notizie intelligenti dalla Valle d’Aosta

Truffe del finto carabiniere, quattro indagati collegati anche alla Valle d’Aosta

redazione aostapresse.it

lunedì 22 Dicembre 2025 • h. 17:00

Truffe del finto carabiniere, quattro indagati collegati anche alla Valle d’Aosta

di redazione aostapresse.it | Lun 22 Dic 25 – h. 17:00

Quattro presunti truffatori, tutti residenti tra Campania e Puglia e di età compresa tra i 20 e i 61 anni, sono stati denunciati dalla Squadra mobile della questura di Aosta con l’accusa di truffa aggravata, al termine di un’indagine su una serie di raggiri telefonici messi a segno negli ultimi mesi anche in Valle d’Aosta. Gli indagati sono ritenuti responsabili di tre episodi ai danni di cittadini aostani tra i 30 e i 60 anni e avrebbero ottenuto complessivamente oltre 83mila euro, di cui circa 30mila già recuperati e restituiti grazie a sequestri preventivi disposti dall’autorità giudiziaria.

Il modus operandi: finti agenti e parenti nei guai

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i quattro si spacciavano al telefono per appartenenti alle Forze dell’ordine, sostenendo che un parente della vittima, figlio, marito o altro congiunto, avesse provocato un grave incidente stradale o fosse stato arrestato e rischiasse il carcere se non fosse stata versata subito una “cauzione”. Alle vittime veniva richiesto di effettuare bonifici su conti correnti indicati dai truffatori o di consegnare somme di denaro molto ingenti, in alcuni casi superiori ai 50mila euro per una singola operazione.

Le indagini sono partite proprio dagli Iban segnalati dalle persone raggirate: seguendo i flussi di denaro, gli agenti sono risaliti ai conti di appoggio e, da lì, all’identità dei presunti autori delle truffe. Le richieste di sequestro preventivo avanzate alla magistratura hanno consentito di bloccare circa 30mila euro ancora giacenti, che sono stati già restituiti alle vittime, mentre proseguono gli accertamenti per verificare altri episodi simili riconducibili allo stesso schema.

Uno dei messaggi truffaldini che arrivano sugli smartphone

Uno dei messaggi truffaldini che arrivano sugli smartphone

Un fenomeno diffuso: gli schemi più comuni

Le truffe del “finto carabiniere” o del “finto avvocato”, che a volte si sommano a furti e frodi informatiche, sono purtroppo diffuse in tutta Italia e colpiscono soprattutto persone anziane e sole. In molti casi la tecnica è collaudata:

  • una telefonata o un messaggio in chat allarmante, con chi si presenta come maresciallo, avvocato o amico di famiglia, che parla di incidenti, arresti o procedimenti giudiziari e chiede soldi o gioielli come cauzione;
  • un complice che si presenta poi sotto casa della vittima per ritirare contanti, preziosi o carte di pagamento;
  • in altri episodi, soprattutto al Centro‑Nord, truffatori che rubano borse e portafogli approfittando di una banale richiesta di informazioni stradali, per poi svuotare i conti tramite carte, home banking o bonifici lampo.

Le cronache recenti raccontano di anziani raggirati con stratagemmi molto simili in città come Salerno, Parma, Monza, Padova, Verona, Brescia, Matera, Roma e Milano, dove indagini delle Squadre mobili hanno portato ad arresti, misure cautelari e allo smantellamento di vere e proprie organizzazioni specializzate nel colpire le fasce più fragili con copioni quasi identici: telefonate in cui un falso parente piange e chiede aiuto, finti avvocati che parlano di cause e risarcimenti, falsi esponenti delle Forze dell’ordine che usano il pretesto degli incidenti stradali o dei furti per farsi consegnare beni di valore.

I consigli della Polizia per difendersi

Le raccomandazioni delle Forze dell’ordine, rivolte soprattutto agli anziani e ai loro familiari, sono sempre le stesse:

  • diffidare di qualsiasi telefonata in cui si chiedono denaro, gioielli o dati bancari con urgenza, anche se chi chiama si presenta come Carabiniere, Poliziotto, avvocato o dipendente di banca;
  • le Forze dell’ordine non chiedono mai soldi, bonifici o dati bancari;
  • incidenti e provvedimenti giudiziari non si comunicano al telefono ma di persona;
  • non dare mai informazioni sui propri risparmi, sulle abitudini familiari o su dove si tengono soldi e preziosi;
  • non consegnare denaro o oggetti di valore a sconosciuti che si presentano a casa, anche se sostengono di essere “incaricati” da un parente o dalle autorità;
  • in caso di dubbio, chiudere immediatamente la telefonata e chiamare il numero unico 112 o la stazione di Polizia o Carabinieri di fiducia, usando numeri reperiti autonomamente e non quelli indicati dall’interlocutore;
  • se si teme di essere vittima di una truffa via bonifico o carta, contattare subito la banca per bloccare le operazioni e presentare denuncia il prima possibile.

Un ruolo importante lo giocano anche figli, nipoti e vicini di casa: parlare con i propri familiari anziani di queste tecniche, spiegare che nessuna Forza di polizia chiede soldi al telefono o manda qualcuno a casa a ritirare contanti o gioielli, e invitarli a chiamare sempre un parente o il 112 prima di fare qualunque passo, può prevenire molti di questi raggiri.