Nel fine settimana del 6–7 settembre Aosta ha ospitato due leader nazionali: Carlo Calenda (Azione), a sostegno di Leonardo Lotto (Autonomisti di Centro, regionali) e Sara Maietti (Stella Alpina–Rassemblement Valdôtain, comunali), ed Elly Schlein (Partito Democratico), per la lista dei Federalisti Democratici PD VdA alle regionali e per la corsa a Palazzo Civico con il ticket Raffaele Rocco sindaco e Valeria Fadda vice sindaca. Nei loro interventi, molte le ricadute locali: sanità nelle aree di confine, connettività e mobilità in territori alpini, spopolamento e servizi, transizione climatica ed energetica.
Carlo Calenda: «identità forte, ma servono innovazione e pragmatismo»
Il leader di Azione ha rivendicato un approccio pragmatico e non ideologico, legato alla formazione di una classe dirigente “preparata”. Sulla sanità di confine, trattenere medici e infermieri richiede integrazioni regionali degli stipendi nelle aree transfrontaliere, perché i contratti nazionali «non bastano» a reggere la competizione con i territori limitrofi più attrattivi.
Connettività e trasporti: in un territorio «geograficamente chiuso» ed a bassa densità, potenziare la mobilità significa ripensare l’offerta: Calenda ha citato in particolare il ruolo dei pullman dove il ferro non garantisce frequenze adeguate e la necessità di investire sulla viabilità compatibilmente col paesaggio.
Infrastrutture e paesaggio: «le infrastrutture sono prioritarie» ma da coniugare con la tutela di un patrimonio paesaggistico che è anche ricchezza economica.
Demografia e spesa sociale/sanitaria: denatalità e migrazioni in uscita fanno crescere la spesa assistenziale; per Azione sanità e infrastrutture restano i capitoli chiave su cui costruire alleanze programmatiche più che ideologiche.

Elly Schlein: «aree interne non marginali. Portare i servizi per fermare lo spopolamento»
La segretaria PD ha collocato la Valle d’Aosta ed il suo capoluogo in una visione più ampia di aree interne e montane chiedendo servizi contro lo spopolamento: «se vuoi contrastare lo spopolamento devi portare i servizi» con un focus su sanità di territorio (Case della comunità, prossimità delle cure) e su scuola e nidi come primo presidio di uguaglianza.
Personale nei territori alpini: proposta di retribuzioni migliori per medici di base e insegnanti che scelgono le aree interne, altrimenti «non ci vanno». Trasporti e pendolarismo: critica ai disservizi del TPL; servono politiche dedicate a territori diversi, non «calate dall’alto». Imprese, energia e costo della vita: per famiglie e PMI propone disaccoppiare il prezzo dell’energia dal gas (sull’esempio iberico) e rilanciare politiche industriali con investimenti europei comuni, puntando su filiere dell’innovazione (rinnovabili, batterie, AI) senza perdere la vocazione artigiana e di qualità del territorio.
Clima e montagna: niente negazionismi; la montagna vede già gli effetti degli eventi estremi. Va «resa socialmente desiderabile» la transizione: efficientamento energetico delle case e economia circolare come leve di risparmio e competitività per le imprese alpine. Lavoro e diritti: salario minimo a 9 € l’ora, contrasto alla precarietà e sostegni a nidi e non autosufficienza per liberare il lavoro femminile.

Due visioni che si incrociano sulle “specificità di quota”, pur da prospettive diverse, entrambi hanno toccato i dossier più sensibili per una regione alpina:
- sanità di montagna: integrazioni economiche e modelli organizzativi “di prossimità” per garantire medici e infermieri in Valle;
- mobilità in territori complessi: più flessibilità tra ferro e gomma, investimenti mirati sulla viabilità e servizi tarati su densità e domanda effettiva;
- servizi come antidoto allo spopolamento: scuola, nidi, sanità territoriale e casa per trattenere giovani e famiglie;
- transizione e paesaggio: innovare senza snaturare, bilanciando tutela ambientale e sviluppo.