccini veterinari nelle domande regolatorie.

Un momento della vaccinazione contro la Lsd
Un momento della vaccinazione contro la Lsd

Chiedere al singolo veterinario di “assumersi la piena responsabilità penale/civile ed economica” non ha valore: la catena delle responsabilità e dei controlli è già definita per legge e insiste su Aic ed autorità sanitarie, non su liberatorie private. Se c’è un problema, esiste la farmacovigilanza ufficiale (non i video su smartphone) con canali e modulo ufficiale del Ministero della salute per la segnalazione per sospette reazioni avverse, oltre alla rete dei referenti regionale, con tempi e flussi di invio. Lo stesso Ministero definisce il regolamento disciplina fornitura, uso e farmacovigilanza dei medicinali veterinari e, se un allevatore ravvisa un evento avverso lo segnala per via ufficiale: è il modo efficace (e probante) per attivare verifiche, non “incastrare” il veterinario con un foglio auto-prodotto.

Anche l’idea di filmare i sanitari al lavoro può provocare problemi di privacy e di gestione dei dati sensibili dato che, secondo il Garante della privacy la videosorveglianza è un trattamento di dati personali e richiede basi giuridiche, informativa, limiti e cautele e proprio in ambito sanitario vige una disciplina stringente sui dati sulla salute, che possono portare a provvedimenti e sanzioni su registrazioni senza informativa adeguata. Mettersi a filmare “per principio” può violare il Gdpr e rivoltarsi contro chi registra, oltre a non aggiungere nulla sul piano probatorio rispetto alle procedure ufficiali.

L’Unità di crisi Lsd del Ministero della salute ha ribadito che la malattia non colpisce l’uomo, e le misure (incluse le zone di sorveglianza e la vaccinazione) sono parte della gestione ufficiale dei focolai. In Sardegna la campagna vaccinale ufficiale ha visto l’uso del vaccino vivo attenuato autorizzato per uso veterinario, strumento cardine per ridurre impatto clinico e prevenire contagi, con le dosi richieste alla banca vaccini dell’Unione Europea. In alcune aree la vaccinazione è obbligatoria e a carico pubblico, a conferma della sua funzione di sanità pubblica veterinaria, non di scelta privatistica. Le leggi europee e nazionali coprono già la responsabilità, i controlli e le segnalazioni: far firmare moduli “fai-da-te” ai veterinari è giuridicamente irrilevante, così come filmare e minacciare denunce non sostituisce le procedure ufficiali e può violare la privacy.

In sintesi, la scienza dimostra che la vaccinazione Lsd funziona, le leggi vigenti definiscono chi risponde e come si segnalano e valutano gli effetti ed i “modulini” e i video intimidatori non valgono e possono ritorcersi contro chi li promuove.