Un confronto ad ampio raggio per immaginare il futuro dell’agricoltura di montagna. Ad Aosta, tra Palazzo regionale e l’Università della Valle d’Aosta, nella giornata di venerdì 10 ottobre 2025, si sono svolti gli Stati generali dell’agricoltura alpina, promossi dall’Assessorato regionale dell’agricoltura e risorse naturali in collaborazione con l’ateneo valdostano e con il contributo di Enti, associazioni e organizzazioni professionali del settore agricolo regionale.
L’incontro ha riunito agricoltori, esperti, funzionari, rappresentanti istituzionali e politici provenienti da tutto l’arco alpino, con l’obiettivo di discutere le nuove prospettive dell’agricoltura di montagna alla luce dei primi documenti della Commissione europea sulla prossima programmazione dei fondi comunitari 2028-2034.
Strategie europee e sfide locali
La sessione mattutina, ospitata a Palazzo regionale, si è aperta con i saluti della rettrice Manuela Ceretta, del presidente della Regione Renzo Testolin e dell’assessore regionale all’agricoltura e risorse naturali Marco Carrel.
Il quadro strategico europeo è stato tracciato da Andrea Incarnati, coordinatore del Piano strategico della PAC italiana presso la Direzione generale agricoltura della Commissione europea. Le sue parole hanno suscitato il commento del parlamentare europeo Herbert Dorfmann, membro della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, che ha espresso perplessità sulle ricadute delle politiche comunitarie per le aree montane, invitando a un approccio più realistico rispetto alle peculiarità territoriali.
«Confrontarsi e dialogare è fondamentale per costruire una strategia condivisa e dare voce ai territori alpini» ha dichiarato Marco Carrel, sottolineando l’urgenza di sostenere e far fiorire il comparto agricolo, contrastare l’abbandono delle terre di montagna e «immaginare azioni sinergiche in vista della nuova programmazione 2028-2034».

Il ruolo sociale dell’agricoltura alpina
Durante la mattinata, la professoressa Letizia Bindi (Università del Molise) e la professoressa Valentina Porcellana (Università della Valle d’Aosta) hanno proposto una lettura antropologica dell’agricoltura alpina, mettendo in evidenza il ruolo centrale degli agricoltori nella salvaguardia del paesaggio e del patrimonio culturale delle montagne.
Le specificità valdostane, tra parcellizzazione delle superfici agricole e predominanza dei prati-pascoli, sono state illustrate da Alessandro Rota, dirigente della Struttura politiche di sviluppo rurale della Regione. A seguire, Simona Angelini, direttore generale della Direzione sviluppo rurale del Ministero dell’agricoltura (Masaf), ha presentato un’analisi dettagliata sugli aiuti al pascolamento nelle aree montane previsti dal PSP 2023-2027.
La riflessione conclusiva è stata affidata a Giuseppe Blasi, capo del Dipartimento per la politica agricola comune e lo sviluppo rurale del Ministero, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire continuità alle misure di sostegno e di integrare gli strumenti europei con politiche nazionali e locali più flessibili.

Tavoli di lavoro e visioni per il futuro
Nel pomeriggio, all’Università della Valle d’Aosta, si sono svolti quattro tavoli di lavoro tematici, che hanno coinvolto agricoltori e operatori da diverse regioni alpine. I gruppi, dedicati a Impresa familiare rurale e montana, Produrre qualità, Agricoltura e turismo e Innovare e rinnovare, hanno offerto uno spazio di confronto concreto su esigenze, aspettative e possibili linee d’azione per il futuro dell’agricoltura di montagna.
I lavori si sono conclusi con una sessione plenaria partecipata, durante la quale sono state condivise le proposte emerse: dal rafforzamento delle filiere locali e del turismo agricolo alla richiesta di politiche mirate per il ricambio generazionale e la semplificazione burocratica.
A chiudere la giornata, l’assessore Carrel ha espresso soddisfazione per la partecipazione e per il livello del dibattito, ma anche preoccupazione per l’evoluzione delle politiche europee e per il loro impatto sul tessuto economico e sociale delle comunità alpine: «i cittadini delle montagne – ha concluso – chiedono risposte concrete, non solo sostegni economici, ma strumenti che permettano di restare e lavorare in questi territori».
Gli atti completi degli Stati generali dell’agricoltura alpina saranno pubblicati nei prossimi giorni nella sezione Agricoltura del sito della Regione Valle d’Aosta, a disposizione di tutti gli interessati.